ROMA – Il grande scrittore Andrea Camilleri è morto stamani all’ospedale Santo Spirito di Roma dove era da tempo ricoverato. Aveva 93 anni. Per volontà del maestro e della famiglia le esequie saranno riservate. Verrà reso noto dove portare un ultimo omaggio. “Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali – si legge nel bollettino dell’ospedale -“. Camilleri era nato il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle e il suo nome è legato indissolubilmente al personaggio del commissario Montalbano che tanto successo ha riscosso negli anni e dai cui romanzi sono stati tratti i film con Luca Zingaretti attore protagonista. Il cuoco dell’Alcyon è stato il suo ultimo scritto, nel 2019, edito da Sellerio Editore.Dalla fine degli anni quaranta vive a Roma e dal 1968 trascorre alcuni mesi a Bagnolo, in Toscana. Diventerà nel 2014 cittadino onorario del borgo toscano e nel 2017 gli viene intitolato il teatro comunale del paese. Prima, però, il giovane Camilleri gira la Sicilia e come ricorda lo scrittore, comincia “una sorta di mezzo periplo a piedi o su camion tedeschi e italiani sotto un continuo mitragliamento”. Nel 1942 lavora come regista teatrale e come sceneggiatore, nel 1944 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo e dall’anno successivo pubblica racconti e poesie arrivando tra i finalisti del Premio Saint Vincent. Nel 1946 si trasferisce ad Enna e lì frequenta la biblioteca comunale. Si appassiona ancor di più alla letteratura e conosce diversi generi letterari. Nel 1947 vince il Premio Firenze con alcune sue poesie. La permanenza ad Enna sarà fondamentale per la sua carriera.Nel 1949 viene ammesso, come unico allievo regista per quell’anno, all’Accademia drammatica Silvio D’Amico e conclude gli studi nel 1952. In questo periodo segue la regia di più di cento opere. Scrive i suoi primi racconti per riviste e per quotidiani come L’Italia socialista e L’Ora di Palermo. Come scenografo mette in scena Finale di partita di Beckett e ne cura anche una versione televisiva. Porta in teatro testi di IOnesco e i poemi di Majakovskij. Nel 1957 entra in Rai e nello stesso anno sposa Rosetta Dello Siesto, dalla quale ha tre figlie. Camilleri non si ferma e dal 1958 al 1965 e dal 1968 al 1970 insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e per 20 anni, dal 1977 al 1997, è titolare della cattedra di regia all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’. In Rai si occupa, come delegato alla produzione, di alcune produzioni, quali: Le avventure di Laura Storm e le fiction con il tenente Sheridan e Le inchieste del commissario Maigret.el 1984 uno dei pochissimi insuccessi. Lo scrittore pubblica, per Sellerio Editore, La strage dimenticata e dopo il flop decide di prendersi una pausa abbastanza lunga. Dodici anni di silenzio e nel 1992 riprende a scrivere pubblicando La stagione della caccia, edito da Sellerio. Un inizio che non vedrà più una conclusione. Camilleri piace e i suoi scritti ricevono sempre più consensi. Nel 1993 ecco “La bolla di componenda”, edito sempre da Sellerio, e nel 1994 pubblica La forma dell’acqua, primo romanzo poliziesco con il commissario Montalbano e l’anno successivo Il birraio di Preston, che partecipa al Premio Viareggio e grazie al quale, pur senza classificarsi, riesce a ottenere un discreto successo di pubblico. Dal 1995 al 2003 i suoi libri vanno a ruba, Il birraio di Preston (1995) , La concessione del telefono e La mossa del cavallo (1999) sono tra i libri più letti. Stessi anni in cui debutta la serie televisiva su Montalbano, interpretato da Luca Zingaretti. Alla fine del 2002, accetta la nomina di direttore artistico del Teatro Comunale Regina Margherita di Racalmuto, inaugurato nel febbraio 2003 alla presenza del Capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi.
Nel 2004 pubblica “La pazienza del ragno”, nel giugno 2005 La luna di carta, a marzo 2005 Privo di titolo. Tra il 2006 e il 2008, pubblica La vampa d’agosto, Le ali della sfinge, La pista di sabbia, Il campo del vasaio, L’età del dubbio, altri cinque romanzi che hanno per protagonista Montalbano e nel 2007 vince il Premio letterario “La Tore – Isola d’Elba”. Nel 2009 esce il romanzo La danza del gabbiano, vincitore nello stesso anno della XXVI edizione del Premio Cesare Pavese e nello stesso anno pubblica, per Rizzoli, il romanzo pirandelliano La tripla vita di Michele Sparacino.
Nel 2010, pubblica La caccia al tesoro e Il sorriso di Angelica,sempre con Montalbano protagonista ai quali si affianca un terzo romanzo, Acqua in bocca. Quest’ultimo, scritto insieme con Carlo Lucarelli nella forma “epistolare” già sperimentata con successo ne La scomparsa di Patò, vede per la prima volta il commissario Montalbano interagire con un altro investigatore letterario, l’ispettore Grazia Negro creata appunto da Lucarelli.Sempre nello stesso anno escono presso Sellerio Il nipote del Negus, una divertente storia ambientata nella Vigata del ventennio fascista, e, presso Mondadori, L’intermittenza, thriller ambientato nella Milano odierna. Nel 2011 Camilleri collabora con Edoardo De Angelis nel brano Spasimo, contenuto nell’album del cantautore romano Sale di Sicilia, insieme con Franco Battiato. Sempre lo stesso anno gli viene conferito il Premio Fondazione Il Campiello. Nel 2012 ecco Dentro il labirinto e l’anno successivo IL tutto mio e La rivoluzione della Luna. Sempre dello stesso anno La banda sacco e I racconti di Nenè. Nel 2014 scrive Inseguendo un’ombra e nel 2015, tra i suoi scritti, si ricordano Donne e La relazione. Nel maggio del 2016 il suo centesimo libro: L’altro capo del filo. Camilleri dichiara che questo è “un Montalbano scritto nella sopravvenuta cecità”. Lo scrittore, infatti, a 91 anni ha dovuto dettare il romanzo alla sua assistente Valentina Alferj, “l’unica che sia in grado di scrivere in vigatese”. Tra Camilleri e Zingaretti si instaura un rapporto di amicizia che viene suggellato nel febbraio del 2011 dall’attore che, a “Che tempo che fa”, legge una lettera scritta da Andrea Camilleri a lui e a tutto il cast della serie per ringraziarli dei vent’anni dedicati a mettere in scena le vicende del commissario più famoso della tv. Camilleri è stato tradotto in almeno 120 lingue e ha venduto più di 10 milioni di copie. L’11 giugno del 2018 ha anche recitato al Teatro Greco di Siracusa il suo monologo Conversazione su Tiresia in cui ripercorre la vita dell’indovino cieco collegandola alla sua sopravvenuta cecità. Il filone narrativo del Commissario Montalbano però, per Camilleri, si è già concluso. I lettori non conoscono l’ultimo romanzo ma lo scrittore, nel 2006, ha consegnato all’editore Sellerio il libro con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte. “Ho scritto la fine dieci anni fa… ho trovato la soluzione che mi piaceva e l’ho scritta di getto, non si sa mai se poi arriva l’Alzheimer. Ecco, temendo l’Alzheimer ho preferito scrivere subito il finale. La cosa che mi fa più sorridere è quando sento che il manoscritto è custodito nella cassaforte dell’editore… È semplicemente conservato in un cassetto”. Camilleri, quindi, ha pensato ai suoi lettori, a coloro che lo hanno sostenuto negli anni e che lo hanno reso tra i simboli della cultura siciliana. Così si congeda l’artista, con uno scritto da pubblicare dopo la sua morte che rende omaggio a Vigata e a Montalbano, luogo e personaggio dei successi di Camilleri.