Oggi, 25 novembre, Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne.
Una donna in silenzio? Va’ sempre ascoltata. E non dico sentire. Va’ ascoltata con lo sguardo, col cuore e con l’anima.
Una donna in silenzio ha bisogno di attenzione. Una donna chiusa nel proprio dolore, nel proprio io, senza più voglia di vivere, necessita di considerazione . Non è normale pensare che non ci riguardi. Non è normale rimanere indifferenti.
Io Veronica sono sicuramente la persona meno indicata per fare la morale a qualcuno, per scrivere parole su parole o, semplicemente, per ricordare di tristissime vicende, ahimè, diventate routine.
Di quali vicende parlo? Di tutte quelle che coinvolgono ogni giorno centinaia di donne. Routine di violenza. Violenza spesso avvenuta all’interno del nucleo familiare.
I numeri sono terrificanti, in Italia, infatti, ogni giorno si registrano sempre più casi di violenza. Ne è vittima una donna su tre. Sono numeri, e quindi, percentuali, altissime. Le vittime? Donne di qualsiasi età, di qualsiasi nazionalità, di qualsiasi ceto sociale. Donne punto.
Da donna, da figlia, da sorella, da amica, tutto ciò mi fa riflettere molto. Sai perchè? Perchè non è normale che sia normale. Eppure, non ci stupisce più nulla e niente. Non ci meravigliamo più.
E le assurdità più atroci e tristi, le stesse che alle nostre nonne facevano venire i brividi; quelle per le quali i nostri padri ci rimproveravano severamente e le nostre madri provano e riprovano a spiegarci, ci lasciano indifferenti e impassibili.
Educhiamo i nostri figli al rispetto in generale e, nello specifico, smettiamola, anche attraverso piccoli ma non insignificanti gesti, di convincere i nostri figli maschi che siano superiori alle donne. Perché questo accade.
Accade quotidianamente e, molte volte, siamo così immersi in atteggiamenti maschilisti da non rendercene nemmeno conto. Facciamo attenzione anche sui social, da dove spesso e volentieri, tutto ha inizio.
Piuttosto attraverso i nostri profili social, ricordiamo più spesso che la violenza, non è routine. Prevaricare, picchiare non fa’ fighi, fa’ solo idioti.
Sono sincera, mi mancano le parole. Strano, eh? O forse no, perché questo, così come quello trattato la scorsa settimana, è uno di quei temi che mi emoziona e mi sensibilizza tanto.
Tant’è che in questo nuovo pezzo credo che anche una sola parola in più, o una sola parola in meno possano far male. Lo stesso male che ogni donna, attraversa ogni qual volta subisce una violenza sia essa fisica, sia essa verbale o psicologica.
Non importa né il genere, né la forma. Credo che chiunque maltratti una donna va’ denunciato, va’ isolato.
Donne abbiate, (abbiamo) il coraggio di denunciare perché, purtroppo, esistono uomini malvagi. Non abbiate paura: denunciate (denunciamo!) sempre. Non siete (siamo) sole. Ricordate: 15 22
E a te, donna come me, voglio lasciarti un messaggio. E’ lo stesso che ripeto a me ogni giorno:
Donna, sappiti comportare. Intelligenza, dignità e rispetto di te stessa. Divertiamoci si, sono io la prima a farlo, ma rispettati prima di pretendere (giustamente) rispetto. A te, donna, come me, dico ancora: non provocare, non tutti hanno l’intelligenza e la voglia di capire. Vivi in BenEssere per te. Per la persona che Sei. Senza Se e senza Ma.
“La violenza sulle donne è forse la più vergognosa violazione dei diritti umani” (Kofi Annan).