Piccole Donne – Il Musical di Broadway torna per il secondo anno al Teatro Repower

Piccole Donne – Il Musical di Broadway torna per il secondo anno al Teatro Repower

Per il secondo anno consecutivo, fino a domenica 7 aprile il Teatro Repower ospita la rivisitazione di un grande classico della letteratura. Piccole Donne – Il Musical di Broadway è uno spettacolo di Compagnia dell’Alba coprodotto da Compagnia della Rancia.

Piccole Donne – Il Musical di Broadway: il cast

Sono dieci gli attori che troviamo sul palco. In tutti troviamo un’ottima presenza scenica e una personalità che fa emergere le personalità dei rispettivi personaggi.

Mimmo Chianese è Mr. Laurence, il vicino della famiglia March. All’inizio è scontroso con le giovani, ma piano piano impara a conoscerle e ad apprezzarle – soprattutto la giovane Beth, che ha una passione per il piano e a cui regalerà il meraviglioso pianoforte che apparteneva alla sua defunta moglie, così sacro da essere stato intoccabile per anni.

Zia March è interpretata da Serena Mastrosimone, che porta in scena una donna austera ed estremamente legata alle usanze. Una donna deve essere di classe, conoscere le buone maniere e sapersi comportare nell’alta società. È per questo che ha spesso attriti con Jo, mentre con Amy si trova a suo agio e in buona compagnia.

Filippo di Menno è Laurie, un giovane molto timido. Diventa amico delle sorelle March, nonostante per Jo provi qualcosa di più, ma esprime i suoi sentimenti solo dopo parecchio tempo e lo fa in modo abbastanza goffo. Filippo di Menno trasmette la tenera età sua e del suo personaggio anche con la voce, che arriva con delicatezza alle orecchie del pubblico.

Gabriele de Guglielmo è direttore musicale dello spettacolo, mentre sul palco è John Brooke. John Brooke è il tutore di Laurie e al ballo conosce Meg, di cui si innamora subito. È un uomo pacato, gentile e galante, le porta i fiori e dopo un periodo di frequentazione le chiede la mano, proprio come si conviene.

Fabrizio Angelini è il regista e coreografo dello spettacolo, nonché interprete del professor Fritz Bhaer. Egli è uomo che ha superato i quaranta, serio, rigoroso e con abitudini ferree – quale il fatto di tenere l’ombrello sempre con sé – che però alla fine cede all’amore. Molto toccante la canzone in cui svela al pubblico il suo lato sentimentale ed esprime finalmente le sue emozioni.

Il ruolo di Mrs. March è affidato a Carolina Ciampoli, che veste i panni di una mamma amorevole e una grande motivatrice, ma non di certo iperprotettiva. Anche quando le figlie discutono tra loro, infatti, non interviene imponendo loro come comportarsi. Piuttosto, le spinge a riflettere sul proprio comportamento, perché siano loro stesse ad arrivare alla soluzione.

 

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Passiamo ora alle quattro giovani March. Claudia Mancini interpreta la sorella minore, Amy, invidiosa delle sue sorelle più grandi, che nel corso della trama diventa più matura. Rimane però una ragazza abbastanza conforme ai canoni dell’epoca: elegante, si sente superiore perché conosce un po’ di francese e vuole esser parte dell’alta società.

Giulia Rubino è Beth, la più buona e gentile e colei che fa di tutto per tenere unite le sorelle. È lei che con la sua pacatezza smuove il cuore di pietra di Mr. Laurence, e quando purtroppo cade malata il suo vicino è così commosso che decide di regalarle il suo magnifico pianoforte. La voce di Giulia Rubino, così dolce e angelica, è perfetta per questo personaggio, che commuove il pubblico nell’episodio al mare con Jo.

Alberta Cipriani porta in scena Meg, la sorella maggiore per eccellenza, in tutto e per tutto. È giudiziosa, ama tutte e tre le minori senza distinzione ed è anche la più pronta a diventare donna e soprattutto moglie. Lei e John sono entrambi in cerca di una famiglia e, dopo essersi conosciuti e frequentati, non esitano a sposarsi e a diventare genitori.

Edilge Di Stefano è la protagonista, Jo, una ragazza di gran lunga diversa dalle altre. Mentre per una ragazza dell’Ottocento l’ideale di vita era tendenzialmente quello di trovare un buon marito e metter su una famiglia, per Jo tutto ciò non è contemplato. Lei è una donna indipendente, che vuole farcela da sola e vivere della sua arte, la scrittura, viaggiare e vedere il mondo. È molto affezionata alle sue sorelle, soprattutto a Beth, la cui perdita la segna profondamente, ma che poi sarà la spinta per ricominciare a scrivere i suoi romanzi. Il carattere di Jo viene messo in luce bene dalla voce di Eldige: forte e carismatica.

Le caratteristiche dello spettacolo

La scenografia è davvero efficace nella sua semplicità: un insieme di mobili d’epoca, alcuni ordinati e altri accatastati, che formano la casa della famiglia March – di fatto l’unica ambientazione ben definita. Per ricreare gli altri luoghi, per esempio la festa, la casa di Jo a New York o il mare, scende un telo a dividere il palcoscenico, dove c’è la casa, dalla ribalta, dove avviene l’azione in quel momento. Questo stratagemma è molto utile e d’effetto per rappresentare i melodrammi tragici scritti da Jo: sulla ribalta lei si cala nelle parti dei vari personaggi che ha creato, mentre dietro gli altri attori sviluppano la scena come la si potrebbe immaginare leggendola.

E a tal proposito, anche le luci giocano un ruolo importantissimo. Luci e ombre creano i giusti effetti durante i melodrammi e la luce blu trasporta il pubblico in riva al mare con Jo e Beth. Le musiche e i brani sono orecchiabili, nonostante la vena malinconica che pervade lo spettacolo. Insomma, Piccole Donne è un classico e questa versione teatrale merita davvero tanto.


Recensione a cura di Simona Zanoni

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