MILO – Gli amici più cari, il fratello Michele, la nipote Grazia, e poi i musicisti più legati a lui, Alice, Carmen Consoli e Luca Madonia: sono tutti al capezzale di Franco Battiato morto ieri all’età di 76 ani nella sua casa di Milo sull’Etna, la residenza che Franco Battiato aveva scelto dopo la sua lunga attività a Milano. Il rito funebre sarà officiato nella cappella di villa Grazia (che il cantautore aveva dedicato alla madre) da padre Orazio Barbarino assieme a padre Giudalberto Bormolini. “Grande dignità quella dei familiari di Franco – ha esordito il prete – in un momento di grande sconforto. Solo un miracolo poteva cambiare la sorte di Franco. Il suo ultimo momento di vita è stata come una piccola luce che si spegne per avvicinarsi ad una luce più grande…”. Il corpo del cantautore, per un suo preciso volere, sarà cremato e le spoglie ritorneranno a villa Grazia. In molti stamattina hanno lasciato un fiore fuori villa Grazia: un gesto semplice di riconoscenza al ‘maestro’ per le emozioni regalate con le sue opere musicali. A vigilare un servizio d’ordine in previsione che gruppi di ammiratori si muovano in pellegrinaggio verso Milo come avevano già fatto con affetto due anni fa. Il sindaco di Milo, Alfio Cosentino, ha proclamato il lutto cittadino. Franco Battiato, secondo il racconto del fratello Michele in un colloquio con il del Corriere della Sera, “non si è accorto del trapasso” perché “per sua fortuna era avvolto da un coma profondo”. Michele Battiato ha anche spiegato che “i funerali saranno in forma strettamente privata” perché è “un momento intimo e privato che non può essere violato da interviste e telecamere”. Quando ha chiuso gli occhi per sempre l’artista non era solo, ma, rivela ancora il fratello, “circondato da me, mia moglie, i nipoti, i collaboratori e due medici che non ci hanno mai lasciato”. Michele ricorda il giorno del 76esimo compleanno del fratello Franco: “Era contento della festicciola, riuscì anche ad assaggiare la torta”. Padre Bormolini: “Un sincero e onesto ricercatore spirituale” “Un sincero e onesto ricercatore spirituale, un artista che aveva fatto della ricerca del divino uno scopo di vita”, ha affermato padre Guidalberto Bormolini, monaco e teologo, ricordando a Radio Vaticana Battiato, del quale celebra i funerali. “Battiato – ha spiegato – era profondamente convinto che la morte rappresentasse una porta per accedere a un mistero spirituale di bellezza e, negli ultimi anni della sua vita, si era molto avvicinato al cristianesimo. Da circa otto anni avevamo un rapporto stretto, intenso, di amicizia e anche di forte scambio spirituale. In particolare – ha aggiunto -, avevamo collaborato per il documentario ‘Attraversando il Bardo’, dedicato al significato della morte nelle culture occidentali e orientali, facendo anche tanti incontri pubblici per presentarlo. Ma è soprattutto l’amicizia privata quella che ha caratterizzato il nostro rapporto”, racconta il monaco.