PALERMO – La crisi del sistema radiotelevisivo e il cambiamento del modo di fare informazione in tempo di pandemia in Sicilia sono stati i temi al centro di un webinar al quale hanno partecipato più di 250 studenti. L’evento, dal titolo ‘Covid 19 e diritto all’informazione. Tutela dei diritti fondamentali e delle attività economiche. Le competenze regionali’, è stato organizzato ieri pomeriggio dal Corecom Sicilia su piattaforma Zoom e in diretta Facebook.
Il presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Giacomo Lasorella, alla sua prima occasione di confronto pubblico con i Corecom dopo la nomina, ha aperto i lavori. “Di fronte all’emergenza sanitaria – ha detto – i Corecom d’Italia si sono dimostrati presidio fondamentale per la tutela di una corretta informazione, non hanno mai interrotto l’attività e hanno segnalato costantemente i casi più bisognosi di tutela”. Il presidente dell’Agcom ha assicurato la sua “grande attenzione ai Corecom”, elencando “la proposta di proroga di un anno dell’accordo quadro dei 2018 e la modifica del regolamento applicativo per la piattaforma Conciliaweb appena approvata”.
Ha introdotto i lavori, mettendo a fuoco le conseguenze della pandemia sul sistema radio televisivo in Sicilia, la presidente del Corecom Sicilia, Maria Astone: “La situazione, in particolare dei media tradizionali, è critica. Dal nostro monitoraggio, emerge che molte emittenti radiotelevisive non riescono ad autoprodurre servizi pari al 50 per cento della programmazione, come prevede la legge, per mancanza di personale, di risorse economiche e per i divieti dovuti all’emergenza sanitaria. Il calo della pubblicità ha ulteriormente ridotto i ricavi e aggravato la loro situazione economica. Anche il cartaceo in Sicilia è in grande difficoltà, come dimostra la crisi di uno dei più importanti giornali dell’isola, rispetto alla quale auspichiamo che si possa trovare una soluzione adeguata, anche a tutela dei giornalisti che svolgono brillantemente la loro professione”. La presidente del Corecom Sicilia ha quindi ricordato che “l’Ars, con una legge dello scorso maggio, è intervenuta a sostegno delle attività economiche siciliane, comprese quelle che erogano l’informazione”.
Per vice presidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao: “Gli interventi del governo nazionale hanno obbligato le regioni a ricorrere a risorse proprie, determinando ritardi negli interventi. Il governo regionale ha fatto il possibile per contrastare la crisi dell’editoria perché non ci può essere una democrazia funzionante senza un’informazione efficiente”. Il giornalista Alberto Cicero, intervenuto in rappresentanza dell’Assostampa, ha aggiunto: “Nell’emergenza Covid è fondamentale il ruolo dell’informazione, che deve essere svolto con professionalità ma anche in sinergia con tutte le istituzioni sociali come sanità, scuola, politica”. Quindi ha preso la parola Rino Cascio, caporedattore del Tg3Rai Regione Sicilia, per il quale “la pandemia ha cambiato il modo di fare informazione e il baricentro dei contenuti. La Rai ha garantito informazione pubblica corretta di fronte a provvedimenti che cambiavano in continuazione, a spazi di trasparenza che diminuivano, prestando grande attenzione alle fake news e facendo uno sforzo di equilibrio anche di fronte ad una comunità scientifica non sempre d’accordo”.
Dell’informazione sanitaria ha parlato il professore Giuseppe Nunnari, ordinario di Malattie infettive dell’Università di Messina: “L’informazione da parte dei medici sulla pandemia è stata spesso travisata ma oggi, per fortuna, i protocolli e le linee guida hanno una base scientifica più solida rispetto all’inizio dell’emergenza”. Secondo Ivana Nasti, direttrice Agcom: “E’ emersa la mancanza di un piano istituzionale di comunicazione armonizzato tra livello centrale e regionale. Sui social sono proliferate informazioni tanto veloci quanto sbagliate. Per ottenere dai cittadini comportamenti corretti le informazioni sanitarie devono essere fornite da persone con le quali c’è relazione umana di fiducia, non algoritmi. Servirebbe un piano triennale di educazione, informazione comunicazione sanitaria che veda protagoniste scuole, famiglie e medici di base”.
A portare i saluti istituzionali dell’Università di Messina è stato il professore Giovanni Moschella, per il quale “solo un’informazione efficace, completa e corretta fornisce ai cittadini consapevolezza sulla pandemia”. Al vivace dibattito hanno partecipato anche Alessandro De Cillis, coordinatore nazionale dei Presidenti Corecom, il neo Garante regionale per l’Infanzia, professore Giuseppe Vecchio e il commissario Corecom Sicilia Alfredo Rizzo, che ha sottolineato “la necessità di una centralizzazione della politica sanitaria e della relativa informazione”. La Presidente del Corecom Sicilia ha concluso evidenziato “la necessità, anche di fronte alla pandemia, di un tutela effettiva ed equilibrata dei diritti alla libera manifestazione del pensiero, all’informazione corretta, trasparente, veritiera lecita, alla salute collettiva, dai quali non si può prescindere se si vuole tutelare la dignità umana”.