SIRACUSA – «Le politiche abitative a Siracusa saranno basate su modelli nuovi e profondamente diversi rispetto al passato, partendo dal contesto e dai bisogni individuali».
Lo ha detto il sindaco Francesco Italia aprendo stamattina l’incontro pubblico per la presentazione dello studio di fattibilità di “Habitat – innovazione e impatto sociale nelle politiche abitative”, un progetto realizzato dal Comune in partenariato con Consorzio Sol.Co., Rete di Imprese Sociali Siciliane, Associazione Isnet, Cooperativa Sociale Progetto A e con il sostegno di Banca Etica. Il finanziamento avviene attraverso il Fondo innovazione della Presidenza del consiglio dei ministri.
Lo studio di fattibilità è il primo di tre step di cui è composto il progetto: seguiranno la sperimentazione e la sistematizzazione, cioè la scelta di un modello specifico per Siracusa per evitare che l’edilizia popolare diventi sinonimo di marginalità sociale con le conseguenze viste negli ultimi decenni in tutte le città italiane.
«Habitat – ha affermato il sindaco Italia – deve rappresentare una novità e deve fornire strumenti per fronteggiare l’emergenza abitativa. Siracusa ha un fabbisogno di circa mille alloggi che non si riescono a trovare, neppure ricorrendo ai privati. Assieme alla Caritas abbiamo messo a punto un progetto di Housing First con il quale il Comune si fa carico di un anno di affitto e delle spese iniziali per consentire, a chi ne ha bisogno, di trovare un alloggio. Purtroppo, però, i proprietari sono molto poco disposti ad affittare le loro case, e ciò fa sì che le famiglie si sentano espulse dalla società».
Siracusa oggi ha un patrimonio di circa 3 mila alloggi popolari, 1.200 dei quali di proprietà del Comune, ma bisogna fare i conti con diverse criticità: dalla fatiscenza degli immobili alle occupazioni abusive al mancato pagamento degli affitti. Il Comune, ha detto il sindaco Italia, per adesso sta affrontando questa situazione con gli strumenti in suo possesso.
«Nei primi tre anni di amministrazione – ha aggiunto – abbiamo ottenuto circa 12 milioni di euro per ristrutturare le case popolari; inoltre abbiamo promosso due progetti di housing sociale, uno presentato da privati e uno con l’Iacp nell’ambito del Bando periferie, per andare incontro a chi ha un reddito basso o precario. Ma il vero tema è come soddisfare i bisogni crescenti di una fetta sempre più ampia di popolazione che richiede casa e non la trova».
«Siamo davanti alla necessità di avviare azioni di co-programmazione e co-progettazione – ha aggiunto Sergio Mondello, presidente del Consorzio Sol.Co. -. Abbiamo bisogno di ibridazioni nelle partnership che mettano insieme pubblico, privato, no profit e for profit; dobbiamo ricercare il supporto di chi sceglie una finanza a impatto sociale. Ci sembra che questi mesi di lavoro siano andati in questa direzione e possano costruire una base solida da cui partire per offrire alla città di Siracusa, ma non solo, una rilettura delle politiche abitative in una logica ampia e sostenibile di sviluppo».
Ai lavori hanno anche partecipato: la presidente e il direttore dell’Iacp di Siracusa, Mariaelisa Mancarella e Marco Cannarella; Davide Capodici, Consorzio Sol.Co.; Claudia Ciccia, collaboratrice Area Sud Banca Etica; Sveva Batani, Ministero per la pubblica amministrazione – Dipartimento della funzione pubblica. Il dibattito è stato moderato da Stefania D’Angelo del Consorzio Sol.Co.