SIRACUSA – Tutto pronto per l’iniziativa promossa dalla galleria Montevergine artecontemporanea in occasione della Giornata internazionale della Donna. Venerdì 8 marzo, si svolgerà “MANIFESTA/re Taci anzi parla”, a cura di Marilena Vita che si propone di esaltare il linguaggio creativo delle donne come veicolo per trasmettere un messaggio sociale potente e attuale. La manifestazione, realizzata con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Siracusa, si articola in tre momenti.
Primo, dal 5 marzo saranno affissi 100 manifesti d’autore (70 x 100 cm) nella città di Siracusa. Realizzati da artiste italiane e straniere, i manifesti mirano a contaminare lo spazio urbano e accendere un dibattito sulla discriminazione e gli abusi di genere ancora radicati nella società contemporanea.
Secondo, l’8 marzo alle ore 18 nei locali della Montevergine artecontemporanea, in via Serafino Privitera, 6/8, Ortigia sarà inaugurata la mostra dei manifesti che dà il nome all’iniziativa. Espongono artiste provenienti dall’Italia e dall’estero: Eliana Adorno, Triana Ariè, Tiziana Blanco, Antonella Casazza, Margherita Davì, Adolfina De Stefani, Daniela Di Mase, Marina Falco, Antonella Fiorillo, Loredana Galante, Antonietta Grandesso, Carla Iacono, Myriam Laguia & Analia I Beltran Janés (Spagna), Margherita Levo Rosemberg, Sabrina Marotta, Luisa Mazza, Melarance, Maritè Bortoletto, Silvia Martini, Micaela Spinazzè, Franca Monzani Morandi, Margherita Morgantin,Tiziana Morstabilini, Isabel Oprandi, Angela Passarello, Giusva Pecoraino, Paola Rando, Sandra Rizza, Roberta Rizzi, Mirella Rossomando, Mela Salemi, Evelina Schatz (Russia), Shobha, Sonja Streck (Germania) , Feueu Tola, Rosa Rita Virgillito, Grace Zanotto. La mostra potrà essere visitata fino al 2 aprile, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle 13 e dalle 16 alle 19 (ingresso libero); sabato e domenica chiuso.
Infine, sempre l’8 marzo alle ore 19 negli stessi locali è prevista una “serata futurista in galleria”, con interventi, riflessioni e momenti legati alla scrittura, alla poesia, alla recitazione e ai contributi video di Simona Basile (docente), Izabela Buccheri (docente), Anna Caruso (architetto), Ornella Fazzina (docente), Alice Ferlito (attrice teatrale), Daniela Frisone (scrittrice e giornalista), Sabrina Gambino (Procuratore della Repubblica), Angela Passarello (artista e poetessa), Giorgia Romano (curatrice d’arte), Francesca Scalet (docente) e Rosa Rita Virgillito (psicologa). Un invito a cogliere l’autenticità, la consapevolezza, la forza e la bellezza dell’essere donna, attraverso il linguaggio creativo.
L’iniziativa è ideata e realizzata da Marilena Vita, performer, pittrice, fotografa e videoartista internazionale, direttore artistico della Montevergine artecontemporanea, segretario generale di Nuova AICA Italia (Associazione internazionale critici d’arte) e membro del consiglio di AICA International, Parigi.
“Manifesta/re Taci, anzi Parla” si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’abuso dell’immagine della donna nei media, promuovendo un dialogo aperto sulla parità di genere attraverso la cultura, l’arte e l’indipendenza economica. C’è, oggi più che mai, l’urgenza di affrontare un problema ben radicato di discriminazione e abusi in vari ambiti quotidiani, in casa, a scuola, nei luoghi di lavoro, sui Social e nella comunicazione pubblicitaria in genere, improntata alla dittatura della finta bellezza. La cultura, l’arte, gli ideali e l’indipendenza economica sono valori essenziali per contrastare la violenza derivante dalla subalternità nei confronti di un mondo che spesso si esprime in un linguaggio prevalentemente maschile.
Il progetto “MANIFESTA/re Taci anzi parla”, trae ispirazione dal libro “La città delle dame” di Christine de Pizan, scritto nel 1404-1405, che ha rappresentato una pietra miliare nella letteratura francese. Prima scrittrice professionista della storia, Christine de Pizan, ha raccontato e descritto una visionaria città fortificata, abitata solo da donne – regine, guerriere, poetesse, scienziate – sfidando i luoghi comuni e i simboli del tradizionale dominio maschile dell’epoca. Come nel libro di Christine de Pizan, oggi le donne pretendono una città (metafora della società) sicura, che ne rispetti le idee e le scelte.