SIRACUSA – Sono 1273 le richieste di accesso al Rei (Reddito di inclusione) pervenute agli uffici del Comune di Siracusa e 138 quelle già esitate dall’Inps provinciale. Questi i dati forniti stamattina durante la tavola rotonda “Contro la povertà. La sfida del reddito di inclusione” organizzata dalla Cisl Ragusa Siracusa nel salone Borsellino di Palazzo Vermexio.Un’analisi a 360 gradi, moderata da Giuseppe Matarazzo, giornalista del quotidiano Avvenire, conclusa dalla segretaria nazionale Cisl, Giovanna Ventura.Al tavolo tutti i soggetti impegnati, a vario titolo, nell’azione di contrasto al fenomeno che, in Sicilia, come ha detto il segretario generale della Cisl siciliana, Mimmo Milazzo, riguarda almeno 900 mila individui.È stato Paolo Sanzaro, segretario generale della UST Ragusa Siracusa, ad introdurre, dopo i saluti del vice Sindaco, Francesco Italia, e dell’Arcivescovo, mons. Salvatore Pappalardo, i lavori svolti alla presenza di oltre duecento persone.«Parlare di povertà – ha detto – non può limitarsi ad un mero esercizio dialettico. Bisogna proporre ed alimentare un’alleanza vera per trovare soluzioni definitive. Il Rei non può sicuramente risolvere il problema e non può tradursi in una sorta di carità cristiana. Deve necessariamente essere uno strumento di inclusione in una fase difficile per tantissime famiglie.Centrale resta il lavoro, – ha sottolineato ancora Sanzaro – ma non possiamo sottovalutare il fatto che molte persone rinunciano a curarsi o ad accettare lavori saltuari che non garantiscono nessun diritto.»Un quadro reale e drammatico, quello sullo stato della povertà in Sicilia e a Siracusa emerso nel corso degli interventi che si sono succeduti.Giovanni Sallicano, assessore alle Politiche scolastiche del Comune di Siracusa, ha confermato che in molti hanno presentato richiesta di accesso al Reddito di inclusione e che oltre cento sono le richieste già esitate dall’Inps provinciale.Difficoltà dei Comuni rimarcate anche da Paolo Amenta, vice presidente Anci Sicilia, che ha sottolineato l’esigenza di un piano triennale economico per contrastare la povertà, dotando, inoltre, gli uffici di figure tecniche specializzate.Carmelo Sciuto, direttore Inps provinciale, ha confermato che “mancano i parametri per misurare la reale inclusione per le famiglie che chiedono il Rei”.Il direttore del Centro per l’impiego provinciale, Alberto Alessandra, ha richiamato la necessità di una rete con il mondo del lavoro per alimentare reale inclusione.Mimmo Milazzo, ha quindi evidenziato l’esigenza di “rivedere il sistema dei Comuni che hanno mal utilizzato il ruolo speciale che ricoprono in materia di crisi e povertà”. Il leader della Cisl siciliana ha aggiunto che si dovrebbero “usare gli enti di area vasta per fare rete”.Le testimonianze dirette sono arrivate da don Angelo Saraceno, della Pastorale per il lavoro, da Grazia Girmena, portavoce del Forum del Terzo Settore, e da padre Marco Tarascio, direttore della Caritas diocesana.Provocazioni forti, quelle di don Saraceno, che ha chiesto di “non lavorare contro, ma avendo obiettivi chiari per risolvere i problemi”.Sul ruolo della solidarietà, come “misura della democrazia”, la portavoce del Terzo Settore ha rimarcato il proprio intervento a nome delle oltre trenta associazioni impegnate sul territorio.Forte la testimonianza della Caritas che ha confermato, per intero, il dramma che investe individui e famiglie a Siracusa. “Il Rei è una opportunità – ha detto padre Tarascio – ma non basta. Servono operatori preparati per mettere in campo competenze e spirito di servizio”.Tre, infine, i passaggi rimarcati nel suo intervento dalla segretaria nazionale, Giovanna Ventura, che pochi giorni fa, insieme alla segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha presentato un documento rivolto alla politica e incentrato su lavoro, welfare, fisco ed Europa.«Non dimentichiamo la grande partecipazione mostrata dalle 37 associazioni che hanno siglato l’Alleanza contro la povertà; – ha detto – il fatto che il Rei è una misura universale che entro tre anni dovrà coprire tutte le famiglie in povertà; quel 20 per cento di somme a disposizione vincolato per i Comuni e per i servizi specifici».«Dieci anni di crisi hanno trasformato il nostro Paese – ha sottolineato la Ventura – Cambia il lavoro, cambia la qualità del lavoro e sono cambiati anche i poveri. Il decreto prevede un tavolo di coordinamento – ha concluso la segretaria nazionale -; che si attivi subito. A noi il compito di vigilare ma, soprattutto, di crederci.»