SIRACUSA – La percezione delle persone LGBT+ nella società italiana sta gradualmente cambiando, eppure, ancora oggi, sentiamo parlare molto spesso di violenze e discriminazioni. La pandemia da Covid-19 sta mettendo a dura prova il benessere fisico e psicologico di tutt* noi, privandoci in parte delle libertà e di contesti di socializzazione. In ciò emergono delle vulnerabilità sociali che non possiamo non considerare e le persone LGBT+, in piena pandemia, si trovano ad affrontare uno stress aggiuntivo, data l’appartenenza ad un gruppo minoritario sottoposto direttamente o in maniera implicita a forme di discriminazione e violenza.
Ad occuparsi della tematica all’interno dell’Associazione Stonewal GLBT Siracusa ed organizzare il gruppo di supporto psicologico denominato “Open Space”: Emma Lo Magro(psicologa e psicoterapeuta) e Andrea Malpasso (psicologo). Questa la loro chiave di lettura su quanto sta accadendo: “Quest’anno abbiamo dovuto cambiare drasticamente le nostre abitudini, diminuendo i tempi trascorsi in contesti sociali ed esterni e aumentando i tempi di permanenza a casa, ma non per tutt* restare a casa significa sentirsi al sicuro, perlomeno dal punto di vista psicologico – spiega Emma Lo Magro. Così è per molte persone LGBT+ che vivono in contesti familiari in cui non hanno ancora fatto coming out oppure sono stat* rifiutat*, osteggiat* e disprezzat*, costrett* a nascondere il proprio orientamento sessuale o identità di genere per evitare conseguenze peggiori. Ma quali sono le conseguenze del permanere di un tale stato di cose? “Senza dubbio, – conclude Lo Magro – l’incremento di un senso d’isolamento ed esclusione in un contesto, quello domestico, che dovrebbe essere sicuro ”.
La situazione però non migliora nemmeno fuori casa dove, come sappiamo, gli spazi di socializzazione sono stati quasi annullati per tutti. “La pandemia ha ridotto drasticamente la possibilità di frequentare luoghi di socializzazione esterni, – aggiunge Andrea Malpasso – contesti sociali come le associazioni o anche locali, punti di ritrovo o semplicemente amici e partner. In quest’ultimo caso parliamo proprio dei soggetti che rappresentano un importante fattore protettivo contro l’isolamento delle persone LGBT+. C’è da dire, – continua Malpasso – che in parte, questa mancanza è stata sostituita in questi lunghi mesi dalle piattaforme online e dai social, ma va sottolineato che si tratta di mezzi non sempre utilizzabili per fare una videochiamata verso il proprio partner o con amici, specialmente se la persona non si sente sicura a casa vivendo con familiari ostili.”.
Quello vissuto nell’ultimo anno è senza dubbio un periodo complesso, le cui conseguenze sono ancora del tutto da quantificare sotto tutti i punti di vista ma nonostante ciò le associazioni LGBT+ non si sono fermate, cercando di mantenere come obiettivo costante l’ascolto e l’accoglienza sia in presenza che in modalità a distanza. Tra queste, l’appuntamento, ormai pluriennale con gli incontri “Open Space LGBT”, uno spazio sicuro in cui è possibile essere se stess*, proposto dall’associazione Stonewall. Un gruppo di supporto psicologico per sostenere e accompagnare le persone LGBT+ e i propri familiari lungo un percorso di accettazione, consapevolezza di sé, potenziamento delle proprie risorse e crescita personale.
“In questi anni, – dichiara il presidente Alessandro Bottato – l’Open Space LGBT è rimasta una realtà costantemente presente sul territorio e per questo motivo, anche in questa fase delicata e complessa, abbiamo deciso di mantenerla, con le dovute e necessarie precauzioni, perché siamo convinti che oltre a sostenere le persone LGBT+ e i loro familiari possa fare la differenza…”
Il primo appuntamento del 2021 con “Open Space LGBT”è per venerdì 22 gennaio alle ore 20 su piattaforma online, nel pieno rispetto delle norme vigenti in materia di prevenzione del contagio da Covid 19.
http://www.stonewall.it