CATANIA – Nella community professionale di Linkedin attualmente sono richiesti in Italia oltre 2300 project manager, circa il 30 per cento in più rispetto a un anno prima. La percentuale cresce se si considerano le posizioni aperte in tutto il mondo, che sono più di 280mila. Dati alla mano, c’è sempre più bisogno di manager che sappiano pianificare, gestire e realizzare progetti con efficacia ed efficienza. Avere buone doti organizzative non è semplicemente un talento innato, ma una competenza fondamentale che si può acquisire imparando tecniche e metodologie sperimentate e riconosciute a livello mondiale. Una cultura del “saper fare bene” che la Fondazione degli Ingegneri di Catania – l’ente che per conto dell’Ordine cura la formazione professionale – vuole diffondere maggiormente nel territorio etneo e siciliano, diventando così tra i primi organismi della regione a fornire la preparazione necessaria per superare l’esame di certificazione internazionale. «La categoria degli ingegneri è fra quelle che più necessitano di una strategia manageriale dei processi, basti pensare all’importante ruolo di RUP – il responsabile unico del procedimento – che numerosi professionisti ricoprono nel campo della realizzazione delle opere pubbliche. Ma il project management è una pratica trasversale, valida per tutti i settori dell’ingegneria, quindi non solo per quella civile, ma anche per quella industriale e informatica, oltre che per tutte quelle figure che operano nelle Pmi con un ruolo di responsabilità volto a garantire il raggiungimento di obiettivi e a individuare eventuali rischi da marginare», ha affermato il presidente della Fondazione Mauro Scaccianoce durante il seminario che, quest’oggi (31 gennaio) nella sede dell’Ordine, ha introdotto i corsi di formazione sulla disciplina organizzati in sinergia con il “Project Management Institute – Southern Italy Chapter (Branch Sicilia)”. Costruire un’opera pubblica in modo funzionale e nei tempi previsti, progettare un sistema per ridurre i tempi di attesa in ambito sanitario, ottimizzare i costi e le risorse sfruttando i benefici delle tecnologie digitali: sono gli esempi pratici illustrati in aula da Giorgio Platania, Paolo Fidelbo e Antonio Conti, tutti professionisti che operano nel territorio di Catania e project manager certificati a livello internazionale. Insieme a loro la docente universitaria Natalia Trapani, che ha tracciato una panoramica dell’attuale mercato del lavoro, da cui emerge una forte crescita della domanda. Sebbene l’Italia sia in questo campo meno istruita rispetto ai Paesi anglosassoni, si stanno compiendo grossi passi in avanti verso l’adozione di queste buone prassi: «Favorire la crescita del project management nel nostro territorio, e quindi del numero di professionisti abilitati – ha concluso Scaccianoce – significa mettere i nostri colleghi nelle condizioni di condividere un linguaggio operativo con una rete mondiale di esperti. Un valore aggiunto, non solo per i singoli profili professionali, ma per l’intera collettività, a cui è possibile garantire organizzazioni e risultati di maggiore qualità».