PALERMO – I loghi adesso dovranno passare al vaglio della commissione che si riunirà nei prossimi due giorni, poi quelli ammessi saranno affissi mercoledì mattina. Il primo simbolo nella bacheca è quello di De Luca sindaco di Sicilia, l’ultimo quello dell’Unione di centro con il simbolo Libertas. Sono 38 i contrassegni delle liste presentate all’Assessorato regionale alla Funzione pubblica a Palermo in vista delle elezioni del nuovo presidente della Regione e per il rinnovo dell’Assemblea regionale siciliana nell’election day del prossimo 25 settembre. In quella data le urne saranno aperte anche per scegliere i nuovi deputati e senatori. I trentotto simboli adesso dovranno passare al vaglio della commissione che si riunirà nei prossimi due giorni, poi quelli ammessi saranno affissi mercoledì mattina.
Per i candidati il termine di presentazione dei nomi avverrà tra il 21 e il 23 agosto. Sei sono le liste che sosterranno il candidato di centrodestra Renato Schifani, mentre quattro sono quelli a supporto della candidata di centrosinistra Caterina Chinnici, tre quelle per Cateno De Luca. Invece Gaetano Armao correrà con i simboli di Azione e Italia Viva Calenda.
Tra le altre liste presentate vi sono in ordine di affissione quelle di Basta Mafie, Ppa popolo partite Iva, Siciliani liberi, Sicilia Vera, Lavoro in Sicilia, Prima l’Italia, Partito liberale italiano, Orgoglio siculo, Giovani siciliani, Pci, Italia unione di centro, Impresa Sicilia, Autonomia siciliana, Movimento 5 Stelle 2050, Identità siciliana, Terra d’amuri, Movimento italiano C 21, Giorgia Meloni Fratelli d’Italia, Fiamma Tricolore, Noi con l’Italia , Democrazia cristiana, Schifani, Forza Italia Berlusconi, Forza Italia, Pd Chinnici, Insieme, Forza Italia Berlusconi, Presidente Renato Schifani, Caterina Chinnici presidente, Democrazia liberale, Italia Sovrana e popolare, Schifani presidente Udc, Autonomia siciliana trasporti, Popolari e autonomisti, Azione- Italia viva Calenda, Cento Passi per la Sicilia Claudio Fava, Forza Italia Berlusconi , Noi con Schifani presidente.
Capita, può capitare, che nella confusione e nella vorticosa sequenza di adempimenti da mettere a punto un simbolo vada ritoccato, riformulato e ripresentato. Capita, può capitare, che le asincronie, mancanza di perfetta coincidenza di tempi tra quello che si fa e ciò che accade mentre qualcuno sta facendo altro, determinino che nel simbolo di Fratelli d’Italia manchi il nome del candidato alla presidenza, appunto Schifani. Nulla di trascendentale commentano annoiati i meloniani nel pomeriggio caldo dove gli alberi che si trovano di fronte l’assessorato danno requie: «Avevamo già deciso di presentare il simbolo così, a prescindere dal candidato scelto». Altri azzardano l’ipotesi che il simbolo fosse stato presentato negli stessi minuti dell’incoronazione dell’ex presidente del Senato, nel bel mezzo della mattina.
Proprio loro non si sentono additabili tra i traditori potenziali del “frontman” forzista. Lo hanno scelto tra le opzioni messe in campo dagli azzurri e i discorsi sono chiusi .A pesare nella direzione poi scelta piuttosto è probabile sia stata una scelta grafica e di marketing con il “brand” Meloni, che al momento tira più di altri e che si è preferito per questo motivo di non modificare. La politica come la pubblicità.