Viene celebrato, oggi, l’81° anniversario del dies natalis di San Luigi Orione (12 marzo 1940 a Sanremo). Oggi la Famiglia carismatica orionina è diffusa in 35 nazioni nel mondo con i Figli della Divina Provvidenza, le Piccole Suore Missionarie della Carità, l’Istituto secolare orionino e il Movimento laicale orionino. Dopo una vita spesa a servizio degli ultimi, anche al di là delle proprie forze, nell’inverno del 1940, già sofferente di angina pectoris e dopo due attacchi di cuore aggravati da crisi respiratorie, Don Orione si lasciò convincere dai confratelli e dai medici a cercare sollievo in una casa della Congregazione a Sanremo, anche se, come diceva, «non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo». Dopo soli tre giorni, circondato dall’affetto e dalle premure dei confratelli, Don Orione morì il 12 marzo, sospirando: «Gesù! Gesù! Vado». Pio XII alla sua morte ebbe a definirlo “padre dei poveri e insigne benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata”. La sua salma, contesa dalla devozione di tanti devoti, ricevette solenni onoranze a Sanremo, Genova, Milano, terminando l’itinerario a Tortona, ove venne tumulata nella cripta del santuario della Madonna della Guardia. Papa Giovanni Paolo II lo ha beatificato il 26 ottobre 1980, presentandolo alla Chiesa come “una meravigliosa e geniale espressione della carità cristiana”. Il 16 maggio 2004 è stato proclamato Santo. “Il Santo, che era nato a Tortona il 23 giugno 1872, aveva i quattro grandi amori che l’hanno sempre ispirato nella sua vita: Gesù, Maria, Papa e anime”, ricorda una nota odierna dell’Opera Don Orione. Questi valori ispiratori spingevano San Orione a “vivere e diffondere la conoscenza e l’amore di Gesù Cristo, della Chiesa e del Papa, specialmente nel popolo e tra i poveri più lontani da Dio e più abbandonati”, affinché “ogni persona possa trovare la propria dignità e la libertà dei figli di Dio”. Per San Luigi Orione, “l’amore a Gesù si esprimeva in un enorme amore caritatevole e attivo agli umili e ai poveri, al fine di portarli all’unione col Papa e con la Chiesa, per ‘instaurare omnia in Cristo’”.
Come conseguenza di un incondizionato amore di Dio, San Luigi Orione ha coltivato un profondo rispetto per la persona umana per “servire negli uomini il Figlio dell’Uomo”. Diffondeva anche un senso profondo di appartenenza alla Chiesa e al Papa: “Nessuno ci vinca nell’amare con tutte le nostre forze il Papa e la Chiesa, nessuno ci vinca nell’amore, nella devozione, nella generosità verso la Madre Chiesa e il Papa”.
“E in tutta la sua vita ha sempre avuto un’enorme fiducia nella Divina Provvidenza, che lo portava a vivere lo spirito di povertà: ‘La perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione a Dio e agli uomini’”, conclude la nota.