PALERMO – Sono stati circa 17.500 i mandati di pagamento contabilizzati dalla Ragioneria della Regione Siciliana nel solo mese di dicembre 2022. A rendere noto il dato l’assessore all’Economia Marco Falcone. «Malgrado le ristrettezze in termini di personale e la necessità di aggiornare alcuni processi organizzativi – afferma l’assessore – la chiusura contabile dell’anno scorso ha fatto registrare una buona performance dei nostri uffici, facendo sì che la Regione onorasse i propri impegni. Avevamo promesso di liquidare imprese, fornitori e aziende siciliane fino all’ultimo giorno utile del 2022 e così è stato, grazie anche alla dedizione delle nostre strutture».
«La certezza dei pagamenti della Regione, nei tempi indicati dai contratti – commenta il presidente della Regione Renato Schifani – è fondamentale per sostenere il tessuto produttivo dell’Isola, anche perché i ritardi hanno conseguenze importanti su migliaia di operai e impiegati. Il mio governo ha affrontato la questione in modo celere e serio e continueremo a lavorare per rendere sempre più efficiente il sistema».
Sul totale delle operazioni contabilizzate dagli uffici, soltanto meno del 6 per cento del totale non ha potuto concludersi e, nello specifico, 412 mandati dal dipartimento Infrastrutture e altri 500 circa restituiti a diversi dipartimenti per sanare alcune irregolarità. «Il primo gruppo di mandati – prosegue Falcone – è già stato riprotetto con appositi decreti di liquidazione e verrà ripagato dal 18 gennaio in poi. Per gli altri si procederà con la liquidazione una volta effettuate le necessarie correzioni e comunque entro febbraio».
«Riteniamo, inoltre – conclude l’assessore all’Economia – che tale percentuale di mandati non ultimati, già di per sé molto bassa, sarà ulteriormente ridotta negli anni a venire. Ciò in forza della regolarizzazione degli strumenti finanziari della Regione e della digitalizzazione delle procedure, cui il governo Schifani intende dare nuovo slancio, per mettere la Regione al passo del sistema socio-economico dell’Isola».