LENTINI – La “famiglia” Santapaola-Ercolano di Catania e il clan Nardo facevano affari insieme, nel traffico di droga e nel controllo del tessuto imprenditoriale, ma avevano anche contrasti economici in settori economici criminali. Ed erano in grado di infiltrarsi nel settore della pubblica amministrazione. Come nel Comune di Caltagirone dove emergono contatti tra alcuni dipendenti dell’amministrazione che favorivano imprese contigue a Cosa nostra «modellando i bandi» per aziende vicine al figlio dello storico capomafia «Ciccio», deceduto nel dicembre 2020, e indicato come «l’indiscusso capo dell’omonimo clan». E’ quanto emerge dall’inchiesta Agorà della Dda di Catania basata su indagini dei carabinieri del Ros di Catania e del comando provinciale di Siracusa che ha portato all’arresto di 47 persone e alla notifica di un’ordinanza non restrittiva per altri nove indagati. Nell’inchiesta sono indagati anche alcuni dipendenti del Comune di Caltagirone, nei confronti dei quali saranno notificati degli avvisi di garanzia. Militari dell’Arma hanno sequestrato nove società attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei servizi cimiteriali per un valore stimato dagli investigatori in circa 10 milioni di euro. Scoperto anche un traffico di droga che, durante le indagini, ha portato al sequestro di 108 chili di marijuana, 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish. L’inchiesta fa il punto sulla attuale situazione delle “famiglie” di Cosa nostra tra Catania e Siracusa. Gli arrestati sono gravemente indiziati, con 26 diversi capi d’imputazione contestati dalla Dda, di associazione mafiosa, traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni pluriaggravate, illecita concorrenza, turbata libertà degli incanti e trasferimento fraudolento di beni. Reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Alle indagini, avviate nel 2016 come prosecuzione del procedimento “Chaos”, hanno contribuito le dichiarazioni di 16 collaboratori di giustizia. Secondo la Dda di Catania, grazie alle indagini di carabinieri del Ros e del comando provinciale di Siracusa, è stata «documentata la riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso che è riuscito a mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle estorsioni, del recupero crediti e della cessione di stupefacenti». Per l’accusa, è stata anche «accertata la capacità dei clan di infiltrarsi nell’economia lecita, in particolare nel settore dei trasporti su gomma e in quello dell’edilizia, e di influenzare i processi decisionali degli enti locali, come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la manutenzione stradale curati dal Comune di Caltagirone». Il sindaco del Comune di Caltagirone, Fabio Roccuzzo, che si è insediato da circa otto mesi, ha annunciato la costituzione come parte civile dell’Ente nell’eventuale processo.