CATANIA – Come già da otto anni, in preparazione alla festa di Sant’ Agata i giornalisti dell’UCSI (Unione Cattolica Stampa Italiana) si incontrano per riflettere sul significato religioso della festa, ricca di segni di devozione popolare e sul come il giornalista la racconta e comunicando il sacro.
Il tema assegnato all’ottava edizione del progetto “comunicare il sacro” è stato: “Ripresa e resilienza nel segno di S Agata”, che si inserisce nel dibattito del momento storico che vive la società italiana tra le spire della pandemia ed il bisogno di una ripresa economica, sociale e culturale utilizzando al meglio i fondi europei del PNRR.
Dopo il saluto introduttivo del presidente della sezione, Giuseppe Adernò,che ha illustrato i temi delle precedenti edizioni del progetto “Comunicare il sacro”, il consulente regionale dell’Ucsi, Don Paolo Buttiglieri, ha analizzato le emergenze sociali di oggi: paura, individualismo, caos, babele. Poi alla luce della dottrina sociale della Chiesa e sulla scia della testimonianza della giovane Agata, patrona, modello e guida per i catanesi, il relatore ha tracciato il percorso di “sinodalità” che impegna a camminare insieme, sulle orme dei testimoni credibili, ad esercitare un attento “ascolto” dei bisogni degli altri ed a rispondere con la generosità del dono.
“Essere un dono per gli altri” è la lezione che S Agata ha testimoniato con il martirio, ascoltando e mettendo in pratica la parola del Signore, ascoltando la preghiera dei fedeli catanesi e venendo incontro alle necessità e ai bisogni di ciascuno.
La giornalista Rossella Jannello,vicepresidenteregionale UCSI, ha raccontato la festa del 2020,quando le vie e le piazze di Catania erano gremite di gente, mentre cominciava a diffondersi il Covid-19, e come la festa del 2021 è stata vissuta via internet e social, in famiglia, senza manifestazioni esterne, ma con segni di religiosa devozione popolare. La festa del 2022 è ancora incerta nell’organizzazione e a seguito di avvenimenti imprevisti passerà forse sotto silenzio e solo con la celebrazione liturgica del 5 febbraio.
Maria Torrisi, giornalista e autrice di un libro su Sant’Agata ha illustrato lo stile e i sentimenti che hanno ispirato ed animato la narrazione della vita di S Agata, intrecciando storia, religiosità e devozione popolare. L’intervento dello storico ing. Salvatore Calogero ha messo in luce i diversi aspetti de “La festa di S Agata e le trasformazioni della città di Catania dal Cinquecento ad oggi” La proiezione di immagini documentali ha reso partecipe il pubblico della ricchezza di conoscenze che la ricerca storica e bibliografica ha apportato, ricordando anche i preziosi contributi in materia di Mons. Gaetano Zito e del prof. Antonio Blandini.
Leggere e interpretare le trasformazioni della festa avvenute negli anni aiuta a comprendere il valore storico di una solennità che diventa “patrimonio dell’Umanità”.
La neopresidente del Comitato dei festeggiamenti agatini, Cav. Mariella Agata Gennarino ha portato il saluto e il compiacimento per la lodevole iniziativa dell’Ucsi, alla quale lo scorso anno ha partecipato come relatrice.
Il segretario nazionale dell’UCSI, Salvo Di Salvo, nel suo intervento ha evidenziato l’intreccio della devozione popolare che unisce Catania e Siracusa nel nome di Sant’Agata e Santa Lucia, martiri siciliane che vengono ricordate nel canone romano della Messa.
A conclusione dell’incontro, quale ulteriore informazione storica per i giornalisti, sono state presentate le riproduzioni fotografiche: della pergamena del 1196 che si chiude con un “sigillo” in piombo raffigurante Sant’ Agata e San Giorgio, documento che è il segno più antico della diocesi etnea, e che si trova custodito con devota cura, dalla dott. Rita Carbonaro, presso la Biblioteca “Civica-Ursino Recupero”: ed anche della pergamena del XVI secolo,ritrovata, acquistata e restaurata dall’Arcidiocesi di Catania per merito di Mons. Gaetano Zito, ove si legge un brano della Passione della vergine, ed in particolare il passaggio in cui Sant’Agata tiene testa a Quinziano, prima del crudele martirio.