PACHINO – I pedofili, i pedopornografi e gli abusatori dei bambini nel 2018 sono ancora più organizzati e strutturati a livello criminale: producono, scambiano, detengono e divulgano attraverso il web molte più foto e video. Inenarrabili nel loro contenuto: bambini sempre più piccoli (neonati e preadolescenti sono i preferiti dagli abusatori pedofili). In aumento i bambini di sesso maschile, stabile la preferenza femminile. I numeri del Report 2018 sono le formali e dettagliate denunce inoltrate alla Polizia Postale italiana e quelle estere oltre ai numerosi Host e Server provider di tutto il mondo: i numeri, ne siamo consapevoli, dichiara don Di Noto presidente e fondatore di Meteronlus (www.associazionemeter.org), non raccontano tutto: la realtà è sempre più orribile.
Diminuiscono i link e le chat, ma i numeri sono sempre impietosi: il mondo della pedopornografia online è un’industria come sempre fiorente a dispetto dell’economia mondiale. Sono questi i dati reali e riscontrabili (ogni numero rappresenta un bambino già abusato e schiavo di queste nuove forme di sfruttamento sessuale) indicati dal Report 2018 presentato oggi presso la Sede Meter di Pachino (SR).
SU VIDEO E FOTO, GIÙ LINK E CHAT– I dati registrati dall’OSMOCOP, l’Osservatorio mondiale contro la pedofilia, eccellenza Meter, dicono che nell’anno appena passato sono scese le segnalazioni inviate al CNCPO – Centro nazionale di contrasto alla pedofilia online gestito dalla Polizia di Stato: da 3.137 nel 2017 a 1.780 nel 2018. Lieve flessione anche per i link monitorati, da 17.299 a 14.179, così come le segnalazioni da utenti ricevute tramite il form presente sulla pagina web di Meter,www.associazionemeter.org: da 302 a 224. È in aumento la quantità di foto rinvenute tramite il monitoraggio, da 2.196.470 a 3.053.317. Cresce anche il Deep Web, il lato oscuro della Rete: da 50 a 261 segnalazioni. Aumentati anche i video segnalati, da 985.006 a 1.123.793.
TONGA (.to), IL DOMINIO PIÙ RILEVANTE, A SEGUIRE GUERNSEY (.gg) NEL CUORE DELL’EUROPA E IL TERRITORIO BRITANNICO DELL’OCEANO INDIANO (.io) – Per quanto riguarda i domini di primo livello, le “targhe” internazionali di siti e portali con materiale pedopornografico, Tonga mantiene saldamente il primo posto in classifica: 1.717 segnalazioni contro le 10.096 del 2017. Al secondo posto Guernsey, isola nel canale della Manica nel cuore dell’Europa: è di fronte alle coste nordoccidentali della Francia, ma dipende dalla Corona Britannica pur non appartenendo al Regno Unito. Da notare che nel 2017 al secondo posto c’era, con 1.150 segnalazioni, la Russia (ora solo 157 segnalazioni, al 12° posto). Terzo posto non efficacemente controllato dagli organi di polizia e dai responsabili dei registri dei domini, è il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano: sei atolli, oltre 1000 isole e la base militare americana di Diego Garcia. In questi domini viene trafficato materiale indicibile e vergognoso. Nel 2017 con 1.091 segnalazioni c’erano Saint Pierre et Miquelon, che adesso non sono in classifica. L’Italia è quindicesima con 71. In linea generale i domini di primo livello si sono dimezzati: da 13.756 nel 2017 a 7.714 nel 2018.
IMPORTANTE COLLABORAZIONE TRA METER E IL RESPONSABILE DEL DOMINIO TONGA (.to) – Nel corso del 2018 è stata chiusa la piattaforma di file sharingDropfile.to, che nel 2017 aveva raggiunto il maggior numero di link (10.096) di materiale pedopornografico. Nell’aprile 2018 il rappresentante di dominio per “.to” ha contattato Meterriguardo ai dati del Report 2017, definendosi allarmato e affermando che il Regno di Tonga ha tolleranza zero sulla pornografia infantile che, quando segnalata, viene prontamente rimossa. Tale collaborazione è tuttora in corso.
OCEANIA – Come detto in precedenza, in Oceania la prima rimane comunque Tonga con le 1.717 segnalazioni accumulate nel corso del 2018; Wallis e Futuna assommano a 393. Anche il dominio della Nuova Zelanda (.nz) 273 è posto sotto l’attenzione della Polizia Neozelandese e server provider (mega.nz), che puntualmente ad ogni segnalazione rimuove il materiale e inoltra i dati alla polizia locale. Il totale delle segnalazioni, aggiungendo Palau, West Samoa, Isole Cocos e Tokelau, sono 2.750.
ASIA, DOPO IL TERRITORIO BRITANNICO DELL’OCEANO INDIANO ECCO PAKISTAN E TAIWAN – Spostandoci in Asia, il Territorio Britannico dell’Oceano Indiano tocca quota 912, seguito da Pakistan (586), Taiwan (43), Indonesia (9), Giappone (4). Per un totale di 1.554 segnalazioni.
EUROPA, GUERNESEY, FRANCIA E ALBANIA IN TESTA – Ed eccoci nel Vecchio Continente. Qui abbiamo il territorio di Guernesey, dipendente dalla Corona britannica (1.108), seguito da Francia (702), Albania (302). La Russia tocca quota 157 ed è quarta, quinta l’Italia con 71, sesta la Germania con 24. Tra i suffissi abbiamo l’ex Unione Sovietica, la “targa” “.su” con 6 segnalazioni a pari merito con la Polonia, seguita da Islanda (4) e l’Unione Europea a chiudere con 3. Segnalazioni totali: 2.432. Le segnalazioni sulle piattaforme con dominio“.fr, .de, .ch, .sk”sono puntualmente inoltrate alle Polizie preposte al contrasto. Non sempre vi è un riscontro operativo nell’azione investigativa, anche a distanza di anni, i portali pedopornografici rimangono attivi. Con la Polizia Italiana e Polacca, con le quali sussiste un formale Protocollo, le azioni sono gestite in modo molto incisivo.
IN AMERICA, HAITI, COLOMBIA E GROENLANDIA – È composto dai soli tre contatti: Haiti (600 segnalazioni), Colombia (230), la Groenlandia con 5. Totale 835.
AFRICA: MAYOTTE, LIBIA E GABON – Chiudiamo la classifica delle segnalazioni di Metercon l’Africa: Mayotte si ferma a quota 131, seguita dalla Libia (8), il Gabon e la Guinea Equatoriale a 2. Totale 143.
SONO N. 33 LE NAZIONI COINVOLTE NEL 2018.
MA DOVE SI TROVANO I SERVER? – I suffissi delle segnalazioni sono le “targhe” dei siti che vengono segnalati da Meter alla polpost italiana grazie all’OSMOCOP, ma non indicano la collocazione geografica dei server, e cioè dove si trovano fisicamente i computer che contengono quei portali. Un po’ come chi gira in Italia con un’auto dalla targa straniera per non pagare le multe, tanto per fare un esempio banale.
E infatti: 6.388 link segnalati sono fisicamente allocati in Europa (picco di rilevazioni a luglio, 1.809), 5.826 in America (picco con 1.190 segnalazioni a gennaio); 155 in Asia (picco a 121 in marzo), 120 in Africa (picco a 76 in febbraio); 31, infine, sono allocati in Oceania (picco a 29 in marzo). Analizzando i dati del Report 2018 a confronto con quello 2017, la situazione non è cambiata: Europa, America, Asia, Africa e Oceania sono nello stesso ordine ma rispetto al 2017 sono scesi i link europei (da 8.117 a 6.388) e americani (da 6.341 a 5.826), aumentati invece nel resto del mondo: da 70 a 155 in Asia, da 37 a 120 in Africa, da 3 a 31 in Oceania.
166.222 LINK DENUNCIATI DAL 2003 AL 2018 – Se guardiamo al numero totale di segnalazioni, negli ultimi 15 anni siamo arrivati a 166.222 link; il picco è stato nel 2017 (17.299), 15.946 nel 2012, 13.766 nel 2010. Il dato più basso sono i 3.480 del 2007. A proposito del monitoraggio, dicembre è il mese di massima divulgazione e commercio delle foto (1.390.262), mentre per i video il picco si tocca a luglio con 262.264. Tutto considerato, i numeri sono purtroppo ogni anno in costante aumento e risulta sempre più complicato monitorare un fenomeno che sfrutta la potenza del web e la connivenza di chi gestisce gli spazi in cui prolifera quest’attività criminale, malgrado le collaborazioni importanti che abbiamo costituito nel corso del 2018. Facciamo ancora presente il fatto che le foto e i video sono scambiati e venduti come fossero figurine di un album digitale con una quantità infinita di pagine. Si catalogano questi piccoli schiavi del desiderio di uomini e donne senza scrupoli.
IL MENU DEI PEDOFILI: BAMBINI FRA 8 E 12 ANNI, SEGUITI DA QUELLI FRA I 3 E 7 ANNI E 0 E 2, I MESI PREFERITI: LUGLIO E NOVEMBRE – Se guardiamo alle “preferenze” che i pedofili hanno in tema di materiale, il trend attuale è quello di scegliere link con bambini ritratti in foto e video d’età fra gli 8 e 12 anni, il picco di segnalazioni è luglio (quota 1.538). Seguono quelli fra i 3 e i 7 anni. Il mese in cui si scelgono in quantità è luglio, con 407 link segnalati; mentre quelli fra 0 e 2 anni sono “gettonati” di più a novembre (63). Inutile dire che la fascia 8/12 è facilmente preda dei cyber-pedofili perché sono navigatori inesperti e solitari.
FOTO: ETÀ 8/12 ANNI LE PIÙ RICHIESTE, SEGUONO 3/7 E INFINE 0/2 – E le foto? A novembre 2018 abbiamo segnalato 710.282 immagini; dicembre il mese per il picco delle foto in fascia 3/7 (683.392), infine agosto per quelle 0/2 (219). Queste foto appartengono alla cosiddettainfantofilia, ossia l’attrazione di adulti per bambini da pochi giorni a due anni. Parliamo di violenze su bambini inermi che non possono difendersi e che, se sopravviveranno, non racconteranno la violenza subita.
VIDEO: STESSA TENDENZA DELLE FOTO – Anche per i video i trend sono gli stessi: luglio è il mese per 261.524 file che ricadono nella fascia 8/12 anni; agosto per quelli 3/7 anni (178.364), novembre con 97 per la fascia 0/2 anni. La differenza tra i dati di monitoraggio e quelli totali per fascia d’età è riconducibile all’impossibilità di rilevare l’età anagrafica di alcuni bambini perché non sono ben visibili.