MANTOVA – La luce è un’idea sociale alla Biennale Light Art di Mantova 2022. Nella splendida Casa di Andrea Mantegna, dal 27 maggio al 28 agosto, ventisei artisti di spessore internazionale si ispirano alla “ricerca contemporanea sulla Luce, tra Arte e Design”. Un confine sottile, questo, che permette di concepire fonti luminose e chiaroscuri come esperienze emotive e relazionali tra luoghi e persone. È una visione attualizzante, nella quale risulta profondamente significativa la performance “Circe. Amore e guerra” di Marilena Vita, invitata al festival mantovano curato da Vittorio Erlindo. Sabato 28 maggio alle ore 21.30 la poliedrica ed esuberante artista siracusana evocherà attraverso il fascino della leggendaria incantatrice l’archetipo che, reso celebre dagli Amores di Ovidio, rimanda al dramma bellico contemporaneo.
Non solo performer ma anche pittrice, fotografa e videoartista, Marilena Vita opera tra la Sicilia, Milano e Amsterdam. Le sue opere sono accolte in prestigiose esposizioni di grandi metropoli come Berlino, New York, Città del Capo, Roma, Parigi, per citarne alcune. E molte sono le manifestazioni di rilievo che l’hanno vista protagonista, ad esempio la Prima Biennale d’Arte Industriale a Labin in Croazia, Cafes Litteraires alla Fondazione Stelline di Milano, Vision in New York City alla Columbia University di New York, The Sixth Jinan International Photography Biennal Exhibition Worldwide in Cina, la Biennale di Praga, Kafka contro Kafka alla Galerie Brun Leglise di Parigi, Πai The Eon is a Child Playing al Museo di Alexandropolis, Hepiran Huyman Emotion Project a Teheran, Duomedia in Photography al Grattacielo Pirelli di Milano.
L’opus di Marilena Vita, che trova fascino e luogo nel progetto inedito della performance mantovana “Circe. Amore e Guerra”, è l’eterno femmineo colto nello studio degli archetipi, la Sicilia tra mito, rituali e storia, lo straniamento personale di carrolliana memoria, il tempo ritrovato nel gesto ludico, il viaggio immaginifico come astrazione della coscienza sociale, la riflessione sull’ambiguità del segno. La sua ricerca artistica caratterizzata dalla precipua metamorfosi dell’atto creativo ha ispirato scritti critici di Gillo Dorfles, Edward Lucie Smith, Ante Glibota, Gèrard Georges Lemaire, Aldo Gerbino. Un pensiero su tutti, quello di Carmelo Strano, coglie in modo inequivocabile l’anima dell’artista siciliana: «Che sia fotografia, performance, dipinto, video, Marilena Vita naturalmente comunica e commuove. In maniera ambigua “gioca”. Il suo messaggio è per così dire “ingabbiato” da un’ellisse e riesce a strappare la complicità del fruitore. La sua fotografia è il dominio in cui la performance e il video vengono esaltate. E cantano un unisono gregoriano. Non privo di sacralità. Anche quando il corpo si accampa con prepotenza non solo come protagonista inevitabile della scena ma anche quale deuteragonista naturale dell’autocoscienza dell’artista».
“Circe. Amore e guerra” è un site-specific che Marilena Vita ha concepito per la Biennale Light Art di Mantova di quest’anno. La riflessione iniziale dell’artista ha subìto delle interferenze sostanziali a causa del contingente conflitto in Ucraina: i tragici sviluppi investono di maggiore carica emotiva il ruolo della creatura mitologica. Circe è dispensatrice di bene e di male, di luce e bellezza da un canto e di dolore e oscurità dall’altro. Figlia di Elio e della ninfa Perseide, la dea che reca in sé il seme della magia, diviene simbolo di trasformazione dell’umano in non-umano e della passione in conflitto, perfetta incarnazione delle due facce dell’Essere: amore e guerra.
La performance di Marilena Vita, sponsorizzata da Lanterne Magiche Ortigia e da Fimesa spa, sarà accompagnata da un video, anch’esso inedito, a lei dedicato dal noto architetto e artista multimediale brasiliano Emanuel Dimas de Melo Pimenta.