LENTINI – Monsignor Salvatore Pappalardo, arcivescovo metropolita dell’Arcidiocesi di Siracusa, ha elevato la Chiesa dei tre Santi (o della Fontana), a Santuario diocesano. L’annuncio è stato fatto dall’arcidiacono don Maurizio Pizzo, al termine della celebrazione Eucaristica in memoria di Sant’Alfio, officiata in una chiesa Madre vuota a causa del Coronavirus. Alla celebrazione hanno partecipato, oltre al parroco, don Gianluca Belfiore, componente del gruppo Covid 19 dell’Arcidiocesi, il diacono Salvatore Ossino e il sindaco di Lentini Saverio Bosco. La lettura della bolla episcopale, che reca la data del 10 maggio 2020, è stata proclamata dal parroco, don Maurizio Pizzo , durante una solenne celebrazione eucaristica. L’arcivescovo Pappalardo ha fatto alla città di Lentini il regalo più grande in tempo di Coronavirus, dove i devoti lentinesi non hanno potuto festeggiare il Santo Patrono. La Chiesa della Fontana o dei “Tre Santi” (consacrata anche a “San Mercurio Martire”, un soldato romano la cui colpa era quella di aver difeso “Sant’Alfio” e i suoi Fratelli dal martirio), ubicata in Roma ricostruita nei primi anni dell’800 su di un pozzo presso il quale sarebbero stati martirizzati i tre “Santi Patroni di Lentini Alfio Filadelfo e Cirino”. La richiesta di erigere la Chiesa dei “Tre Santi” a Santuario è stata inoltrata all’arcivescovo Pappalardo dal parroco don Maurizio Pizzo e dal comitato della Festa di Sant’Alfio presieduta da Filadelfo Carrà, che ha consegnato al presule diversi documenti e testimonianze che sono state raccolte in questi ultimi decenni. Secondo alcune fonti storiche, dentro questo pozzo dove venne realizzata poi la chiesa, venne gettata la lingua di “Sant’Alfio” dopo che il tiranno di Lentini Tertullo gliela strappò a carne viva mediante delle tenaglie facendo così morire il giovane “Alfio” per dissanguamento. La facciata neoclassica è caratterizzata da uno stile molto semplice e lineare ma allo stesso tempo elegante e fastoso. Il grande portale rettangolare è sormontato da un ampio timpano spezzato al cui centro vi è situata la finestrella centrale di forma rettangolare. L’elegante frontone triangolare reca nei propri vertici due pinnacoli a coppa e una semplice “Croce” in ferro battuto. Da notare il bel campanile sulla destra caratterizzato da pilastri scanalati a gradoni che sostengono la cella campanaria di forma arcuata sormontata da un piccolo frontone delimitato da due piccoli pinnacoli a coppa. Tra il campanile e la facciata vi è infine una piccola porticina che funge da ingresso secondario alla chiesa. All’interno la chiesa presenta un’unica ma ampia Navata caratterizzata da profonde arcate sulla sua volta decorate con stucchi e decorazioni geometriche scolpite a bassorilievo. Sullo splendido Altare Maggiore marmoreo sono posizionate tre statue argentee che raffigurano i “Tre Martiri Alfio Cirino e Filadelfo”. Nelle pareti laterali della Navata possiamo ammirare il dipinto raffigurante il “Martirio dei Tre Santi” e la colonna che indica il luogo esatto in cui vennero martirizzati i “Tre Fratelli” che durante i festeggiamenti viene adornato da Ex – voto in cera raffiguranti simbolicamente un “Miracolo” dei “Tre Martiri” ad una parte del corpo (nella foto sottostante possiamo notare una mano in cera a testimonianza che il miracolato aveva un male alla mano sanato dai “Tre Santi”). All’interno della Chiesa vi è il “Pozzo di Sant’Alfio” dove vi sarebbe stata gettata la lingua del “Santo”, secondo la storia del Martirio dei “Tre Santi”, la lingua di “Sant’Alfio” sarebbe stata gettata a terra con disprezzo dallo stesso Tertullo, il terreno a contatto con la lingua si sarebbe aperto creando una profonda voragine da cui sgorga tutt’ora dell’acqua potabile considerata miracolosa. Durante tutto l’anno il livello dell’acqua è bassissimo, nei giorni della festa (9 – 10 – 11 Maggio) esso si innalza tutto in una volta tanto che quest’acqua viene raccolta agevolmente dai fedeli tramite secchi legati con delle corde. Questo avvenimento è chiamato “Miracolo dell’Acqua”. La notizia è stata accolta con grande gioia dei devoti lentinesi e non che, oggi, purtroppo a causa del Coronavirus e delle restrizioni non hanno potuto stringersi attorno a Sant’Alfio, ma fatto con il cuore ricolmo di gioia e speranza.