Trecastagni, L’esperienza di un buon vino è un bel viaggio ( con uso modesto )

Trecastagni, L’esperienza di un buon vino è un bel viaggio ( con uso modesto )

TRECASTAGNI –  Tutto nasce dal calore di un doppio abbraccio filiale, da una frase sussurrata e da un sguardo che ti dice “Auguri…un regalo speciale per voi”. La curiosità ti spinge, ti crea frenesia e voglia di scoprire, voglia di fare una nuova esperienza, un’esperienza speciale. Quando si arriva davanti alla distesa verde, ci si perde e ci si lascia rapire dalla vastità dello spazio, uno spazio pieno di storia, di fatica, di sudore, di sacrifici, di affanni, ma anche di grandi soddisfazioni. Si tratta delle Cantine Nicosia di Trecastagni, all’ interno delle quali si respira un’aria intrisa di odori inebrianti, dove la fragranza del legno si avvinghia al sapore del mosto, si abbracciano in un movimento voluttuoso e diventando un’unica molecola, dando inizio ad una danza di bollicine che hanno accompagnato decine di canti, di festeggiamenti, di brindisi e di dediche arrivate nei cuori di tutti coloro che si sono fatti trasportare dalla poetica del vino. Lo sappiamo tutti, di quante penne famose è stato protagonista il vino, perché riesce ad entrare nel cuore dei poeti e di tutti gli uomini.

Così come diceva Robert Louis BalfourStevenson :“Il vino è poesia imbottigliata” , oppure Galileo Galilei : “Altro il vino non è se la luce del sole mescolata con l’ umido della vite”. E ancora Edmondo De Amicis:“Il vino aggiunge un sorriso all’ amicizia ed una scintilla all’ amore”. Vorrei soffermarmi sulla bellissima frase di Re Edoardo VII:“ Il vino non si beve soltanto. Si annusa, si osserva, si gusta, si sorseggia e…se ne parla “. È esattamente questo che accade durante la degustazione. Tutti i sensi sono coinvolti.

Ti trovi davanti a quattro calici che contengono vini di colore diverso, già il senso della vista viene chiamato in primo luogo per descriverne il colore, l’intensità, la trasparenza, la luce. Successivamente si allunga la mano e delicatamente, quasi accarezzandolo, prendi il collo del calice e lo fai ondeggiare, quasi a mescere la nobile bevanda. Lentamente lo odori, mentre si socchiudono le palpebre per iniziare ad immergerti nel meraviglioso viaggio esplorativo dei vari gusti di vini che ti attendono.

Già al secondo step sensoriale, che coinvolge l’olfatto, ti senti rapita e trasportata dagli odori del legno, della zagara, delle piante e della terra. Ti senti avvolta da una serie di pensieri, ricordi, poesie, storie e racconti che la tradizione siciliana e la letteratura internazionale ci hanno regalato.

A quel punto non vedi l’ora di appoggiare le labbra sul calice e poterle bagnare dal quel sapore nuovo, a volte pastoso e avvolgente, a volte secco e pungente, a volte fresco e spumeggiante, a volte buono e versatile. Come ognuno di noi, anche i vini hanno un loro carattere e simpaticamente riuscirai ad associare un vino ad una persona a te cara, che conosci molto bene, che solo tu puoi descrivere attraverso la lettura di un vino in tutta la sua essenza.

E molto spesso, ti accorgi che il sapore e la caratteristica si modificano, influenzati dall’ aria, dalla luce e dal tempo d’ esposizione, il carattere diventa intrigante e sorprendente, esattamente come accade a noi uomini, la cui essenza si modifica esi arricchisce ad ogni esperienza.

Ecco cosa vuol dire approcciarsi ad un calice di vino con uso modesto: la straordinaria esperienza di un bel viaggio ad occhi aperti, nei meandri dei sapori e dei profumi più profondi della poetica dell’essere umano.

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