SIRACUSA -Il Consiglio dei Ministri, ieri, ha dato il via libera alla Legge di Stabilità della Regione Siciliana, decidendo di non impugnare i provvedimenti che sono stati votati dall’Assemblea Regionale Siciliana.Fra le tante norme, quella più significativa è quella che riguarda la possibilità di tornare a votare tra il 15 ottobre e il 15 dicembre. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo in una nota inviata agli operatori della comunicazione. Come si ricorderà, nell’agosto del 2017 con la Legge Regionale 11 agosto 2017, n.17, su cui la Commissione Bilancio, da me presieduta, aveva dato parere positivo, si era deciso di ritornare a votare in Sicilia, contemporaneamente alle elezioni per i Comuni, prevedendo l’elezione diretta del Presidente della Provincia e con ciò introducendo una norma nuova rispetto al resto d’Italia, dove, invece, si è votato con elezione di secondo livello, cioè con il diritto al voto solo dei Sindaci e e dei Consiglieri Comunali. Il Consiglio dei Ministri, in quell’occasione, ebbe ad impugnare la norma e, di conseguenza, in previsione della decisione da parte della Corte Costituzionale, l’Assemblea Regionale Siciliana ha rinviato le elezioni da giugno ad una data da stabilire fra ottobre e dicembre. E’ chiaro che, ha continuato Vinciullo, adesso, la decisione dei Giudici delle Leggi verrà presa anche alla luce di quello che è il nuovo orientamento del Consiglio dei Ministri, in quanto, avendo approvato il rinvio delle elezioni, è naturale che il Governo Nazionale intende rinunciare alla decisione di ricorrere alla Corte Costituzionale contro il provvedimento votato dall’Assemblea Regionale Siciliana. Sono soddisfatto, ha proseguito Vinciullo, di questa decisione del Consiglio dei Ministri che torna indietro su una posizione, sicuramente negativa, che era emersa l’anno scorso in quanto, in questo modo, i cittadini potranno ritornare a votare, a meno che la Corte Costituzionale non intenda lo stesso dare seguito al ricorso presentato dall’ex Governo, ma è chiaro che con l’orientamento di oggi, di fatto, è venuto meno il motivo di contendere. È noto che le varie riforme delle ex Province ci hanno abituato ad assistere ad un percorso quantomeno schizofrenico, a cominciare dal provvedimento che è stato assunto in uno studio televisivo e poi trasferito in Parlamento su un accordo Crocetta – Movimento 5 Stelle e imposto all’Assemblea Regionale Siciliana. Ho sempre creduto, ha concluso Vinciullo, nella funzione democratica delle Province, per questo mi sono sempre opposto alla loro abolizione e impegnato perché si tornasse a votare per salvare un’Istituzione che, da sempre, ha svolto un ruolo importante in Sicilia.