SIRACUSA – “Il sogno di pace e democrazia tra le nazioni europee, voluto dai padri fondatori dell’Unione, oggi subisce l’ennesimo duro colpo, con l’avvio di un conflitto bellico proprio nel cuore dell’Europa”.
Lo dichiara l’On. Giovanni Cafeo, presidente dell’Intergruppo Federalista Europeo all’ARS, commentando le notizia giunte oggi dall’Ucraina.
“Senza entrare in inopportune analisi geopolitiche per provare ad individuare ragioni e giustificazioni per questa escalation, appare evidente da una parte il fallimento della diplomazia internazionale, a cominciare da quella, inesistente, dell’Europa – continua l’On. Cafeo – dall’altra la necessità di riformare, una volta per tutte, le istituzioni europee, provando finalmente a dare una forza e un’autorevolezza internazionale alla politica estera europea”.
“Proprio la voce assente di un’Europa unita, enfatizzata dal fallimento delle trattative bilaterali degli stati, rappresenta oggi l’occasione mancata per la diplomazia di fermare una guerra insensata – spiega ancora Cafeo – basata evidentemente su meri interessi strategici ed economici, a metà tra il desiderio di deterrenza verso l’occidente e la Nato e l’obiettivo, mai nascosto dal presidente Putin, della restaurazione dell’impero Russo”.
“Ma in questa situazione paghiamo senza dubbio la colpa di aver lasciato la gestione della sicurezza della regione nelle mani esclusive degli USA – prosegue l’On. Cafeo – che nonostante restino partner privilegiato delle potenze occidentali, hanno sicuramente avuto una strategia ostile verso Mosca le cui conseguenze, anche dal punto di vista della dipendenza energetica, si avvertono purtroppo esclusivamente in Europa”.
“Il tempo della debolezza e dell’indecisione europea deve finire al più presto – conclude l’On. Cafeo – l’avvio della Conferenza sul Futuro dell’Europa, il cui processo è ancora in corso, doveva servire anche a questo, per attuare le riforme necessarie a trasformare un’unione principalmente economica in un forte soggetto internazionale a carattere federale, per non essere più vulnerabili e per poter iniziare a pensare da europei con una vera testa e un governo europei. Solo così si potrà pensare di negoziare, da posizioni di forza, un nuovo assetto per tutto il continente.”