SIRACUSA – È impossibile non denunciare quanto è tornato a ripetersi, nell’ultimo fine settimana, al centro vaccinale di via Bixio. Troppi anziani costretti ad attendere per ore prima di entrare all’interno dell’hub. La via preferenziale per gli over 80 ha soltanto smaltito una ressa inspiegabile e inaccettabile. Basta con la superficialità. Si metta in sicurezza l’esterno della struttura.”
È una nuova denuncia che arriva, a distanza di qualche settimana, dai segretari generali di SPI Cgil, FNP Cisl e UIL Pensionati, Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino. I tre esponenti sindacali richiamano ad una maggiore responsabilità il Comune che continua ad essere distante dall’affrontare i bisogni della gente e non riesce a organizzare e programmare nemmeno quelli elementari creando un punto accogliente per le vaccinazioni.
“Non sono serviti i commenti e i suggerimenti della comunità nei giorni addietro – continuano Tranchina, Polizzi e Sorrentino – Questo sindacato, già un mese fa, aveva richiamato l’esigenza di rivedere qualcosa nell’organizzazione esterna. L’esigenza e la strategia, giustissima, di voler estendere la vaccinazione a più persone, non è stata, però, seguita dall’adeguamento organizzativo necessario per la gestione del numero sempre più crescente di soggetti che hanno accolto l’invito a recarsi presso il centro hub di via Bixio. Caos, assembramento, nessun controllo del distanziamento fisico, disagi e ritardi per chi, anziano o fragile, ha dovuto attendere in piedi, in fila, accalcato uno su l’altro, per oltre due ore.
Tutto questo rischia di compromettere la grande professionalità e accoglienza del personale sanitario all’interno – continuano i tre segretari generali – Le circa dieci postazioni allestite non possono sopportare questo numero di prenotazioni alle quali si aggiungono decine di persone non prenotate. È impossibile, così, smaltire le file createsi all’esterno.”
I Pensionati unitari di Cgil, Cisl e Uil segnalano ancora evidenti difficoltà per le persone anziane e fragili che, effettuata la prenotazione, attendono ancora il vaccino a domicilio.
“E questo riguarda anche chi assiste gli anziani – aggiungono ancora – Così come non comprendiamo affatto il non ruolo assunto dai medici di base e il disagio creato per chi deve spostarsi decine di chilometri per un vaccino a causa della indisponibilità di frigoriferi adatti alla conservazione delle fiale nel proprio Comune.
In questa fase del piano vaccinale servono interventi concreti dei Comuni – concludono Valeria Tranchina, Vito Polizzi ed Emanuele Sorrentino – Sono loro che devono essere protagonisti in un momento così importante per l’intera comunità. Che vengano organizzati più punti vaccinali mettendo a disposizione locali e aree confacenti alle richieste delle Asp.”