Mercoledì ho avuto modo di incontrare una persona molto speciale. Michael Cavalieri. Un talentuoso uomo di cinema che sta dedicando la sua esistenza a farci ricordare della drammatica epopea sia di quelli che lavoravano (eufemismo) in Sicilia sia negli States. Questi che lavoravano erano in tutto e per tutto schiavi. Privati di ogni diritto. E a lavorare (eufemismo) venivano coinvolti dei bambini. Aspetto che rende ancora più drammatica e commovente la vicenda. Non per nulla Michael ha intitolato la sua testimanianza cinematografica “La Porta dell’Inferno”. Perché è proprio di inferno che si tratta. Qui il concetto di uomo veniva continuamente violentato e trasformato in bestia in grado di soggiacere ai desideri dei padroni. Dovevate vedere l’interesse che Michael è riuscito ad ingenerare nei bambini che frequentano la Carlo V di Carlentini. Ora lasciamo la parola a Michael…
Quando hai iniziato a mostrare interesse per le storie degli immigrati e delle persone umili?
“Quando ero giovane il mio eroe era mio nonno Agatino Alibrandi che era un immigrante e veniva da Limina, Sicilia. Abbiamo passato molte
ore nel giardino assieme. Non ha mai parlato inglese, ma i feelings che riusciva a trasmettere erano sorrisi e baci che sarebbero rimasti
nel mio cuore per tutta la vita. Questo mi ha dato il segnale del mio amore e passione per le storie degli immigranti.”
Questo viaggio rappresenta un viaggio per conoscere meglio il tuo legame e tradizione… Cosa rappresenta per te questo lavoro di documentazione?
“E’ la rappresentazione e l’apprezzamento per uomini e bambini che hanno perso la loro vita nelle miniere di zolfo. E’ un omaggio a tutti loro e
a tutte le loro famiglie che soffrirono tempi terribili. E’ un regalo di cuore dal mio cuore alla Sicilia.”
Penso che quello che stai facendo è da apprezzare in toto in quanto svela storie sconosciute del passato della Sicilia.
“Si è una storia pesante da raccontare ma è una storia importante per la nostra storia siciliana. E’ difficile apprendere da quello che è
successo, i sacrifici per le famiglie e la resistenza degli uomini è il vero senso della storia. Essi lo fecero con un esempio pesante e
brillante di quello che può succedere se tu combatti con amore e passione per la famiglia!!!”
Questo lavoro o missione è una grande dichiarazione d’amopre per la nostra Sicilia…
“Amo la Sicilia. Sono così attaccato a questa grande terra grazie a mio nonno Agatino che venne da qui. Queste sono le mie radici, il mio cuore
e il mio sangue. La Sicilia è nel mio cuore!”
“La Porta dell’Inferno” è un titolo forte…perché l’hai scelto?
“La Porta dell’Inferno” è il titolo perché si riferisce alla visita che fece alle miniere di zolfo lo schiavo americano Bokker T. Washington.
Egli disse che era “peggio dell’inferno2. Io ho creduto che fosse il tiutolo più appropriato perché gli uomini e i bambini lavorarono su una
specie di inferno sulla terra. Dentro le caverne della terra dove essi soffrirono di terribili condizioni era davvero l’inferno o peggio. Così
quando entrarono giù dove si scivolava essi erano in un posto peggio dell’inferno. Per loro era vivere all’inferno ogni giorno.”
Qual’è il feedback delle persone che hanno assistito alla Porta dell’Inferno?
“Il feedback è stato incredibile. Molta gente, molti bambini hanno avuto un atteggiamento emozionato e hanno capito ciò che era successo a
questa gente. Ma la lezione è più grande della paura perché guardare al film da ai bambini uno sguarcio alal loro storia, una storica che
non avevano mai conosciuto prima. Essi ora hanno un nuovo rispetto e ammirazione e amore nei confronti dei loro antenati e per il fatto che essi
si sacrificarono per dargli una vita migliore e una chance per una vita più dignitosa. Ci siamo abbracciati e abbiamo pianto assieme e abbiamo
condiviso questo film come una famiglia allargata. E’ stato qualcosa di molto toccante e ha insegnato a loro qualcosa che essi non avevano
mai conosciuto…”
Come chiudere per sempre questa macchina infernale?
“Per far si che tutto questo non succeda di nuovo dobbiamo mai dimenticare la nostra storia, imparare da queste tragici eventi e far crescere
la coscienza nelle giovani generazioni… Come siculo-americano orgoglioso ho avuto il vero privilegio ed onore di condividere questa storia
da un altro punto di vista.”
La gente deve essere meno indifferente, sei d’accordo?
“Lo sento perché sono un siculo-americano e ho ho riportato dietro in Sicilia questa storia secondo la mia sensibilità. Sono stato capace di
fornire alle nuove generazioni una nuova e differente perspettiva e di inquadrarla dal mio punto di vista. Ecco perché il mondo dovrebbe
conoscere questo e considerare questi uomini come dei supereroi.”
Per saperne di più: https://www.facebook.com/michael.cavalieri.18