MISTERBIANCO – Le voci raccolte nei centri diurni o negli ambulatori psichiatrici con una gentilezza paziente e partecipe Anna Pavone le ha distillate in “Vento traverso” (Le Farfalle Edizioni), splendido libri di prose poetiche, nel secondo appuntamento della sezione “Letture” del festival “di Cortile in Cortile – magie d’estate” organizzato dal comune di Misterbianco e curato da Antonio Biuso e Giuseppe Condorelli.Nel Chiostro della Biblioteca comunale, insieme alla scrittrice catanese anche Carmelo Florio, psichiatra, responsabile dello sportello di Salute mentale del comune di Misterbianco, e Nicola Costa, attore che si è estemporaneamente prestato ad una lettura partecipe ed ispirata.
“Volevo raccogliere queste voci – ha detto Anna Pavone nel corso dell’incontro – senza che io fossi considerata una intervistatrice. Volevo ascoltare i “pazzi”, non intervistarli. E allora mi sono ‘mimetizzata’ senza dare riferimenti spaziali o temporali”. E infatti in “Vento traverso” non ci sono nomi, non ci sono nemmeno i numeri di pagina, si fa fatica a capire se parlino uomini o donne: tutto è estremamente sfumato. “Volevo che il nostro modo di sentire – ha precisato la Pavone – venisse scardinato da quelle voci, dagli “sbulunati” – gli svitati – quelli che si allentano che non partecipano alla regolarità logica della vita. Allo stesso tempo, quella parola nel suono, Anna Pavone l’ha collegata alla luna, che cambia faccia repentinamente, che muta come un vento: “così mi è piaciuto pensare alla follia, alla sua etimologia indeuropea che significa “fiato”, dunque voce, “vento traverso” appunto.Manomano che scriveva Anna Pavone si è chiesta se fosse corretto utilizzare la parola “pazzo”, se fosse politicamente corretto. Sono stati proprio loro a darle una risposta: “io non ho niente da guarire – le ha detto uno di loro – Io sono pazzo.”Carmelo Florio dal canto suo ha apprezzato moltissimo un libro grazie al quale si parla di psichiatria in maniera diversa, “a maggior ragione in tempi in cui il senso dell’insicurezza è altissimo e i pazienti psichiatrici vengono accomunati ai migranti, ai delinquenti ai violenti. Allora la mia, la nostra, quella della società civile diventa una missione di controllo sociale.” Per Angelo Scandurra, l’editore-poeta con “Vento traverso” Anna è riuscita a raccontare un mondo – che è anche il nostro mondo – in maniera delicatissima, senza supponenza, senza distacco”. Un prodigio assoluto a favore di quelli “che non sono mai accaduti.”