ROMA – L’emergenza Coronavirus ha mostrato il nervo scoperto della carenza di medici nelle strutture ospedaliere del Sistema sanitario nazionale. Un deficit che potrà essere colmato nei prossimi anni grazie alla formazione di nuovi camici bianchi e all’aumento delle borse per le Specializzazioni mediche. Le recenti ordinanze del Consiglio di Stato, che accolgono i ricorsi e dispongono l’immatricolazione di centinaia di studenti, confermano quanto denunciato negli anni dallo studio legale Leone-Fell che ha patrocinato e vinto i ricorsi collettivi degli ultimi anni, denunciando l’errato calcolo del fabbisogno proposto dal Miur. Secondo i legali, infatti, il Ministero avrebbe gonfiato i numeri includendo pensionati e specializzandi nel conteggio finale dei medici in servizio, abbassando così il fabbisogno di futuri medici da impiegare nel Sistema, e non avrebbe tenuto conto delle reali capacità ricettive degli atenei, continuando a calare il numero dei posti da mettere a bando.
Secondo i giudici del Consiglio di Stato che hanno analizzato la class-action, “il ricorso in esame si rivela ammissibile in relazione al dedotto vizio di sottostima o inadeguatezza dell’offerta formativa”.
“Considerato – scrivono i giudici – che non è più ipotizzabile un problema di minore o insufficiente offerta formativa per inadeguata ricettività strutturale, dal momento che è ormai esplicitamente consentita una più efficace ed economica didattica a distanza, utile a sostituire, almeno per i primi quattro anni del corso di laurea, se unita ad idonea dotazione tecnologica, la frequenza alle lezioni ed alle esercitazioni svolte in modalità frontale: le Università, in particolare, sono autorizzate a predisporre corsi ed esami on-line, e non solo per il periodo dell’emergenza “Covid-19” (v. infatti il DPCM 4 marzo 2020, art. 1 lett. h, secondo cui, “nelle Università e nelle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, per tutta la durata della sospensione, le attività didattiche o curriculari possono essere svolte, ove possibile, con modalità a distanza, individuate dalle medesime Università e Istituzioni, avuto particolare riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità; le Università e le Istituzioni, successivamente al ripristino dell’ordinaria funzionalità, assicurano, laddove ritenuto necessario ed in ogni caso individuandone le relative modalità, il recupero delle attività formative nonché di quelle curriculari ovvero di ogni altra prova o verifica, anche intermedia, che risultino funzionali al completamento del percorso didattico”; il D.P.C.M. 8 marzo 2020 art. 2 lett. h, secondo cui “sono sospesi fino al 15 marzo 2020 …. la frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università … ferma in ogni caso la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza”; il D.L. 17 marzo 2020, n. 18, art. 120, sul finanziamento delle “Piattaforme per la didattica a distanza”).
“I recenti accoglimenti non fanno altro che confermare quanto da noi denunciato negli ultimi anni – dichiarano Francesco Leone, Simona Fell, Floriana Barbata e Ciro Catalano, soci fondatori dello studio legale Leone-Fell, prima law firm in Italia per numero di ricorsi. L’emergenza Coronavirus ha purtroppo evidenziato l’estrema crisi del nostro sistema sanitario e la mancanza di medici e specialisti nelle nostre strutture. Ci auguriamo che il Governo abbia finalmente capito che sulla sanità è necessario investire e non effettuare tagli indiscriminati, a partire dal sistema universitario che da oggi dovrà formare una classe medica pronta, anche numericamente, ad affrontare emergenze inaspettate”.
I ricorsi sono stati infatti accolti “considerato che il ricorso in appello – scrivono i giudici – evidenzia alcuni effetti paradossali del sistema di svolgimento di sessioni straordinarie per la riassegnazione delle borse di studio rimaste inoptate legate al fatto che a detta riassegnazione partecipano specializzandi che hanno già ottenuto una borsa di studio con il risultato, in presenza di più opzioni in successive sessioni da parte dello stesso candidato, di lasciare inoptate o abbandonate molte borse di studio nel passaggio da una scuola di specializzazione all’altra; ritenuto che tale vizio di ragionevolezza del bando evidenziatosi nella prassi merita uno scrutinio approfondito nel merito (specie in relazione al fenomeno delle borse “non intonse” ossia parzialmente utilizzate da soggetti successivamente rinuncianti) al fine di individuare soluzioni che consentano di contemperare adeguatamente il principio meritocratico – che depone nel senso di consentire un’opzione ulteriore ai candidati già immatricolati con posizione poziore in graduatoria – con l’esigenza di pubblico interesse (divenuta preminente con l’emergenza Covid 19 di cui al dl n. 14 del 2020 ) a saturare tendenzialmente le risorse disponibili dando preferenza all’interesse dei soggetti non ammessi negli scaglioni precedenti secondo l’ordine di graduatoria rispetto all’interesse dei soggetti già immatricolati ed aspiranti ad una diversa borsa in altra Scuola; rilevato che la giurisprudenza cautelare della Sezione con recenti pronunce si è pronunciata in senso favorevole alla tesi del ricorrente con indirizzo al quale può darsi sostanziale continuità nel senso di ritenere possibile, nelle prossime eventuali sessioni straordinarie del bando 2018/2019 la riassegnazione delle risorse rimaste inutilizzate nelle sessioni straordinarie svoltesi a decorrere dall’inizio dei corsi (valutando una celere riprogrammazione delle risorse rimaste inoptate anche per borse c.d. non intonse con inizio delle corresponsione a decorrere dalla data di effettiva immatricolazione del subentrante ed escludendo invece un’immatricolazione senza borsa che potrebbe essere dubbia sotto il profilo del rispetto del diritto comunitario cfr. Corte giustizia Unione europea, 19-05-2011, n. 452/09) sempre nel rispetto dell’ordine di graduatoria (ma con invito a riconsiderare nei prossimi bandi tale effetto disfunzionale del sistema delle sessioni straordinarie)”.
“Rinnoviamo l’invito al Governo e ai ministri preposti – concludono i legali dello studio Leone-Fell – e mettiamo a disposizione la nostra esperienza pluriennale, la nostra competenza e professionalità per studiare soluzioni che possano garantire ai nostri giovani il diritto allo studio e a tutta la nazione il diritto alla salute”.