PRIOLO – “Scongiurato il rischio di fermo dell’impianto ISAB/Lukoil di Priolo, occorre adesso affrontare il grave tema della salvaguardia della salute e dell’ambiente nell’area del polo industriale siracusano, anche nella prospettiva di una profonda trasformazione di transizione ecologica ed energetica che guardi agli obiettivi europei del Green Deal.
Occorre partire dal tema della depurazione dei reflui industriali, anche con riferimento alle emissioni inquinanti, temi per troppo tempo colpevolmente trascurati con rischi enormi per i lavoratori, i cittadini e per l’intero ecosistema.
Nel pieno rispetto dell’azione, delle prerogative e dei tempi della magistratura inquirente, appare evidente la necessità di un nuovo intervento legislativo che possa coniugare, in tempi certi, la tutela dell’ambiente e della salute con la prosecuzione temporanea delle attività economiche, ma sempre in una visione complessiva di grande trasformazione dell’intera area verso vocazioni ecologicamente sostenibili.
Per questa ragione abbiamo elaborato un emendamento al DL Aiuti Quater in Commissione Bilancio al Senato – l’emendamento 11.0.17 depositato a firma del Sen. Nicita e segnalato per la discussione dal Gruppo del Partito Democratico del Senato – al fine di avviare un confronto con il Governo e la maggioranza su questi temi.
Nell’emendamento proposto, con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri vengono innanzitutto individuati gli stabilimenti di interesse strategico nazionale, ricadenti all’interno di un Polo petrolchimico qualificato, a sua volta, come infrastruttura critica per la sicurezza nazionale. Inoltre, qualora vi sia una assoluta necessità di salvaguardia della produzione e dell’occupazione, si attribuisce al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica la facoltà di autorizzare la prosecuzione dell’attività produttiva di tali stabilimenti, per un periodo di tempo determinato non superiore a 36 mesi. Ciò a condizione che vengano adempiute, tramite la nomina di un Commissario Straordinario, tutte le prescrizioni necessarie ad assicurare la più adeguata tutela dell’ambiente e della salute secondo le migliori tecnologie disponibili.
Tali disposizioni – continua l’emendamento proposto – trovano applicazione quando l’autorità giudiziaria abbia adottato, nei confronti dei predetti stabilimenti, provvedimenti di sequestro sui beni dell’impresa titolare, per inadeguatezza dell’impianto allo smaltimento dei reflui industriali. In tale caso i provvedimenti di sequestro non impediscono, nel corso del periodo di tempo indicato nell’autorizzazione, l’esercizio dell’attività.
L’emendamento prevede infine che, allo scopo di poter celermente stabilire le condizioni per l’effettiva realizzazione dei lavori, al Commissario straordinario spetti, nel rispetto delle prescrizioni della magistratura e degli obblighi di legge relativi all’AIA, l’assunzione di ogni determinazione necessaria per l’avvio ovvero la prosecuzione dei lavori di adeguamento degli impianti di smaltimento dei reflui industriali, con particolare riferimento al pretrattamento dei reflui industriali a monte del depuratore e provvede all’eventuale stesura o rielaborazione e approvazione dei relativi progetti di adeguamento degli impianti.
L’obiettivo dell’emendamento, ove condiviso, come auspichiamo, dalla maggioranza e dal Governo, è quindi quello di offrire un quadro normativo certo e utile al fine di assicurare una prospettiva di operatività a breve termine all’intero comparto industriale del siracusano, nonché l’approvvigionamento energetico nazionale, nel rispetto pieno e assoluto, nondimeno, della tutela della salute e dell’ambiente, salvaguardando al contempo l’autonomia dell’operato della magistratura e ponendo le basi per un rilancio di sviluppo sostenibile dell’intera area.
Si tratta tuttavia di un primo tassello di un più complesso e lungimirante intervento, non più rinviabile, che punti, per i prossimi decenni, ad una profonda transizione ecologica dell’area, all’interno di un piano nazionale, anche in considerazione del fatto che il polo industriale siracusano risulta tra i principali siti di emissione antropogenica di gas climalteranti”.