PALERMO – “La Sicilia brucia per mano criminale. Ma la politica regionale si assuma le proprie responsabilità per i tanti annunci mai seguiti dai fatti, per avere negato a questa terra un sistema efficiente e stabile di prevenzione e rimboschimento. La campagna elettorale si occupi di questo, piuttosto che di vuoti slogan e di corsa alle poltrone”.
Lo afferma Nino Marino, segretario generale della Uila Sicilia, che ricorda “come un’altra legislatura all’Ars sia finita senza l’approvazione di una riforma forestale, una riforma vera, sollecitata non solo dai sindacati ma anche e soprattutto da centinaia e centinaia di amministrazioni comunali, consapevoli di rischi e necessità delle loro comunità”. “La nostra terra – aggiunge Marino – è la più colpita dagli incendi, quindi anche la più esposta al dissesto idrogeologico. Se proprio la politica si ostina a non ascoltare appelli e proposte delle organizzazioni sindacali, almeno dia retta a Legambiente che pone la Sicilia come primo tra i territori italiani da presidiare con maggiore efficacia durante tutto l’anno per combattere l’emergenza-roghi”.
Il segretario Uila afferma ancora: “Non ci vuole molto a comprendere che sono necessari investimenti in risorse umane e tecniche per sbarrare la strada ai sicari di futuro, del nostro futuro. Servono professionalità a tempo pieno nella Forestale, non lavoratrici e lavoratori condannati a una vita da precari, perché si possa finalmente passare dalla gestione dell’emergenza alla pratica ordinaria di manutenzione e messa in sicurezza del territorio. Serve un esercito della salvezza ambientale a cui affidare anche gli interventi in aree demaniali non incluse nel patrimonio forestale. Giocare col fuoco, che sembra uno degli sport preferiti alla Regione, ha portato al disastro di questi giorni. La criminalità sentitamente ringrazia”.