CARLENTINI – Riscoprire le tradizioni, far sì che non cadano nel turbinio della modernità, che tutto cancella e che tutto azzera, vuol dire riscoprire ciò che eravamo, siamo e saremo, anche in tempo di Covid 19. La Pandemia non ha fermato la realizzazione dei presepi in casa. Ogni famiglia ha realizzato, in questo periodo, un presepe di piccole o grande dimensioni. Per questo, è importante raccontare anche quelle cose, che al passare dei decenni, rimangono ancorate al patrimonio familiare e quindi alla città in cui si vive e si lavora. Quella di Carmelo Finistrella che ha ereditato il presepe di famiglia che la mamma Anna realizzava con amore e passione ogni Natale a casa a Pozzallo, dove Carmelo ha vissuto fino al matrimonio. Una tradizione che si perpetua da più 60 anni. Cosi Carmelo Finistrella, un ventennio fa, si è trasferito a Carlentini dove si è sposato con Sonia Marangia, Carmelo non ha abbandonato quella tradizione di famiglia. Ogni Natale in una stanza della sua abitazione, nel centro storico della città, realizza il bellissimo presepe. “Mia suocera Anna – racconta la signora Sonia – era un grande appassionata di presepi, una che amava le tradizioni e il presepe in particolare. È stata lei a trasmettere questa passione ai figli, in particolare a mio marito. Dal ’60 ogni anno mia suocera aggiungeva qualcosa in modo che era sempre diverso, sempre più vivo per ricordare che il presepe era un momento particolare e di grande riflessione spirituale”. Carmelo ha ereditato l’amore e la passione per il presepe dalla mamma che non c’è più e dall’alto lo guida in tutte le scelte della vita. E’ per questo ogni anno realizzando il presepe fa rivivere la passione e l’amore della mamma per quella tradizione che Carmelo oggi continua a portare avanti, guardando e facendo rivivere quei momenti magici alla famiglia e ai figli. Una vera magia che Carmelo compie nel sistemare tutte le statuine alll’interno delle grotte. Guardando il presepe si ha la sensazione di essersi sempre persi qualcosa e si ritorna indietro cercando di guaardare con attenzione ogni grotta che racconta una storia e un lavoro, ogni qual volta lo si guarda: c’è sempre un personaggio che non si è osservato la volta precedente. Ogni cosa ha una propria collocazione, puntuale e organica con il resto: sono tantissime grotte con le statuine che riproducono gli antichi mestieri: la lavandaia che stende i panni in tessuto, il mugnaio, il calzolaio: tutto sembra essersi fermato al passato. Carmelo per realizzare il presepe, composto da oltre 300 statuine, impiega due mesi con pazienza, amore e passione. Per sistemare le statuine impiega più di un giorno, perchè, secondo lui, i personaggi debbono parlare a ciascuno di noi che guardiamo il presepe. È come se fosse davvero, guardando, la grotta di Betlemme e descrivere tutto sarebbe impossibile, questo presepe merita di esser visto. Perciò ve lo raccontiamo così come l’abbiamo visto noi, con lo stesso stupore dei bambini: ecco la magia del Natale prende vita, anche in tempo di incertezze, di distanziamenti di ristrettezze e di problemi causati dalla Pandemia.