PALERMO – E’ stato presentato stamattina, in una conferenza stampa convocata a palazzo d’Orleans, il lavoro elaborato dal deputato regionale Stefano Zito (M5S) riguardante le ore e i giorni in cui si è lavorato in aula e commissione durante l’anno 2018. Assieme ai deputati M5S Francesco Cappello ed Elena Pagana, Stefano Zito ha presentato i calcoli statistici per portare alla luce quanto effettivamente non lavori l’Ars. Sono 246 ore e 33 minuti di lavoro in aula, 7, 25 giorni al mese, 87 giorni complessivi nel periodo esaminato. Il costo complessivo dell’Ars è di 1000 euro al minuto, 137,5 milioni di euro l’anno contro i 136 milioni della Casa Bianca. “Il dato che è venuto fuori può dare un’idea del come e perché la nostra regione si trovi ancora 20 anni indietro rispetto ad altre regioni d’Italia”, ha spiegato il deputato regionale M5s Stefano Zito, “I numeri che abbiamo elaborato provengono da fonti ufficiali, non si tratta di considerazioni personali. Sono dati che riguardano i verbali delle sedute in aula, a cui si aggiungono anche quelli della commissione, delle presenze e, soprattutto delle assenze dei deputati, dei decreti legislativi e di atti parlamentari di vario genere che sono stati presentati e approvati durante il periodo esaminato. Quel che salta all’evidenza dai dati esaminati è il mese di maggio 2018, il caso più emblematico, in cui abbiamo lavorato 4 ore e 34 minuti. Fatta eccezione per il mese di agosto 2018, che si potrebbe definire anche quello meno produttivo in quanto è quello in cui ci sono le vacanze e l’assemblea è chiusa, il mese di maggio 2018 è senza dubbio quello più improduttivo. Dopo il mese di aprile 2018 in cui abbiamo lavorato una media di circa 66 ore, dopo l’approvazione del bilancio, magicamente la media delle ore si abbassa arrivando a un calcolo effettivo di 246 ore e 33 minuti di lavoro in aula. Se consideriamo che un operaio impiegato full time accumula quel monte di ore solo in un mese e mezzo, è un dato davvero sconcertante. L’idea è quella di un’assemblea che gira a vuoto”. Inizialmente, il lavoro era molto più complesso perché Stefano Zito aveva segnalato anche le sospensioni e le riprese delle sedute di aula, che, se venissero considerate, abbasserebbero ulteriormente la media. “Ma non avevo intenzione di inasprire ancora di più i toni e mi sono soffermato sulle ore complessive. Mi sembrava sufficiente segnalare che la media di poco più di 5 ore a settimana fosse già un dato eloquente”, continua Zito. “Non mi sono fermato però solo al lavoro in aula e ho analizzato anche il lavoro delle commissioni. Quella che ha lavorato di più è quella di Bilancio. Ma analizzando quanto effettivamente si sono tenute, è venuto fuori che si sono svolte mediamente 1,66 sedute a settimana. Oltre questi dati, abbiamo elaborato anche la quantità dei decreti legislativi, su 394 presentati solo 21 hanno visto la luce e sono diventati legge. Ma anche questo dato è da analizzare perché qualitativamente non si tratta di leggi che produrranno effetti di rilancio della nostra terra. Abbiamo fatto anche un’analisi delle presenze dei deputati, da cui è venuta fuori una parte del servizio di Stefania Petyx andato in onda su Striscia la notizia, durante la puntata del 23 febbraio. Tutto questo è il risultato di un’analisi di dati ufficiali, di cui si evince la provenienza nei file che ho allegato, tra cui anche l’articolo 36 del regolamento che prevede la decadenza del deputato quando si verificano più di 3 assenze consecutive non giustificate, in questi 6 anni mai applicato. Questo evidentemente è anche un incentivo a non venire”. A sala d’Ercole alcuni parlamentari hanno fatto registrare meno della metà delle presenze. (Gennuso e Genovese) a salvare altri (capigruppo, componenti dell’ufficio di presidenza ed assessori) è stato il regolamento, che attraverso le presenze automatiche li considera sempre sugli scranni anche quando non ci sono. Per correggere alcune falle del sistema i deputati del M5S stanno mettendo a punto alcune proposte di modifiche al regolamento che prevedono, oltre all’abolizione delle presenze automatiche, anche multe o altre sanzioni per gli assenteisti ingiustificati. “L’ultima considerazione che abbiamo fatto è quella sull’attività parlamentare svolta: quanti atti parlamentari sono stati depositati. Al 1° febbraio 2019 si sono presentati 1542 atti, che ho diviso per gruppo parlamentare. Quello più attivo è quello del MoVimento 5 Stelle con il 44,75% degli atti parlamentari presentati. Noi non potevamo stare a guardare perché con questa attività scadente delle commissioni e dell’aula diventa tutto un imbuto, ci sono tante istanze dei deputati ma poche poi riescono a trasformarsi in atti concreti. Questa analisi spero che serva da stimolo per iniziare a lavorare affinché non ci costringano a chiudere in un angolo questa terra e a rimanere 20 anni indietro”, conclude Stefano Zito (M5s).