AVOLA – In occasione della Giornata Nazionale contro la Pedofilia e la Pedopornografia del 5 maggio in Italia, Meter rende noto il Report annuale 2021: i numeri di un omicidio psicologico. Non c’è solo il Covid a rappresentare la pandemia: c’è prima di tutto la vera e propria piaga della pedofilia e pedopornografia online, ormai inarrestabile. Il 2021 ha dimostrato che questo fenomeno colpisce tutti i continenti e non esistono più confini. Di più: Internet resta una landa senza legge, nella quale si può fare davvero di tutto. E i centri in cui fisicamente si trovano i server, i computer che ospitano foto, video, chat, cartelle compresse, comunità virtuali di chi stupra, abusa e vende, si trovano in prevalenza in America ed Europa. Il tutto nella massima velocità e nel più comodo anonimato che consentono ai pedofili di beffare le lentezze e le attività di un diritto sempre più inadatto e inadeguato al mondo velocissimo in cui viviamo. Sono questi i dati emersi dall’analisi del Report dell’Associazione Meter di don Fortunato Di Noto (www.associazionemeter.org).
SALGONO I LINK, SCENDONO FOTO, VIDEO, CHAT, CARTELLE COMPRESSE. SU TELEFONATE E RICHIESTE – Riassumendo in breve quanto accaduto lo scorso anno, constatiamo che il numero dei link a siti pedopornografici è salito da 14.521 a 14.679. Scendono le foto da 3.768.057 a 3.479.052, insieme con i video da 2.032.556 a 1.029.170. Calano anche le chat segnalate (da 456 a 316) e le cartelle compresse (da 692 a 637). Salgono invece i casi seguiti dal nostro Centro Ascolto (da 111 a 167) e le richieste telefoniche, quasi raddoppiate: da 284 a 406.
VENT’ANNI DI VIOLENZE E ABUSI – Sono sempre numeri pieni di dolore, non foss’altro che le foto denunciate dal 2014, quando i tecnici di Meter hanno sviluppato una piattaforma per il monitoraggio della Rete, sono arrivate ad un totale di 23.250.123 e i video a quota 6.530.922. I mega archivi denunciati sono 13.703 e le chat 1.530. Dal 2002 a oggi i protocolli inviati alle polizie sono 65.090 e i link segnalati 203.911, mentre i casi seguiti dal Centro Ascolto ammontano a 1.999 e le richieste telefoniche 30.686. Dal 2007 le segnalazioni di form da utenti, da persone cioè che hanno digitato www.associazionemeter.org per entrare in contatto con noi e indicarci siti a rischio o sospetti, sono 17.755. Ben 8.977 le comunità e social network segnalate dal 2008. E infine il dramma del deep web, la parte nascosta della Rete: 47.637 segnalazioni dal 2012, quando questo fenomeno è esploso.
LA PEDOFILIA È PANDEMIA MONDIALE – I dati sono eloquenti, su questo non c’è altro da aggiungere. Il fatto è che oggi esiste un altro tema oggetto di contesa giuridica, quello della privacy. Le leggi attuali sembrano assecondare l’azione dei pedofili online: il mondo sommerso degli abusi online è diventato insondabile, i colossi del web si appellano alla tutela della privacy dei loro utenti, principio sacrosanto per tutti ma deplorevole ostacolo alle indagini delle polizie del mondo che si trovano a combattere una lotta impari, senza le giuste armi di contrasto, perché i codici della privacy (anche europei) impediscono alle autorità di utilizzare strumenti che ledano la riservatezza di chi naviga in Rete. E i cyber-pedofili ne approfittano esultanti.
I GIOCHI ONLINE, NUOVA FRONTIERA DEL RISCHIO – Se i numeri che abbiamo elencato in precedenza parlano degli ambienti “tradizionali” per abusi e molestie, emerge una nuova tendenza. L’analisi dei giochi online, vero e proprio trend per i ragazzini, indica la perdita della percezione del tempo che scorre e questo altera il ritmo sonno-veglia. I giochi sostituiscono le attività alternative relazionali all’interno della famiglia. Può arrivare a generare una vera e propria dipendenza, al punto che il ragazzino che non riesce a raggiungere (per esempio) l’obiettivo di gioco che si è prefissato può esplodere in crisi di rabbia o di pianto. Per non parlare della frustrazione dalla mancata capacità del gruppo, nei giochi di squadra o ruolo, di aiutare il singolo a superare una prova o un livello.
Tutto questo accade mentre i ragazzini giocano con sconosciuti non necessariamente della loro età e lo fanno con delle cuffie ben calcate in testa, isolandosi dal resto del mondo. Specie dai genitori.
LA CLASSIFICA DEI DOMINI E LA RESPONSABILITÀ DEI SERVER PROVIDER – Adesso passiamo a vedere i domini nazionali e generici, ossia le “targhe” dei siti internet mondiali per segnalazioni. Podio per Libia (1.989 segnalazioni), Usa (313), Isole Cocos a quota 192. Sono aumentati i domini nazionali (da 2.134 nel 2020 a 3.191 nel 2021) e per la prima volta l’Italia non è presente nella classifica mondiale. Il tipo di dominio generico di primo livello (ossia il tipo di sito) è .com (8.972 segnalazioni), seguito da .xyz (2.062) fino a .net con 302. Questi domini generici sono lievemente scesi, da 12.387 del 2020 a 11.488 dell’anno scorso. Nel 2020 il dominio generico principale è stato .com (11.049), .net (1.207), .onion (81). Le nazioni coinvolte nel 2021 sono 36.
AFRICA: LIBIA, SOMALIA, REPUBBLICA CENTRAFRICANA – Il Continente Nero è al primo posto. Come abbiamo detto, è in testa la Libia (1.989 segnalazioni), seguita da Somalia (20), Repubblica centrafricana e Guinea equatoriale (2), per chiudere con Reunion e Sant’Elena (1 a testa). Totale 2.015 segnalazioni.
AMERICA: USA, GRENADA, COLOMBIA – Secondo posto per le Americhe, con Usa (313 segalazioni), Grenada (164), Colombia (24). Quarti, a pari merito con 3 segnalazioni a testa, Belize, Georgia del Sud, Turks e Caicos. Totale 510.
OCEANIA: ISOLE COCOS, NUOVA ZELANDA, TOKELAU – Terzo posto per l’Oceania. In testa le Isole Cocos (192 segnalazioni), 75 la Nuova Zelanda, 6 Tokelau. Chiudono Tonga (3) e Palau (2). Totale 278.
EUROPA: MONTENEGRO, RUSSIA, FRANCIA – Eccoci ora nel Vecchio Continente: podio per Montenegro (92 segnalazioni), Russia (50), Francia (46), Albania (43), Polonia (20), Isola di Man (5), Unione Europea (3), Estonia a pari merito con Guernsey, Liechtenstein, Ucraina (2), e infine Germania, Isole Faroe, Lituania (1 a testa). Totale 270.
ASIA: FILIPPINE, TERRITORIO BRITANNICO D’OLTREMARE DELL’OCEANO INDIANO, INDIA – L’Asia è il fanalino di coda del dolore. Filippine con 50 segnalazioni, 29 per il Territorio Britannico d’Oltremare dell’Oceano Indiano, l’India con 25 e infine Asia (11), Giappone (3). Totale 118.
AMERICA ED EUROPA SEDE DEI SERVER – A questo punto la domanda è: ma dove si trovano fisicamente i server, ossia la componente o sottosistema informatico di elaborazione e gestione del traffico d’informazioni che permette di fornire un servizio ad altri componenti, ossia ai computer dei singoli utenti? Insomma: dove stanno di fatto i computer che contengono le immagini, i video a contenuto pedopornografo? I grafici della geolocalizzazione dei server indicano che America ed Europa sono la culla della maggior parte delle aziende che gestiscono i server che permettono il funzionamento di molti siti o piattaforme in cui si divulga tale materiale. Che cosa vuol dire? Che i continenti più ricchi sono i padroni del web, fornitori di servizi che i cyberpedofili utilizzano per i propri traffici criminali.
L’America offre infatti 11.161 link, l’Europa 2.515. Se guardiamo ai server di Asia, Africa e Oceania, il 2021 indica che l’Asia totalizza 137 link, gli altri due continenti nessuno.
IL DIRITTO E GLI INQUIRENTI – Se questo è quanto ci dice la geografia, la nostra riflessione successiva è logica: occorre un’azione congiunta dei legislatori che permetta di emanare leggi capaci di regolamentare il mondo del web e contrastare questo fenomeno. Non si tratta solo di bloccare siti con foto e video d’abusi, ma anche e soprattutto salvare i minori dallo sfruttamento sessuale, dalle forme più violente di schiavitù sessuale e dall’immane traffico di materiale che genera lucro sulla pelle delle piccole vittime.
Non solo: qui in Meter ci chiediamo costantemente alcune domande: i bambini immortalati nelle foto che fine fanno? Sono riusciti a raccontare e denunciare la violenza subita? Hanno chiesto e ricevuto un aiuto? Per questo è importante la sinergia tra polizie e istituzioni per individuare le vittime e aiutarle a venire fuori dall’oblio dell’abuso. Ci auguriamo che l’intervento delle polizie sia sempre tempestivo e così degli amministratori di server e social.