NOTO – “Miti, Eroine e Ribelli, tra Caravaggio, Artemisia Gentileschi e Tamara de Lempicka” è il titolo
della mostra, tutta al femminile, che apre i battenti oggi, e sarà visitabile fino al 23
ottobre prossimo, nei locali del settecentesco ex collegio dei Padri Gesuiti che oggi ospita il
Convitto delle Arti – Noto Museum.
Questa mattina, nella Sala degli Specchi del Comune, la presentazione ufficiale dell’esposizione,
che cade nel ventennale dell’iscrizione della città e degli altri sette centri tardo-barocchi del Val di
Noto nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità dell’Unesco.
Corrado Figura, sindaco di Noto: “La mostra è un intrigante e meraviglioso viaggio nel mondo
femminile, dove sono presentate vite e personalità determinate, imprudenti, virtuose, passionali e
coraggiose pronte a combattere una lotta ideologica con il proprio tempo, superando ostacoli,
incomprensioni soprusi e condanne. Donne ribelli e disobbedienti che trovano un posto nei circoli
intellettuali dominati da una cultura maschile dove riescono ad affermarsi grazie all’intuito, alla
perseveranza, a una forza morale e creativa. Donne che difendono il proprio popolo, il loro amore,
la loro sorte, donne che con le loro vicende raccontano equilibri e trasgressioni e mettono in
evidenza la loro anima senza paura. Tra queste, una eroina come Artemisia Gentileschi, che già nel
Seicento rivendica la propria libertà e denuncia con fermezza e tenacia lo stupro di Agostino Tassi,
affrontando un processo doloroso tra il vituperio della gente comune”.
Gianni Filippini, produttore della mostra: “Guardiamo al ruolo di Noto nell’ambito degli scenari
culturali. Questo è un progetto iniziato nel 2016 che ha scandito nel corso di questi anni delle nuove
iniziative puntando sulla qualità dei contenuti. È necessario programmare il prossimo triennio per
anticipare in un più ampio progetto strategico tutte le attività che dovranno essere messe a sistema,
coinvolgendo tutti gli attori principali e protagonisti del territorio”.
Tamara Cini e Pierluigi Carofano, curatori della mostra: “Protagonista della mostra è il
femminile, agito, pensato, descritto e sentito. La donna nell’arte raccontata nel mito, pregata nel
culto religioso, osservata nel suo essere quotidiano in spazi privati e mondani. Mito, una
narrazione fantastica che ha un valore religioso e simbolico e racconta di gesta compiute da divinità
ed eroine per dare una spiegazione ai fatti della vita sia ai fenomeni naturali sia alle domande
sull’esistenza come il mistero della vita e della morte. Eroina, essere semidivino, protagonista di
imprese eccezionali e prodigiose. Ribelle è l’artista donna che trova posto nei circoli intellettuali
dominati da una cultura maschile dove riesce ad affermarsi grazie all’intuito, alla perseveranza a una
forza morale e creativa”.
Intervenuto alla presentazione anche Fabio Forti Bernini, proprietario della Maddalena
Addolorata (o piangente) di Caravaggio – opera sovrapponibile a un dettaglio della famosa pala
d’altare La Morte della Vergine -, tra i lavori esposti nei prossimi mesi al Convitto delle Arti.