PALERMO – “Visitare i luoghi dove l’abate missionario Giovanni Battista Sidotti dove si è formato ed è partito per la missione in Giappone è stato davvero emozionante, cosi come è stato significativo presentare questo lavoro ai cittadini di Palermo”. E’ quanto detto dalla giornalista scrittice Tomoko Furui, in occasione della presentazione del libro “L’ultimo missionario – La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone”, il racconto di una fede testimoniata e vissuta nel martirio da un missionario palermitano che si è svolta lunedì sera, al Cinema Teatro Gaudium di via Damiani Almeyda 32. La presentazione dell’importante e originale lavoro della giornalista giapponese è stata promossa dalla Fondazione Terra Santa in collaborazione con l’Ucsi Sicilia. La presentazione a Palermo, città natale del missionario Sidotti, è stata inserita in un percorso ideale che i responsabili della Fondazione Terra Santa hanno attualizzato con l’inaugurazione a Milano, Roma, all’ambasciata giapponese in Italia e Palermo. La presentazione, moderata dal giornalista vaticanista Michelangelo Nasca, presidente dell’Ucsi Palermo è stata aperta dai saluti del giornalista Giampiero Sandionigi, rappresentante dell’Edizioni di Terra Santa e collaboratore della Rivista, dal consigliere nazionale Ucsi Salvatore Di Salvo, da fra Antonio Iacona, ofm, commissario di Terra Santa della Sicilia e Domenico Interdonato, presidente Ucsi Sicilia. Poi la relazione di Don Mario Torcivia, docente dello Studio Teologico S.Paolo di Catania. “Il libro “L’ultimo missionario – La storia segreta di Giovanni Battista Sidotti in Giappone” – ha detto don Mario Torcivia – ha il merito di strappare all’oblio dei secoli una vicenda importante per la storia e la cultura del Paese nipponico. Siamo in Giappone, nel 1708. Il Paese vive il tempo del sakoku: ogni contatto con gli stranieri, soprattutto se missionari cristiani, è proibito o rigidamente regolato. In un contesto di violenta persecuzione, il 12 ottobre 1708, uno straniero vestito da samurai sbarca furtivamente nell’isola di Yakushima. Viene subito fermato e imprigionato, e insieme a lui anche chi lo aveva accolto. La nostra giornalista e scrittrice ha avuto il privilegio di conoscenre un missionario nella parrocchia dove lei si è trasferita, nella piccolissima isola. Così sentendo parlare della vicenda del missionario ha iniziato le ricerche giornalistiche pubblicando una serie di articoli e inchieste sulla morte. E’ un lavoro originale e unico che ci permette di scoprire la storia e la missione di questo nostro conterraneo. Questa bellissima storia del nostro missionario è stata ripresa nel luglio 2014, quando i suoi resti vennero ritrovati, là dove era stata la sua prigione, e riconosciuti grazie al Dna”. “Il missionario Sidotti – ha detto il consigliere nazionale dell’Ucsi Salvatore Di Salvo – ci ha appassionato e abbiamo sostenuto l’iniziativa, grazie alla sezione siciliana guidata dal presidente Interdonato, perché l’abate palermitano è stato il primo comunicatore della buona notizia e del Vangelo. Una comunicazione che doveva essere portata ai fratelli non credenti e in una nazione lontana”. “Abbiamo sostenuto la proposta – ha aggiunto il presidente Ucsi Sicilia Domenico Interdonato – perché è un nostro conterraneo ed ha svolto un ruolo nella storia giapponese”. Per il presidente dell’Ucsi Palermo Michelangelo Nasca “la storia del missionario era sconosciuta a noi palermitani, ma grazie alla giornalista Tomoko Furui è stata riportata alla luce”.