TAOFILMFEST, PREMIO SPECIALE “FERRARI DE BENEDETTI” AL DOCUFILM “LA LIBERTA’ NON DEVE MORRE IN MARE” DEL REGISTA CATANESE ALFREDO LO PIERO.

TAOFILMFEST, PREMIO SPECIALE “FERRARI DE BENEDETTI” AL DOCUFILM “LA LIBERTA’ NON DEVE MORRE IN MARE” DEL REGISTA CATANESE ALFREDO LO PIERO.

 

TAORMINA – “Abbiamo scelto di premiare questo docufilm con grande determicnazione, per dare un riconoscimento a chi ha realizzato un prodotto di grande forza espressiva, di raccontare storie poco conosciute, con coraggio e con grande amore. Il dramma dei migranti è di costante attualità e il regista Alfredo Lo Piero vi si è accostato con amore, sensibilità e altruismo”. Queste le motivazioni espressa dalla giornalista Paola Ferrari che, nella serata conclusiva del Taofilmfest, ha assegnato il Premi speciale “Ferrari De Benedetti” al docufilm “La libertà non deve morire in mare” del regista catanese Alfredo Lo Piero.
“Sono onorato di questo riconoscimento, che premia la professionalità, la sensibilità, l’impegno civile, la passione di tutti coloro che con me hanno creduto e profuso se stessi in questo progetto che ci ha impegnati per due anni – ha dichiarato Alfredo Lo Piero, assente al momento della premiazione per improrogabili impegni di lavoro -. Abbiamo realizzato un docufilm forse “scomodo”, ma che comincia a riscuotere l’attenzione che merita per il tema trattato. Ringrazio gli organizzatori del Taofilmfest e la Giuria per questo Premio”.
Il docufilm è stato presentato domenica scorsa al palazzo dei congressi di Taormina. “Un pugno allo stomaco!”. Per spettatori, critica, per gli stessi protagonisti che si sono rivisti in alcune drammatiche sequenze di salvataggi, l’unico commento è questo. Il docufilm di Alfredo Lo Piero, regista catanese, “La libertà non deve morire in mare”, presentato in anteprima mondiale al Taofilmfest è questo: un pugno allo stomaco. Interviste non filtrare, immagini di soccorsi in mare, anche in condizioni proibitive, le testimonianze dolorose di sub e pescatori diventati improvvisamente dei salvatori, i racconti lucidi degli uomini della Guardia di finanza e della Guardia costiera intrisi di commozione. In mare, tra le onde, non ci sono gradi, religioni e razze: ci sono solo uomini che salvano altri uomini, rispettosi di questo principio il tenente di vascello Paolo Monaco e capitano Fabio Bia sono intervenuti, e con loro uomini e donne, in numerose occasioni con professionalità e solidarietà.

Settantacinque minuti di racconto serrato, di riprese spettacolari, di occhi sgranati per la paura di morire e per la gioia di essere salvi. “La libertà l’abbiamo persa sulla terra, ma non può morire in mare” racconta un migrante, il viso segnato da violenze, sofferenze, paura. “Ero andato a Lampedusa per girare una fiction, ma mi sono ritrovato in mezzo ad uno sbarco di migranti, molti salvati a stento a pochi metri dal porto, tanti altri affogati quando erano quasi arrivati sponda che per loro è la libertà – racconta, commosso, Alfredo Lo Piero -. Ho visto scene che nelle nostre case non arrivano, ho vissuto una realtà che non conoscevo. Ho lasciato quel progetto ed è nato questo docufilm, due anni di lavorazione, tra emozioni indescrivibili e la determinazione di far conoscere le loro storie. Non ho potuto utilizzare molte sequenze: piangevo mentre ero alla cinepresa. “Deve imparare a non piangere se vuole fare questo film” mi ha detto un carabiniere a Lampedusa. Il film sono riuscito a farlo lo stesso, anche se non ho imparato a non piangere”, racconta Lo Piero. Toccante la testimonianza, tra le tante, del medico Pietro Bartolo che ha assistito, curato e salvato migliaia di migranti, destinatario di minacce e insulti razzisti. Docufilm forte, crudo tanto che, seppur presentato a Los Angeles come a Toronto, a Cannes come Rotterdam, non è stato proiettato per evitare incidenti diplomatici, ma adesso, dopo “la prima” a Taormina, sarà proiettato in importanti città italiane, europee e americane.

Guardia di finanza, Guardia costiera, Amnesty international, Medici senza frontiere, il Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo hanno condiviso il progetto che ha valore artistico e umanitario. “Speriamo venga proiettato nelle scuole” ha detto uno spettatore al palacongressi di Taormina, dopo la presentazione introdotta dal direttore artistico Silvia Brizio.
“La libertà non deve morire in mare”, ha lo scopo di far conoscere una realtà che spesso sfugge all’occhio distratto o che viene spesso falsata dai media. “I politici facciano i politici e gli uomini facciano gli uomini tendendo una mano a chi, in mezzo al mare, ne ha bisogno”, conclude il regista Lo Piero.

Ringraziamenti: al Festival di Taormina e la straordinaria macchina organizzativa di questa 64° edizione, Gianvito Casadonte, Silvia Bizio, Lino Chiechio, DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE di Giovanni Costantino per la prestigiosa opportunità, il Comando della Guardia di Finanza di Lampedusa, il capitano Fabio Bia, il direttore del centro d accoglienza del CARA di Mineo, Ing. Giuseppe Di Natale ed il vice direttore Ivana Galanti, il Presidente Nazionale di Medici Senza Frontiere Claudia Lodesani, Amnesty International, l Avv. Antonietta Petrosino; Mario Patanè e Ninni Panzera, gli studenti del Centro Studi Laboratorio D Arte e Scuolacinema A Catania; Giovanni Romolo Flaccomio e Massimo Pantano.

 

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