Ieri si è compiuto un altro passo avanti nella direzione di una riappropiazione da parte della comunità afferente al Leontinoi della propria storia. Mi riferisco al restauro del Cristo Pantocratore della Chiesa del Crocifisso sita nella Valle Ruccia sul versante orientale del colle Metapiccola, dove è presente l’insediamento archeologico greco dell’antica Leontinoi. Infatti, sabato scorso si è svolta la cerimonia che segna la conclusione del complesso lavoro di restauro del prezioso affresco e susseguente sua consegna alla cittadinanza tutta. Un evento molto significativo in quanto indica la reale prospettiva di sviluppo del nostro territorio. Ovverosia la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio che costituisce una delle c.d. “risorse locali” da cui attingere per ridare slancio e tonicità a un teritorio – quello nostro – che da troppi anni soffre di un accentuato declino generalizzato. Non è importando modelli di sviluppo che non appartengono alla nostra comunità che si assicura prosperità al Leontinoi, bensì eseguendo un attento percorso di catalogazione delle nostre risorse e un preciso pianbo di tutela e valorizzazione per ciascuna di esse. Non può essere altrimenti. Il Leontinoi ha una tale continuità storica che sarebbe un errore madornale non prendere in giusta considerazione tale caratterizzazione ambientale, archeologica, architettonica e culturale. Ora non ci sono più alibi dietro cui nascondersi. La consegna del Cristo Pantocratore alla nostra comunità segna un momento topico della storia del Leontinoi. O si percorre tale strada oppure ci si trasforma in un territorio arido e senza una sua specificità. Vogliamo questo? Certo il lavoro da svolgere a cui siamo chiamati tutti è particolarmente complesso perché prevede una pianificazione di notevole livello e un apporto economico-finanziario di consistente entità. Tuttavia, se c’è una reale volontà tutto è possibile. Sembra suggerirci questa soluzione proprio il volto del Cristo Pantocratore.