SIRACUSA – “Se un giorno Siracusa avrà un grande complesso dal nome “La casa della solidarietà”, interamente ristrutturato anche in chiave di efficientamento energetico, sarà grazie al contributo determinante di Ance, ma anche delle organizzazioni sindacali che insieme costituiscono gli organismi paritetici dell’edilizia”.
Lo precisa Salvo Carnevale, segretario generale della Fillea-Cgil Siracusa e attuale vicepresidente della Cassa Edile siracusana, il quale spiega: “Il grande progetto di riqualificazione complessiva dello stabile ma anche dell’aria verde circostante che si aprirà al quartiere, eliminando il muro di cinta e collegandosi con la pista ciclabile, è una donazione degli enti bilaterali. E spiace constatare che alla presentazione del progetto non abbiano partecipato, perché non informati dell’iniziativa organizzata dal Comune di Siracusa, tre dei protagonisti principali, le federazioni sindacali delle costruzioni: Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil”.
Salvo Carnevale aggiunge: “Certo, il presidente di Ance ha sottolineato la condivisione della proposta da parte delle organizzazioni sindacali ma la cosa lascia comunque l’amaro in bocca per l’indelicatezza istituzionale dimostrata dal Comune. Perché in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando sarebbe stato un bel segnale di condivisione far sapere alla cittadinanza che gli operai edili hanno contribuito e donato un progetto del valore di circa 25 mila euro che, tra l’altro, può generare occupazione e benessere sociale qualora l’opera venga realizzata. I lavori varrebbero circa 4,5 mln di euro e garantirebbero lavoro a 30/40 operai”.
Non solo. A detta del segretario generale della Fillea-Cgil, tale donazione innesca un ragionamento più complessivo e delicato “in quanto l’ennesima dimostrazione – tuona Salvo Carnevale – della totale inadeguatezza delle pubbliche amministrazioni ad affrontare la sfida della modernità. Svuotate di competenze tecniche nelle piante organiche, infatti, senza l’apporto esterno di chi (in questo caso gli organismi paritetici), si fa carico del progetto preliminare, le amministrazioni pubbliche, Comuni, ex Province ecc, non potrebbero in molti casi portare avanti progetti di riqualificazione, costruzione e quant’altro”.
Il segretario generale della Fillea-Cgil conclude: “Nel post Covid, un momento in cui, perlomeno secondo le intenzioni del Governo, le infrastrutture avranno un posto centrale, come si potrà procedere con gran parte delle stazioni appaltanti, ovvero le pubbliche amministrazioni, assolutamente non in grado di produrre neanche un progetto da 5 milioni di euro? Per evitare di sprecare un’occasione storica occorre immediatamente mettere mano a questo disastro e prevedere una compartecipazione dei cosiddetti stakeholders (compreso il sindacato) per stabilire le priorità, al fine di tentare di dare a questa provincia un futuro moderno e sostenibile. Oppure qualcuno pensa che ci sarà sempre un Renzo Piano o un ente bilaterale pronto a fare beneficenza?”