SIRACUSA – – “Un Comune che polverizza i lavoratori sminuzzando i servizi è un Comune che si rende colpevole di macelleria sociale. L’Amministrazione si sta assumendo una grossa responsabilità e dovrà renderne conto ad oltre trenta famiglie e a tutti i siracusani.”È questo il duro commento della segretaria generale della Fisascat Cisl Ragusa Siracusa,Teresa Pintacorona, in sit in, con i lavoratori della Utilservice, davanti a Palazzo Vermexio.
In 32 rischiano di rimanere senza lavoro dopo la decisione del Comune di Siracusa di attuare una rimodulazione al ribasso del monte ore e, addirittura, di sospendere alcuni servizi inseriti originariamente nell’appalto gestito dall’ATI Ciclat Ideaservice. “Quanto accaduto ai lavoratori Utilservice è un preoccupante campanello di allarme per tutti gli altri lavoratori impegnati – sottolinea ancora la Pintacorona – Se il Comune di Siracusa intende
assegnare più appalti, uno per ogni servizio necessario, ci sarà la polverizzazione dei lavoratori su
più fronti. Questo metterà a rischio i diritti sindacali di molti di loro che potrebbero ritrovarsi divisi
e in poche unità a gestire questo o quel servizio.” L’allarme della Fisascat, denunciato questa mattina nel corso della protesta sotto il palazzo di città, riguarda anche quei servizi che fino a questo momento sono stati toccati parzialmente dall’Amministrazione. “Quante gare faranno? Non vorremmo che il Comune abbia in mente di tagliuzzare anche i tributi – continua la segretaria Fisascat – Ci ritroveremo qualcuno che si occuperà del contenzioso?
Un altro si occuperà della Tari? Un altro ancora di IMU?” Il rischio immediato è per 32 persone. Il Comune ha interrotto il servizio di bus elettrici che, incredibilmente, in una città che viene definita turistica, con una ztl nel centro storico, restano fermi. “Qualcuno sì è assunto una grande e pericolosissima responsabilità: – conclude Teresa Pintacorona – quella di polverizzare anche la solidarietà. Una colpa di cui il sindacato non può e
non deve macchiarsi. Queste vertenze, da sempre, sono state gestite per garantire il posto di lavoro a tutti equilibrando il monte ore. Oggi, cancellando dei servizi, il Comune ha deciso di ‘dare’ un nome e cognome a donne e uomini che rimarranno disoccupati. La Fisascat Cisl resta ferma sul valore essenziale che muove l’azione sindacale: solidarietà e difesa della dignità delle persone”.