SIRACUSA – “I musei, e il mio non fa eccezione, sono luoghi di inclusione e non di discriminazione”. Così Maria Gabriella Capizzi, direttrice del museo Archimede e Leonardo di Siracusa che, a proposito del Green pass, spiega: “Questo spazio nel cuore di Ortigia, crocevia di popoli e storia, è ispirato ai principi universali di ogni luogo di cultura, e di Archimede e di Leonardo in particolar modo, ovvero la condivisione e l’orizzontalità dei propri beni e del proprio sapere, e non si può rendere, in un modo o nell’altro, un rilevatore di gerarchie tra ammessi e non ammessi. Se ciò è destinato ad accadere sono pronta perfino a chiudere”.
Non usa troppi giri di parole Maria Gabriella Capizzi per esprimere tutto il proprio disappunto e rammarico verso una misura che rischia di penalizzare ulteriormente il settore dei musei già duramente colpito dalla pandemia. La denuncia suona quasi come un allarme perché anche questo pesa nel bilancio educativo. Come spiega la direttrice del museo Archimede e Leonardo, “le ricerche più recenti stanno indagando gli effetti anche psicologici del Covid sui più giovani. E dopo un anno e mezzo di limitazioni il green pass è la goccia che fa traboccare il vaso. Così i divari sociali ed educativi già esistenti anche tra i minori finiscono con l’allargarsi mentre nel Paese dove domina la retorica sulla famiglia è proprio quest’ultima a essere penalizzata. Senza contare l’importanza della cultura per lo sviluppo dell’identità delle persone. Come si può pensare di limitare o in qualche modo scoraggiare, perché di questo si parla, la presenza nei luoghi di cultura come i musei in un momento in cui, complice anche la pandemia da Covid-19, la povertà educativa sta divenendo una vera e propria emergenza?” si chiede la direttrice del museo Archimede e Leonardo che aggiunge: “Senza entrare nel merito dello scopo che ha inteso il Governo, vorrei ricordare a tutti che i musei sono per loro vocazione luoghi di inclusione e che l’accesso paritario all’arte e alla cultura è un diritto di tutti. Tra l’altro abbiamo fatto degli investimenti notevoli in termini di sicurezza: sanificazioni, mascherine, percorsi unidirezionali con ingressi contingentati, distanziamento che sarebbero allora del tutto inutili? In un luogo per giunta dove, ahimè, non c’è mai l’affollamento dei centri commerciali e dove si sta perlopiù in silenzio e a piccoli gruppi ad ammirare ciò che i grandi del passato ci hanno lasciato in eredità”.
I fatti parlano chiaro: “Il museo Archimede e Leonardo è reduce da un weekend, in un periodo di vacanza per giunta, a dir poco avvilente. Con numeri pressoché dimezzati – rileva Maria Gabriella Capizzi – rispetto ai fine settimana precedenti. E il motivo è chiaro: il museo, e il mio in particolar modo, con tante scoperte interattive dei due geni, è per eccellenza la casa dei bambini e di tantissime famiglie. Qui c’è amore, tenerezza, gioco e gioia non certo disparità e disuguaglianze. Con quale pretesa possiamo immaginare un mondo migliore se escludiamo le persone, e i nostri ragazzi soprattutto, dai luoghi della cultura? E allora ribadisco – conclude Maria Gabriella Capizzi – pur di non venir meno alla mia coscienza, contribuendo anch’io a un processo di discriminazione, sono pronta a chiudere. Seguendo quanto sostenuto da Leonardo da Vinci con il suo invito a prendere sempre una posizione, perché chi si si disinteressa è, agli occhi del maestro toscano, un disonesto. Lavoro con questa filosofia da sempre, ed è un mio dovere affrontare questo momento con coerenza”.