Oramai a Siracusa le redazioni provinciali di La Sicilia, Il Giornale di Sicilia e La Gazzeta del Sud sono chiuse. Una tristezza infinita. E’ un mondo che finisce. Il mondo della carta stampata è stato totalmente rivoluzionato dall’avvento di Internet. Purtroppo Internet ha impresso una nuova dimensione al giornale cartaceo che sembra sempre più spesso il riassunto del lato virtuale del medesimo. Eppure avere una redazione fisica di un giornale aveva un suo fascino. Era bello vedere il crescere della pagina / delle pagine dedicate all’ambito provinciale. Le telefonate che arrivavano dai collaboratori locali che dettavano la notizia o l’articolo. Lo scegliere le foto più adatte per inviarle alla redazione centrale. Il parlarsi dei redattori presenti che decidevano il da farsi, le sigarette – innumerevoli – fumate, l’arrivo di collaboratori, l’ideazione dei titoli, il dimensionamento degli articoli, l’approntamento della rubrica dedicata allo sport oppure agli spettacoli, gli inserimenti pubblicitaria via la concessionaria di pubblicità, i necrologi, gli eventuali coccodrilli e tanto altro ancora. La redazione locale era dacvvero il fulcro, il “sancta sanctorum” del giornale cartaceo. Inoltre, se ci fate caso, quelle redazioni fisiche erano anche luogo di discussione sociale, politica e culturale sulla città. Era un luogo di contatto fra il giornale stesso e la città. Un veicolo importantissimo per diffondere notizie riguardanti le varie vicende di città e provincia. Poi i giornalisti avevano un’autorevolezza piuttosto accentuata nel contesto sociale della città e della provincia. Erano guardati con rispetto e cortesia. Altri tempi, altri tempi… Che pensa venire a sapere che la redazione provinciale di un quotidiano è semplicemente la casa di un capo-servizio che riceve dai collaboratori gli articoli, punto e basta. Ah i tempi quando si vedevano vicino via Brenta l’insegna della Gazzetta del Sud, in viale Teracati l’insegna de La Sicilia e sempre viale Teracati l’insegna de Il Giornale di Sicilia. Un mondo scomparso, ma che noi giornalisti dobbiamo ricordare perché quelle redazioni sono state palestre memorabili e meravigliose per decine e decine di colleghi. In quell’occasione il giornalismo era un faro per l’intera città. Riflettiamo su questo concetto. Comunque sia, VIVA SEMPRE IL GIORNALISMO. Non una professione, ma una missione impareggiabile.