PALERMO – La Consulta regionale degli Ordini dei consulenti del lavoro della Sicilia evidenzia come, a poco più di un mese dal “lockdown”, decine di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di lavoratori siciliani che non possono ancora usufruire di alcun aiuto economico concreto stiano aspettando come la manna dal cielo il pagamento degli ammortizzatori sociali promesso dal governo nazionale per il 15 aprile. Di fronte a questo impegno, assunto per reagire ad una situazione “di guerra”, ci si aspettava l’adozione di provvedimenti che funzionassero in maniera immediata e automatica. Invece, come è stato denunciato nel documento degli Stati generali dei consulenti del lavoro, la data del 15 aprile non potrà essere rispettata perché a livello nazionale gli ammortizzatori sociali sono partiti soltanto questa settimana, in forte ritardo; inoltre, sono state adottate procedure ordinarie, lunghe, complesse e farraginose e si è scelto di farle gravare tutte sull’Inps, istituto che con tutta la buona volontà e competenza non potrebbe rispettare la scadenza neppure facendo miracoli. Come denunciato a livello nazionale dagli Stati generali, la tensione di imprenditori e lavoratori delusi si scarica su chi, come i consulenti del lavoro, è impegnato in prima linea a trasmettere il più velocemente possibile istanze di cassa integrazione ordinaria e in deroga scontrandosi però col muro delle limitazioni burocratiche imposte dai decreti, con l’eccesso di passaggi burocratici e con le difficoltà operative delle piattaforme telematiche. In Sicilia, in più, la Regione, che potrà fare partire l’invio delle istanze non prima di martedì prossimo, ha ulteriormente complicato la situazione. Appena cento dipendenti del Dipartimento Lavoro dovranno istruire da casa le 240mila pratiche attese, pari a 2.400 a testa. A complicare ulteriormente l’iter, il fatto che, a differenza delle altre Regioni che calcolano i dipendenti di un’impresa sulla base delle unità medie presenti, la Sicilia calcola il numero effettivo (per cui se nel primo caso un’azienda con 7 dipendenti, di cui alcuni al 50%, risulta con meno di 5 unità ed è esclusa dall’obbligo di accordo sindacale per la Cig in deroga, in Sicilia invece ne conta 7 ed è soggetta ad accordo sindacale), aumentando a dismisura la mole di accordi sindacali che andranno sottoscritti. Come se non bastasse, a differenza dell’Inps, per il quale è sufficiente la prima registrazione al sito per identificare l’impresa o il delegato, la Regione chiede la firma digitale anche sull’istanza, presentata da un delegato digitalmente a questa noto, sull’informativa inviata ai sindacati e su altri allegati. Infine, la piattaforma “SiLavora” non prevede la possibilità di correzione di errori o di successive integrazioni, la pratica in questo caso viene accantonata. “In vista della seduta di martedì prossimo della commissione Lavoro dell’Ars – spiega Rosalia Lo Brutto, presidente della Consulta regionale dei Consulenti del lavoro – che affronterà con l’assessore Antonio Scavone le problematiche relative agli ammortizzatori sociali, da tecnici ci permettiamo di suggerire l’applicazione di alcuni minimi correttivi, individuati nel documento finale degli Stati generali della categoria, capaci di semplificare al meglio la procedura senza modificare nulla, di superare le difficoltà che noi professionisti stiamo incontrando in questi giorni, e di dare risposte in tempi più rapidi”. Anzitutto, per tutte le imprese, con più o meno di 5 dipendenti, vanno eliminati dalla procedura l’informativa e l’accordo sindacale preventivo, in quanto la chiusura aziendale con causale Covid-19 non ha bisogno di essere ulteriormente motivata o verificata. Inoltre, tenuto conto che ogni istanza è presentata da un consulente del lavoro accreditato e digitalmente noto all’amministrazione, diventa superflua la firma digitale su ogni istanza e allegato. Per le istanze scartate va prevista la possibilità di rettifica e integrazione mantenendone il protocollo. Va previsto, infine, l’accoglimento delle istanze col metodo del silenzio-assenso, in modo da snellirne l’istruttoria e ridurre i tempi di pagamento delle spettanze. “E per migliorare l’efficacia dell’attuazione dei futuri interventi straordinari che il governo regionale sicuramente metterà in campo per sostenere la ripartenza dell’economia siciliana – conclude Lo Brutto – i consulenti del lavoro sono disponibili a contribuire con le proprie conoscenze tecniche ed esperienze professionali”.