di Emanuele Gentile
SORTINO – Parlare degli Iblei significa riferirsi sempre e comunque a quel materiale che ha costituito la storia di quei luoghi. Ci riferiamo alla pietra. Infatti il connubio Iblei-pietra è un qualcosa di naturale dalle nostre parti. La pietra, fin dalla preistoria, ha costituito il punto di riferimento dell’intera vicenda umana afferente a quel particolare ecosistema chiamato Iblei. Gli Iblei sono fatti di pietra e la pietra sono gli Iblei. Possiamo definire, senza alcuna possibilità di essere smentiti, che gli Iblei sono un “giardino di pietra”. Non può che essere altrimenti. E’ il collagene che unisce a sé i territori di tre province. Sulla pietra si è costituita l’identità di un territorio. Senza la pietra non avremmo avuto il Val di Noto. Senza la pietra non avremmo avuto il Barocco, Senza la pietra non avremmo avuto neanche gli Iblei. Tutto gira attorno alla pietra. Materiale presente in ogni dove. E’ presente in natura come materia prima. Basta girare in lungo e largo gli Iblei e ci si accorge delle decine di cave da cui era estratta. Ti perdi nelle strade interne agli Iblei e noti che un numero incredibile di manufatti sono fatti in pietra: muri, masserie, palmenti, trappeti, case, strade, volte, archi, pievi, piccoli monumenti dispersi nella campagna iblea. La pietra è la base imprescindibile di quei capolavori di arte che rispondono al nome di Noto, Modica e Caltagirone. Girando per le strade e stradine dei loro centri storici si nota immanentemente che tutto è pietra. Ogni dettaglio urbanistico, architettonico e artistico ricorda che tutto parte dall’utilizzo della pietra. Si sente il respiro della pietra. Una pietra bella, poroso, permeabile e viva. Una pietra che da delle splendide colorazioni dal rosa all’arancio fino all’ocra. Osservi un particolare e c’è sempre la pietra a dominare la scena. Chiese, palazzi, monasteri, case patrizie, case dei braccianti e un insieme variegato e meraviglioso di altre tipologie architettoniche coniugano in mille modi l’utilizzo della pietra. Una pietra che da un tono di nobiltà e dignità ai luoghi. Se viaggiate per l’altopiano degli Iblei vi accorgerete che i pendii di colline e montagne sono il teatro naturale per terrazzamenti ad indicare la millenaria lotta dell’uomo per assicurarsi il pane per vivere. Questi terrazzamenti sono in pietra. Grazie alla pietra le popolazioni erano in grado di generare quegli alimenti per non morire di fame. La pietra è anche economia. Gli Iblei commerciavano la pietra estratta nelle cave per adornare le costruzione di edifizi in altri luoghi in Sicilia. Ad esempio, la pietra bianca di Siracusa, estratta nelle vicinanze di Brucoli, veniva inviata a Catania via imbarcazioni che partivano dal caricatore di Brucoli alla volta di Catania. Qui adornava palazzi nobiliari e altri manufatti del meraviglioso Barocco del Val di Noto. La pietra rappresenta l’humus culturale da cui hanno preso vita e vigore il Val di noto e la straordinaria epopea del Barocco. La pietra degli Iblei ti accoglie in un abbraccio che ti affascina e fa sognare. Diventa un’espressione antropologica nel senso più puro del termine in quanto rappresenta il sentire e la storia delle popolazione che si sono succedute da quelle parti dalla notte dei tempi. Basti pensare a quel magnifico tempio di pietra che è Pantalica. E’ andando a Pantalica che si comprende lo spirito degli Iblei. Quel matrimonio senza tempo in virtù di una temporalità immemore fra luoghi e pietra. Si ha la netta sensazione che senza la presenza straripante della pietra come materia primigena la storia degli Iblei sarebbe stata ben differente da quella che noi conosciamo ora. Non erriamo, quindi, se affermiamo che LA PIETRA E’ LA REGINA DEGLI IBLEI. Tutto ruota attorno a questo materiale il cui pregio maggiore è quello di aver fornito una caratterizzazione molto accentuata ai luoghi che noi conosciamo come Iblei. Pertanto, sarebbe opportuna una maggiore presa di coscienza e conoscenza sulla complessa storia degli Iblei con lo scopo di assicurare un ideale livello di tutela di un patrimonio unico al mondo. D’accordo la progettualità per sviluppare quei luoghi dal punto di vista economico e turistico, ma con un paletto che sia ben chiaro a tutti: LA PROTEZIONE DELL’ECOSISTEMA DEGLI IBLEI DEVE ESSERE PERSEGUITA SEMPRE SENZA RISPARMIARE IN SFORZI E ARDIMENTO. Ne va della nostra stessa identità. Identità impersonificata dalla pietra simbolo della vita delle popolazioni che hanno abitato gli Iblei. La pietra è per dunque per noi iblei identità e vita.