PALERMO – Danni irreparabili per le piccole e micro imprese siciliane a causa dei molteplici ritardi nella spesa dei fondi dell’Unione Europea. La gestione e la programmazione dei fondi europei si è fin qui rivelata assolutamente inadeguata alle esigenze delle imprese È la denuncia delle associazioni dell’artigianato regionale, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai. Le associazioni, in particolare, puntano il dito su due bandi. Il primo è quello sul “Sostegno all’avanzamento tecnologico delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala”, pubblicato a giugno 2017 con una dotazione finanziaria di 56.062.268,80 euro poi aumentata a 123.162.848,90 euro visto il numero elevato di progetti presentati.
L’altro bando al palo è, invece, quello pubblicato a settembre 2017 sul “Sostegno per la creazione o sviluppo di imprese extra agricole nei settori commercio – artigianale – turistico – servizi – innovazione tecnologica” che ha visto la partecipazione di centinaia di piccole imprese agricole in tutta la Sicilia. La dotazione finanziaria è pari a 20.000.000,00 e ad oggi sono state pubblicate solo le griglie di ammissibilità relative alle provincie. “Per quanto riguarda il bando sul sostegno all’avanzamento tecnologico – denunciano le associazioni degli artigiani – in due anni è stato solo approvato l’elenco delle istanze ammissibili e non sono state ancora pubblicate le graduatorie dei progetti ammessi, vincolando di fatto le centinaia di imprese che vi hanno partecipato a non potere sviluppare altri progetti e a non potere attuare eventuali variazioni societarie o sociali significative. Chi ha partecipato al bando ed aspira ad un aiuto dell’UE – denunciano Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai – è da due anni in attesa di sapere se riceverà l’aiuto o meno perché il dipartimento delle Attività Produttive della Regione non è stato in grado di adempiere nelle normali tempistiche, l’attuazione dei progetti relativi all’Azione 1.1.5”. Due anni di inutili attese anche per il bando è relativo al Programma di Sviluppo Rurale: “Anche in questo caso dopo due anni dalla partecipazione al bando, le piccole e micro imprese si vedono vincolate al rigoroso ‘regime de minimis’, per cui per potere accedere al finanziamento di progetto dovranno sottostare alle condizioni di contratto stipulate per la partecipazione al bando precludendosi ulteriori potenziali possibilità di sviluppo o di ampliamento societario”. Le associazioni degli artigiani vogliono quindi scuotere il governo regionale affinché si metta fine a questi inaccettabili ritardi. “Analizzando solamente questi due bandi, le piccole e micro imprese del tessuto imprenditoriale siciliano che hanno partecipato e sono coinvolte sono circa duemila– denunciano le sigle degli artigiani –. Nessuno poteva immaginare tali tempistiche da parte della Regione Sicilia. Siamo anche indignati per il mancato raggiungimento dei target di spesa per l’Asse 1 e l’Asse 3: Assi e Obiettivi Tematici importantissimi per il reale sviluppo della nostra regione e di tutto il comparto imprenditoriale. Avere fallito questi obiettivi – sbottano Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai –, significa non solo non avere centrato la spesa certificata prevista al 31 dicembre 2018, ma soprattutto non aver soddisfatto tutte le richieste delle imprese beneficiarie che aspettano da mesi le agevolazioni, i cui effetti avrebbero garantito sviluppo e lavoro. Ma al danno si aggiunge la beffa. Per il prossimo anno saranno tagliati 31 milioni in questi obiettivi tematici”. Per le associazioni è ingiusto questo modus operandi dell’amministrazione pubblica. “Che vantaggi ne trae la Regione Sicilia nel non spendere le risorse comunitarie? Perché non vengono aiutate le imprese siciliane?Il buon fine auspicato dalla Commissione Europea con l’aiuto dei fondi comunitari viene di fatto annullato e convertito in impossibilità di sviluppo – continuano le sigle degli artigiani –.Considerando la programmazione dell’Unione Europea dal 2014 al 2020, trovandoci ad oggi nel luglio del 2019, chiediamo come possa essere possibile che ancora non siano stati avviati i progetti relativi a questi due bandi, considerando anche che ogni progetto ha una durata da 1 fino a 3 anni per lo svolgimento e la rendicontazione della spesa. Basta silenzi. Basta ritardi. Le rassicurazioni del presidente Musumeci e dell’assessore Turano non bastano. Vogliamo subito un incontro con il Presidente della Regione”.