Siracusa: Quanto è lontana Siracusa…

Siracusa: Quanto è lontana Siracusa…

di Emanuele Gentile
SIRACUSA – Da quando ha cessato le proprie funzioni la Provincia Regionale di Siracusa, noi abitanti del “trinagolo” ci sentiamo davvero lontani da Siracusa. Se non fosse che ci dobbiamo andare per la presenza in quella città di alcuni servizi essenziali (tribunale, uffici finanziari…) non avremmo alcuna ragione di tenere i contatti con Siracusa. E’ come se la fine dell’ente provinciale avesse rescisso quel cordone ombelicale che univa la parte nord della provincia a Siracusa. Questo è successo anche per i restanti comuni che facevano parte dell’ex-Provincia Regionale. Oramai il territorio noto un tempo come provincia di Siracusa è andato in frantumi. Non esiste più. Ogni comune recita per conto suo. Aspetto che può essere positivo, ma fa perdere in coesione e senso di appartenenza territoriale a tutti. Volenti o nolenti si aveva un ente di coordinamento a livello provinciale utile a rendere omogenee le politiche attive e avere una voce in comune. Infatti, è cosa acclarrata che le difficoltà in cui si dibatte la nostra provincia sono dovute in parte all’assenza di un ente territoriale provinciale. Pertanto, è opportuno riflettere attentamente proprio su questo punto. Ovverossia come continuare a sentirci appartenenti ad un territorio sovracomunale quando l’ente sovracomunale non esiste più? Certo ci dovrebbe essere il Libero Consorzio dei Comuni, ma è quasi del tutto inattivo e distante rispetto alle molteplici esigenze del territorio dove insistono 21 comuni. E’ un punto nodale da cui discendono tutti gli altri. Troppi problemi aspettano di essere risolti a livello provinciale e non possono essere risolti se ci sono 21 comuni che recitano a soggetto. L’elenco delle problematiche sul tappeto è oltremodo vario ed esteso. Si va dalle tematiche ambientali aventi come punti centrali i rifiuti e gli impianti petroliferi all’urgenza della tutela del territorio. C’è da armonizzare le politiche turistiche e di sviluppo del territorio attualmente poste in essere “a singola persona”. Abbiamo l’emergenza di strade provinciali ridotte in pessimo stato. Il che ostacola la mobilità provinciale e le possibilità di sviluppo dei territori. Abbiamo un dato complessivo che vede un drammatico decremento demografico delle zone interne. E’ necessario dotare gli Iblei di un piano integrato di sviluppo poiché è un’area ad altissime potenzialità. Uno sguardo particolare è necessario averlo su due zone nevralgiche per l’agricoltura provinciale. Mi riferisco alla zona di Pachino e alle nostre zone. Le aree marittime necessitano di un management sicuro per farle diventare un asset strategico. Abbiamo una ricchezza invidiabile in merito ai beni monumentali, artistici e paesaggistici. Chi ha attività economiche avrebbe bisogno di maggiori certezze al fine di investire e creare occupazione. Il porto di Augusta dovrebbe rivestire un ruolo fondamentale di assicurare un export ai prodotti della nostra provincia. Ulteriore step sono le politiche attive del lavoro al fine di creare qui condizioni ideali per lavorare e fermare l’emorragia di professionalità che scappano via. E l’elenco potrebbe andare avanti ancora per molto. Viviamo in un territorio che ha mille e una necessità da portare a giusta risoluzione. Da quanto ho appena delineato sorge spontanea la necessità che si ritorni ad avere un ente provinciale in grado di riunificare un territorio provinciale slabbrato e disunito. Un ente che dovrebbe avere una missione ben precisa: non fare sentire lontana Siracusa a tutti noi cittadini del territorio provinciale. Questo sarebbe già un buon risultato poiché un territorio coeso e compatto ha più chance rispetto ad un altro con caratteristiche del tutto differenti. Dobbiamo perseguire un benessere diffuso a livello provinciale se vogliamo che ogni parte del territorio provinciale abbia livelli qualitativi di vita soddisfacenti e dignitosi. Ritorniamo a pensare a noi come a una famiglia dove ogni membro è parte attiva e contribuisce al benessere di tutti perché crede nell’interesse generale. Abbiamo la necessità di andare avanti. La solidarietà territoriale deve diventare la benzina con cui dare rilancio alla nostra provincia che ha tante potenzialità per la maggior parte inespresse.

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