SIRACUSA – Il personale del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Siracusa, a conclusione di attività investigativa effettuata con l’ausilio dello S.Pre.S.A.L. di Siracusa, avuta inizio nell’anno 2020 nel pieno dell’emergenza sanitaria da coronavirus SARS COV2, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha dato esecuzione a una misura di controllo giudiziario di azienda, disposta il 16 marzo scorso del Giudice per le Indagini Preliminari di Siracusa, nei confronti della società S.E.U.S. S.C.P.A. con sede legale in Palermo Via Caduti senza Croce nr. 28, che ha in gestione i servizi pubblici di assistenza e del pronto intervento del 118, all’interno dell’ambito territoriale della Regione Sicilia a intero capitale pubblico.
Le ipotesi di reato contestate a due indagati sono lo sfruttamento dei lavoratori e la rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro poiché in concorso tra loro in esecuzione di un medesimo disegno criminoso impiegavano gli autisti soccorritori circa 180 dipendenti solo nella provincia di Siracusa (fatti avvenuti agosto 2020/dicembre 202l): sottoponendoli a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno, intimidendoli con la contestazione strumentale di illeciti disciplinari in occasione delle segnalazioni di guasti alle ambulanze, instillando la paura di trasferimenti presso sedi di lavoro disagevoli, obbligando loro di prestare servizio su autoambulanze prive dei presidi minimi essenziali per prevenire disastri o infortuni sul lavoro. Alla società S.E.U.S. S.C.P.A. viene contestata la “Responsabilità amministrativa degli Enti” in relazione al reato di sfruttamento dei lavoratori e per l’assenza di modelli organizzativi concretamente attuati ed idonei a prevenire reati. Nel corso delle indagini sono state inoltre notificate ai due indagati nr. 24 prescrizioni e nr. 21 disposizioni con le quali venivano contestate numerose violazioni al Testo Unico sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro fra cui il mancato mantenimento in efficienza degli indumenti ad alta visibilità (D.P.I.), mancato funzionamento del sistema di climatizzazione e degli estintori presenti in alcune ambulanze, presenza di ruggine all’interno del vano sanitario, sistema di ritenzione cinture di sicurezza non funzionante, mancanza sedili vano sanitario, maniglie interne ed esterne dei portelloni di accesso al vano sanitario mancanti e sostituite con cavi d’acciaio, mancanza detersione esterna e interna mezzo.