Ieri sera, sabato 20 maggio, Simone Cristicchi e Amara si sono esibiti sul palco della Sala Verdi del Conservatorio di Milano, in occasione della tappa meneghina del tour “Torneremo Ancora – Concerto Mistico per Battiato“: un viaggio musicale all’interno del repertorio mistico del Maestro, alla ricerca dell’essenza nella confusione della modernità, o meglio, di quel rapimento mistico e sensuale di cui canta lo stesso Battiato.
Le canzoni, interpretate magistralmente dai due artisti, si sono così alternate ad alcune letture, tratte dai maestri che hanno influenzato il pensiero del cantautore siciliano: da Rumi a Gurdjieff, passando per Ramana Maharshi, Willigis Jager e il teologo Guidalberto Bormolini.
Ma non è tutto! Il concerto si è infatti caratterizzato per una “serenità orientale, tra buddismo e mantra” e ha visto Simone Cristicchi e Amara entrare in punta di piedi all’interno del repertorio di Franco Battiato, riarrangiato per l’occasione dal Maestro Valter Sivilotti. Con rispetto e gratitudine, i due artisti hanno così dato voce a un patrimonio inestimabile, in cui la forma canzone si lega indissolubilmente a una profonda tensione spirituale.
“Il vuoto che Battiato ci ha lasciato è, in realtà, un luogo fecondo. È un pozzo inesauribile di arte pura”, ha esordito Cristicchi. Poi, ha aggiunto: “La mistica come conoscenza dell’anima. La conoscenza di noi stessi come chiave della conoscenza di Dio. La sua arte diventa immortale perché va ben oltre la forma canzone. È infatti in grado di influenzare il pensiero, di ampliare le coscienze e di curare le ferite più profonde. Crediamo dunque che, oggi più che mai, ci sia bisogno di ritrovare un centro di gravità permanente e di riorientare lo sguardo, per poi cercare di dare un senso alla propria vita!“.
Sul palco, insieme a Simone Cristicchi e Amara, il Maestro Valter Sivilotti al piano e i solisti dell’Accademia Naonis di Pordenone: il soprano Franca Drioli, Lucia Clonfero al violino, Igor Dario alla viola, Alan Dario al violoncello e U.T. Gandhi alle percussioni.
Cristicchi e Amara, Concerto Mistico per Battiato: la recensione
Durante il live al Conservatorio di Milano, Simone Cristicchi e Amara si sono dimostrati degli ottimi compagni di viaggio e hanno ricordato al pubblico in sala quanto, a volte, sia necessario farsi per un attimo da parte, lasciando spazio alla persona che si ha al proprio fianco.
I due artisti hanno infatti costruito uno spettacolo coeso ed emotivamente coinvolgente, che li ha visti alternarsi davanti al microfono, per poi regalare ai presenti alcuni duetti di rara intensità, come nel caso de “L’ombra della luce“: una preghiera universale alla quale hanno voluto aggiungere un canto molto antico in lingua aramaica. Simone Cristicchi e Amara hanno infine presentato un brano inedito, scritto a quattro mani durante la quarantena e mai inciso, dal titolo “Le poche cose che contano“.
E a questo proposito, il Dalai Lama ha detto: “Certe persone importanti non sono più con noi ora, ma il loro spirito è ancora qui“. E allora mi piace pensare che – ieri sera, nella Sala Verdi del Conservatorio di Milano – c’era anche il Maestro Franco Battiato. D’altronde, “gli esseri umani non muoiono… si trasformano!“.
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Cristicchi e Amara, Concerto Mistico per Battiato: la scaletta
- Intro: Audio di Franco Battiato
- Ganesh Mantra
- L’era del cinghiale bianco
- Le sacre sinfonie del tempo
- Lettura (Simone Cristicchi)
- Fisiognomica
- E ti vengo a cercare
- Romanza
- Il re del mondo
- L’ombra della luce + Padre Nostro in aramaico
- L’animale + Gli uccelli
- Stage door
- Gayatri mantra
- Lettura (Simone Cristicchi e Amara)
- Io chi sono
- Lode all’inviolato
- Audio di Franco Battiato
- Haiku
- Oceano di silenzio
- Lettura (Amara: “Tu avrai capito la vita“)
- La cura
- La stagione dell’amore
- Che sia benedetta + Abbi cura di me + Le poche cose che contano
- Voglio vederti danzare + Centro di gravità permanente
- Torneremo ancora
- La cura
Concerto Mistico per Battiato, “Tu avrai capito la vita”: il testo
“Tu avrai capito la vita non quando farai il tuo dovere in mezzo agli uomini, ma quando lo farai nella solitudine. Non quando, pur raggiunta la notorietà, potrai avere una condotta esemplare agli occhi degli uomini, ma quando l’avrai e nessuno lo saprà, neppure te stesso.
Tu avrai capito la vita non quando tu farai il bene e ne vedrai gli effetti, ma quando lo farai e non ti interesserà avere gratitudine, né conoscere l’esito del tuo operato. Non quando tu potrai aiutare efficacemente e disinteressatamente, ma quando aiuterai pur sapendo che il tuo aiuto a nessuno serve, neppure a te stesso.