“Sì alle riaperture ma serve un piano di rilancio urgente per le imprese” Confartigianato Sicilia chiede con forza provvedimenti per la ripartenza economica

“Sì alle riaperture ma serve un piano di rilancio urgente per le imprese” Confartigianato Sicilia chiede con forza provvedimenti per la ripartenza economica

PALERMO – Non solo codici Ateco ma è necessaria una progettualità strategica e delle valutazioni di sviluppo indispensabili per fare ripartire le nostre imprese. Riaprendo i battenti i costi saranno altissimi, soprattutto considerando le spese necessarie per la messa in sicurezza, dai dispositivi di protezione individuale alle sanificazioni. E il numero dei clienti, magari, non sarà quello di una volta. O quantomeno non tutti e subito. È questo l’allarme lanciato da Confartigianato Sicilia, all’indomani dell’ultimo decreto del Governo, per il contenimento del Covid-19. “Oltre che le date per le riaperture, importantissime, dovranno essere garantiti il rilancio e la continuità aziendale possibilmente con un coordinamento tecnico tra imprese, parti intermedie e istituzioni – dice Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato –. Anche il sistema della sicurezza porta ad un aumento dei costi non indifferente. E sarebbe forse auspicabile pensare anche di agevolare tutte quelle imprese che magari sono già in grado di osservare le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. Il futuro è cambiato, dobbiamo imparare a convivere con l’idea che il distanziamento sociale è diventato il principio guida nelle relazioni e a tutti i livelli. Ci preoccupa molto il rilancio e vorremmo che la politica si concentrasse maggiormente su questo aspetto”. E parlare di rilancio è indispensabile e non certo rinviabile alla luce delle perdite enormi che si stanno già registrando in alcuni importanti settori. Dal Benessere alle Costruzioni, senza dimenticare il Turismo, vivendo in un Paese a vocazione turistica. Sul fronte del Turismo si può già dare per scontata in Sicilia la perdita del 46,3 per cento dei turisti, ovvero i visitatori stranieri che annualmente decidono di trascorrere le vacanze sull’Isola. Su un totale di quasi 5 milioni di turisti l’anno, oltre 2 milioni e 300 mila sono stranieri. Un dato negativo che metterà in ginocchio le oltre 16 mila imprese artigiane coinvolte direttamente e indirettamente dalla domanda turistica. Dati pesanti per il settore Benessere. Il mix di lockdown e concorrenza sleale sta generando ampie perdite per il settore dell’acconciatura ed estetica dove in Sicilia operano 9 mila imprese, di cui il 91,6% artigiane, che danno lavoro a 15 mila addetti. Per il settore acconciatura ed estetica si stima una perdita economica nell’arco dei tre mesi di marzo, aprile e maggio pari a 63,7milioni di euro, 5,9% della perdita nazionale (1.078,5 milioni di euro), con potenziali pesanti ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi, infatti, mettono a rischio il lavoro di 4mila addetti del settore. Ancora più pesanti le perdita nel sistema casa, analizzando il settore delle Costruzioni(edilizia e installazioni di impianti). In Sicilia la crisi Covid-19 sta determinando una perdita di fatturato nel bimestre marzo-aprile pari a 618 milioni di euro, equivalente ad una riduzione del -10,6% del fatturato dell’intero anno. La perdita economica sarà causa di potenziali pesanti ripercussioni sull’occupazione: i mancati ricavi, infatti, mettono a rischio il lavoro di oltre 7mila addetti (sul totale di 68 mila a fine 2019) che operano nelle imprese del settore. Le imprese delle Costruzioni in Sicilia contano a fine 2019, 49.295 unità, di cui 20.516, pari al 41,6% artigiane. Il settore rappresenta complessivamente il 10,5% dell’intero tessuto produttivo della regione. “In questo ultimo decreto del Governo, ci aspettavamo qualcosa di più per le piccole imprese – aggiunge Pezzati –. Sono stati previsti anche finanziamenti a fondo perduto per micro aziende fino a dieci addetti. Ma questo provvedimento ha un sapore a metà di buon gusto.Il nostro tessuto economico nazionale supera, seppur di poco, anche questo numero di addetti. Sopravvivere adesso è la parola d’ordine e ci aspettiamo che la politica metta in campo sempre più provvedimenti per aiutare i nostri artigiani a ripartire, rimettendo in moto l’economia di tutta la nostra Sicilia. La vera battaglia sarà adesso sul funzionamentodelle concessioni dei finanziamenti a fondo perduto. La Recovery Fund, il fondo europeo per far fonte alle necessità delle Nazioni che ne abbiano di bisogno, potrebbe essere un strumento per fare ripartire urgentemente le imprese. E noi stiamo ancora attendendo”.

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