PALERMO – Le clarisse di Sicilia hanno aperto un portale comune dove è possibile conoscere storia e attività dei sette monasteri che intono sull’isola. Il sito è raggiungibile all’indirizzo www.clarissedisicilia.it.
Sebbene aperto da qualche giorno, il portale è stato presentato In occasione dell’11 di agosto, giorno in cui si celebra la festa di Santa Chiara d’Assisi, fondatrice dell’ordine delle clarisse, che è il primo ordine femminile della storia della Chiesa la cui regola è riconducibile a vivere in quello che Chiara definitiva “il privilegio della povertà” e alla vita in comune dedita alla preghiera.
LE CLARISSE DI SICILIA SUL WEB PER RACCONTARE LA VITA NEI SETTE MONASTERI DELL’ISOLAAl suo interno, in varie sottosezioni, è possibile conoscere la vita dei monasteri: gli orari delle giornate, la storia, i legami con la comunità, le attività che vi si svolgono, anche quelle dedicate al timido e garbato incontro con i fedeli, Rispettoso sempre delle norme della clausura. Ad accompagnare e in qualche modo presentare gli spazi claustrali e i lavoretti destinati all’”esterno”, sono le foto delle stesse clarisse, ritratte nelle loro attività quotidiane.
In una nota che accompagna la notizia, è spiegato che la storia della Sicilia registra la presenza dell’Ordine monastico delle Clarisse fin dai primi decenni, vivente ancora la stessa Chiara. Il primo monastero venne fondato a Catania nel 1220; il secondo a Messina nel 1223. Dei 53 monasteri fondati lungo i secoli nell’Isola, oggi ne rimangono solo 7 e sono fiorenti di vocazioni. Ben due nella Diocesi di Trapani: il più antico quello di Santa Chiara in corso VI Aprile ad Alcamo; l’altro, quello del Sacro Cuore si è trasferito in questi giorni presso l’ex convento dei Cappuccini ad Erice.
Nella realtà così come online, i monasteri sono collegati tra loro dalla Federazione intitolata a Sant’Eustochia Smeralda Calafato (1434-1485), “clarissa messinese che ha dato un forte impulso al movimento dell’Osservanza in Sicilia, per un ritorno autentico alla Regola originaria di S. Chiara. Secondo alcuni studi si pensa che il volto di Sant’Eustochia, il cui corpo è ancora incorrotto, si nasconda in quello del famoso dipinto dell’Annunziata di Antonello da Messina, suo contemporaneo e Terziario Francescano”. (Fonte: CeSi)