PALERMO – La pandemia, nell’ultimo anno, ha certamente esasperato la crisi economica delle imprese siciliane. Le misure finanziarie messe in campo, a livello nazionale, non riescono a sopperire ai mancati guadagni ed alcuni comparti, come quello dei ristoratori e degli albergatori, sono particolarmente in sofferenza. Spesso si registrano perdite, rispetto al precedente anno, di oltre l’80% che costringono molti esercizi a rimanere chiusi e, talvolta, a non avere neanche la prospettiva di rialzare la saracinesca. “Negli ultimi due anni l’Irfis ha lavorato per cambiare radicalmente la propria missione: non è più la Banca della Regione, ma si è trasformata nella Banca a sostegno delle imprese siciliane”, dichiara il presidente Musumeci. “E sono i numeri a parlare: solo per fare un esempio: nel 2017, prima del nostro insediamento, l’Irfis aveva deliberato appena 59 finanziamenti. Nell’anno 2020 il numero delle imprese a cui l’Irfis ha dato un supporto economico è di circa 2.700. Sono soprattutto le imprese giovanili e femminili, le Start Up a chiedere ed ottenere un sostegno e, da ottobre di quest’anno, l’Irfis ha deliberato finanziamenti per oltre tremilioni e mezzo di euro, con tempi medi di istruttoria di appena quattro settimane. Un risultato su cui nessuno, prima, avrebbe mai potuto scommettere, grazie anche al lavoro messo in campo dall’assessore per l’Economia Gaetano Armao che segue con attenzione l’attività dell’Istituto ed ha concretamente voluto lo sblocco del Fondo Sicilia”. Dal mese scorso l’Irfis è diventata anche soggetto in house della Regione Siciliana ed ha completato il processo di trasformazione voluto dal governo Musumeci per diventare strumento operativo al servizio delle realtà produttive dell’Isola. Si tratta di un punto qualificante del programma del governo regionale, conseguito con notevole anticipo. Secondo i vertici dell’Istituto finanziario, i risultati innovativi costituiscono la base per ambire a servizi ancora più efficienti.