In rotazione radiofonica dal 16 settembre, “Stanotte Uccido Mio Padre” è il terzo estratto dell’album “Situazioni sconvenienti” di Francesco Bellucci. Il brano, che racconta un episodio di cronaca nera attraverso la voce del suo protagonista, si caratterizza per un approccio analitico e psicologico che richiama il Daniele Silvestri di “Argentovivo”. Chiaro marchio di fabbrica è però l’impronta rock, impulsiva e sferzante, nonché un approccio alla scrittura molto schietto e altamente critico.
«Sulla scia dei suoi brani precedenti, contraddistinti da forte denuncia sociale e accompagnati da basi rock violente ed esplosive, nel nuovo album l’artista dà sfogo alla sua rabbia interiore. Nei suoi testi, Bellucci denuncia i vizi della società contemporanea ed esprime la sensazione di panico causata dalle relazioni sociali, dalla paura di non riuscire a comunicare».
Bellucci mette da parte il ‘perbenismo’ e si arma di coraggio: il coraggio necessario per andare controcorrente e per dire ciò che realmente si pensa. Unico rischio: essere fraintesi. E questo l’artista modenese lo ha più volte sperimentato sulla sua pelle. D’altronde, “Stanotte uccido mio padre” così come “20 lt. di benzina” sono brani che non si prestano ad un ascolto distratto. Richiedono, infatti, un tempo di ascolto; poi, un tempo d’analisi ed, infine, un tempo per essere metabolizzati.
«Politicamente scorretto, sconveniente già dal titolo e dall’assenza dell’omonima traccia, “Situazioni Sconvenienti” si presenta come un’altalena di emozioni, un mosaico di sensazioni e una camaleontica rappresentazione delle relazioni e della realtà: aggressiva, nichilista, disturbante ma anche riflessiva, consolatoria e piena di speranza».
Il testo di “Stanotte uccido mio padre”, in particolare, non risparmia accuse e critiche nei confronti di una società alla continua ricerca di uno “scoop”: una società poco inclusiva e certamente straniante. Il brano, dunque, va ben al di là dell’episodio di cronaca nera portando alla luce del sole tematiche molto importanti come, ad esempio, il razzismo: «Ce l’hanno con un negro che forse ha solo quella colpa».
Francesco Bellucci ci invita, così, a mettere per un attimo in pausa le nostre vite frenetiche; a fermarci e a lasciarci interrogare da questa canzone che probabilmente è molto più di una semplice canzone.
«Se in qualche modo provi fastidio, indignazione o addirittura sgomento, dopo l’ascolto di questa canzone, rientri molto probabilmente nella definizione di perbenista. […] Adesso hai due possibilità: riflettere sui veri motivi che ti infastidiscono e cercare di migliorarti, oppure arrabbiati ancora di più e continua a viverla male».
ASCOLTA L’INTERVISTA A FRANCESCO BELLUCCI:
“SITUAZIONI SCONVENIENTI” (TRACKLIST)
1) Stanotte uccido mio padre
“Non mi capiva, l’ho dovuto fare”
2) Qualcuno ti pensa ancora
“Quante contraddizioni ha la vita, Tu che l’amavi l’hai fatta finita”
3) Domani andrà meglio
“Un’illusione in tasca e le macerie nel cassetto”
4)Vuoto
“Mi son distratto più che ho potuto. Per non sentirmi così tanto vuoto”
5) Che sfiga però
“Una cosa la cerchi, solo quando non si può”
6) Io, te, la noia, un letto e fuori un temporale
“Così liberi non lo saremo mai più, lo sai anche tu”
7) Chiara
“Hai solo 16 anni, non avere fretta, vedrai che ogni volta sarà un po’ più perfetta”
8) Amici
“Amici! Ma quali amici? Non lo siamo stati mai!”
9) 20 lt. di benzina
“Brucio tutto quello che mi consola”
“STANOTTE UCCIDO MIO PADRE” (TESTO)
Questa notte ho deciso
Uccido mio padre
Nei suoi confronti ho un complesso
Mi voglio liberare
E’ una questione di maturità
Di comunicazione, di conflittualità
D’indipendenza, sopravvivenza
Di qualche cosa di malato che mi gira in testa
Entro in casa di notte, senza farmi vedere
Appena va a dormire
Menomale che ho tenuto le chiavi
Così non faccio rumore
Richiudo piano la porta
Ma il cane si sveglia
Mi riconosce, vuole una carezza
Non ho avuto pietà
Per primo ho ucciso mio padre
Non mi capiva, l’ho dovuto fare
Mia madre si è svegliata, non mi voleva perdonare
E, invece, buddy mi voleva morsicare
Pronto? Maresciallo
Voglio confessare, mi voglio costituire
Qui ho fatto fuori tutti
Perfino il cane
Ci mettono una vita ad arrivare qua
Poi mi portano in caserma in tutta tranquillità
E in una stanza, sento le urla
Ce l’hanno con un negro che forse ha solo quella colpa
E per fortuna c’è lui…
Arriva l’ambulanza per portarlo via
si è picchiato da solo, in preda alla follia
Ma è tutta un’altra storia
Nessuno mi capiva, l’ho dovuto fare
Un giornalista mi ha fotografato, che scoop eccezionale
Mi hanno pagato, per l’esclusiva nazionale
Finalmente il processo
Per fortuna ho scelto quello breve
Non so cosa mi ha preso, questa è la verità
La prego vostro onore, un po’ di pietà
Eh, che deficiente
E’ stato facile
Con le attenuanti non mi fanno niente.
Se in qualche modo provi fastidio, indignazione o addirittura sgomento, dopo l’ascolto di questa canzone, rientri molto probabilmente nella definizione di perbenista.
Perbenista: aggettivo e/o sostantivo maschile, femminile, singolare, di atteggiamento, modo di vita, di chi desidera apparire una persona per bene secondo la morale borghese, comportandosi perlopiù in modo ipocrita e conformistico.
Adesso hai due possibilità: riflettere sui veri motivi che ti infastidiscono e cercare di migliorarti, oppure arrabbiati ancora di più e continua a viverla male.
“STANOTTE UCCIDO MIO PADRE” (VIDEOCLIP)