MUSICA&PAROLE: I CONSIGLI DI LORENZA
Capitolo 8. “Come un respiro”, Ferzan Özpetek
COME UN RESPIRO|SINOSSI
È una domenica mattina di fine giugno e Sergio e Giovanna, come d’abitudine, hanno invitato a pranzo nel loro appartamento al Testaccio due coppie di cari amici. Stanno facendo gli ultimi preparativi in attesa degli ospiti quando una sconosciuta si presenta alla loro porta. Molti anni prima ha vissuto in quella casa e vorrebbe rivederla un’ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l’esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre.
Ferzan Özpetek, al suo terzo libro, dà vita a un intenso thriller dei sentimenti, che intreccia antiche e nuove verità trasportando il lettore dall’oggi alla fine degli anni Sessanta, da Roma a Istanbul, in un emozionante susseguirsi di colpi di scena, avanti e indietro nel tempo. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l’Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.
COME UN RESPIRO|RECENSIONE
«Dolore. Una parola che dice tutto, ma non spiega nulla. Hai mai notato che contiene il termine “dolo”? C’è un’ambiguità nella sofferenza. e solo tu puoi sapere quanto me fin dove possa portare. Quando ami davvero, sai essere pronta a tutto. Al fulmine e alla tempesta. Alla pioggia e alla siccità. Non puoi sapere fin dove ti spingerà quel sentimento che ti consuma. Non riesci nemmeno a distinguere la felicità dalla disperazione, perché in amore spesso l’una è la ragione dell’altra. Adesso, però, non voglio più pensare al passato. Per me, partire è stato come salire sulla montagna più alta: mi affaccio dalla cima e ogni cosa mi appare minuscola e insignificante, mentre l’orizzonte si apre ai miei piedi, colmo di possibilità. Dovresti provarci anche tu. Il dolore rimane, ma resta acquattato in fondo all’anima, e tu ti senti invadere da uno strano senso di sfida. […] Non è facile, ti confesso. Ogni tanto, la forza di volontà mi abbandona e allora la disperazione mi invade. Ripenso a quanto ho perduto – a quanto abbiamo perduto – e mi lascio andare, letteralmente. Mi sdraio sul letto e vorrei solo morire. Ma poi mi faccio forza. E torno a sperare. Non in un futuro migliore, ma almeno differente. Ricaccio indietro le lacrime e mi costringo a sorridere. Funziona: sto scoprendo che il modo più efficace per restare a galla è obbligarmi alla spensieratezza».
“Come un respiro”: si intitola così il nuovo libro di Ferzan Özpetek, uno dei migliori registi contemporanei di cui il cinema italiano può certamente vantare la produzione. Il libro – scritto come fosse una sceneggiatura – si caratterizza per una minuzia di particolari capace di catapultare il lettore in una Istanbul magica, sensuale e tollerante con i suoi sapori e odori quasi percepibili, gli antichi hamam, i palazzi ottomani che si specchiano nel Bosforo e i vecchi quartieri oggi scomparsi. “Come un respiro” è, dunque, già pronto per diventare un film; uno di quelli con il finale aperto che, se da una parte ti lascia quel filo di delusione per tutti quei dubbi sollevati e mai sciolti, dall’altra ti offre la possibilità di trovare una tua personale risoluzione a quella storia e a quei problemi. D’altronde, nella vita reale non tutte le storie hanno un lieto fine e non tutti i dubbi trovano la verità che ricercano. Ferzan Özpetek tiene così il lettore col fiato sospeso. Soltanto sul finale, infatti, i vari tasselli troveranno il giusto incastro e tutto avrà finalmente un senso.
La narrazione – fluida e incalzante – è condotta a due voci. Il racconto di Adele, che ripercorre la sua vita con amarezza e qualche rimpianto, si interseca, infatti, con quello di Elsa che da Istanbul continua a scrivere alla sorella lettere colme di vita e di dolore, nonostante quest’ultima le rimandi ogni volta indietro al mittente. Molto caratteristica è, inoltre, l’alternanza temporale dei racconti. Di fatto, Adele parla al presente mentre il racconto di Elsa è ambientato nella Istanbul degli anni ’70.
L’abilità di Ferzan Özpetek consiste nel soffermarsi e nell’analizzare tutti quei piccoli dettagli che, insignificanti agli occhi dei più, custodiscono un senso profondo e che si rivelano così di fondamentale importanza per lo sviluppo della trama. L’autore si rivela, inoltre, un ottimo pittore nel tratteggiare le personalità dei suoi personaggi. Non c’è un solo sguardo di cui Özpetek non fornisce una descrizione. Ed è così che, pagina dopo pagina, Sergio, Giovanna, Giulio, Leonardo, Annamaria, Elena, Elsa e Adele diventano sempre più reali. A colpirmi è, però, la gentilezza e il tatto con i quali Ferzan racconta le loro storie. Il suo approccio è tutt’altro che distaccato!
“Come un respiro” è, in conclusione, un romanzo psicologico che vi consiglio vivamente di leggere. Ottimi sono gli spunti di riflessione forniti dall’autore. La storia di Elsa e Adele ci insegna quanto la verità paghi sempre nonostante talvolta possa far male alle persone a cui volgiamo bene. La verità, infatti, rende liberi; la menzogna, invece, imprigiona. Non conta quante volte sei caduto, ma quante volte ti sei rialzato.
BUONA LETTURA!
Lorenza Ferraro
L’articolo è stato pubblicato in data 12 dicembre 2020 su https://www.clusteradv.it/.
Si ringrazia l’agenzia di comunicazione Cluster ADV per la gentile concessione.