“Ciascuno di noi, nel proprio ruolo e con la propria responsabilità deve vigilare per tenere alto il livello etico della comunicazione e, in particolare evitare quelle cose che fanno male: la disinformazione, la diffamazione e la calunnia. Il nostro lavoro necessita di studio, di sensibilità, di esperienza ma comporta una particolare attenzione nei confronti della verità, bontà e della bellezza. Tutti noi siamo chiamati non a comunicare noi stessim, ma questa triade esistenziale che conformano verità, bontà, bellezza. Sono le parole pronunciate da Papa Francesco il 16 marzo del 2013 tre giorni dopo l’elezione al soglio pontificio. Ed ecco la vera rivoluzione della verità, della bontà e della bellezza che ciascuno di noi è chiamato a fare”. Lo ha detto la giornalista vaticanista Alessandra Ferraro, vice capo redattore della sede Rai di Aosta ai giornalisti siracusani durante il corso di formazione per i giornalisti avente come tema ““Comunicare la Chiesa e Papa Francesco ai tempi dell’informazione di emergenza; il caso Vatileaks. In che modo si rispettano le regole deontologiche?” che si è svolto, sabato scorso, nella sala conferenze della Cisl a Siracusa. Il corso, curato dalla sezione provinciale dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana di Siracusa, è stato promosso dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, dall’Ordine Regionale dei Giornalisti di Sicilia in collaborazione con l’assostampa, sezione di Siracusa. I lavori sono stati aperti dal presidente provinciale dell’Ucsi di Siracusa Salvatore Di Salvo, il quale ha ringraziato Alessandra Ferraro per la sua disponibilità sottolineando che la formazione, oltre ad essere un obbligo, serve ad affrontare e discutere diverse tematiche e argomenti con al centro la deontologia professionale. Poi l’intervento di Prospero Dente, responsabile dell’ufficio stampa della Cisl Siracusa e del consigliere nazionale del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Santo Gallo. La giornalista dopo una breve introduzione è arrivata al cuore del problema affrontando la vicenda “Vatileaks2”. E’ emersa fin da subito la delicatezza della figura del giornalista, che deve informare verificando le fonti e fare delle scelte rischiose nell’interesse del lettore e della verità. “In Vaticano, c’è un processo in corso contro due giornalisti italiani – ha detto – Che, se venissero riconosciuti colpevoli, non sarebbero certamente estradati dallo Stato. I colleghi sotto processo non hanno rubato documenti, ma li hanno pubblicati. E per lo Stato Vaticano, ciò significa attentare alla sicurezza del pontefice. Dalla fuoriuscita dei documenti riservati sono scaturiti due libri, immessi contemporaneamente sul mercato, da due case editrici, che non si sono fatte concorrenza. La deontologia prevede che il primo e fondamentale aspetto di cui un giornalista deve tener conto è la verità. Le condizioni per rendere pubblico un fatto sono tre: la verità dei fatti, l’interesse pubblico e la correttezza. Nel vicenda di Vatileaks2”, i due giornalisti, pur mantenendo l’indipendente e l’autonomia come garanzia dell’imparzialità dell’informazione hanno incrociato le fonti prima di pubblicare i documenti?. Certamente è dovere di ogni giornalista, raccontare le cose, anche quelle che non sono piacevoli. Bisogna raccontarle, ma raccontarle con professionalità, puntanti a fare in modo di fare chiarezza e non confusione. Guardare solo gli aspetti sensazionalistici e scandalistici, è facile da fate, ma non rappresenta un buon servizio informativo”. Poi il dibattito con diversi interventi tra i quali quello del consulente ecclesiastico dell’Ucsi di Siracusa don Giuseppe Lombardo, direttore del settimanale “Cammino”, del vice segretario provinciale dell’Assostampa Seby Spiguglia, del tesoriere dell’assostampa di Siracusa Carmelo Maiorca, del componente del consiglio regionale dell’Assostampa Silvio Breci. La giornalista Alessandra Ferraro, nel pomeriggio ha visitato a Lentini “l’aula Falcone” dove sono custoditi i mobili dell’ufficio del pretore utilizzati dall’allora giudice Giovanni Falcone. A seguire la degustazione di piatti all’arancia preparati dallo chef Salvatore Bordonaro de “A Maidda” e la degustazione dei prodotti tipici locali. A Carlentini,invece, nel salone parrocchiale della chiesa Madre “Simone Greco “ è stato presentato il libro “Non guardate la vita dal balcone. Francesco Testimone di speranza”, edito dalla Editrice Elledici. L’incontro è stato promosso dall’Ucsi di Siracusa, dalla Parrocchia “Immacolata Concezione” e dall’Azione cattolica della chiesa Madre di Carlentini, dai Devoti e Deputazione di Santa Lucia. La serata sarà aperta con i saluti del presidente dell’Ucsi Salvatore Di Salvo e della presidente parrocchiale dell’Azione Cattolica della chiesa Madre Florinda Rita Marino. Alla presentazione hanno partecipato il vice sindaco del comune di Carlentini Angelo Ferraro, il sindaco del comune di Trecastagni Giovanni Barbagallo, il presidente dell’associazione nazionale carabinieri in congedo sezione di Lentini Andrea Chiarenza, il presidente dell’Istituto del Nastro Azzurro Ivan Grancagnolo, i rappresentanti dei gruppi ecclesiali di Carlentini, Lentini e delle associazioni culturali di Carlentini. A porgere le domande alla giornalista è stato il vice presidente diocesano del settore Adulti dell’Azione cattolica Alfio Castro, docente di Storia e Filosofia al Liceo Scientifico “Megara” di Augusta. “C’è una rivoluzione silenziosa, che come un’onda sta investendo tutta la società, non solo quella cattolica, ma anche i laici, sempre più affascinati dalla figura di un uomo, un prete che ha portato la parola di Dio nelle villa miserias argentine e che, divenuto Papa, continua la sua opera apostolica con la testimonianza della sua persona con semplicità, schiettezza, gentilezza e anche allegria”: così Alessandra Ferraro sintetizza il contenuto del suo libro. Alessandra Ferraro ha rivissuto, nella pagina e nelle parole stesse con cui ha presentato il suo lavoro, le emozioni, gli interrogativi, la commozione che hanno connotato in particolare quel mese di marzo 2013, segnato dalla rinuncia di Benedetto XVI e dall’assoluta incertezza sul nome che sarebbe emerso dal Conclave. “La memoria è tornata a quei giorni in cui il mondo rimaneva col fiato sospeso, fino all’apparizione dell’uomo ‘venuto dalla fine del mondo – ha detto – il cardinale argentino capace di imprimere una vera svolta all’istituzione papale, grazie al semplice carisma della sua opera pastorale. Del resto il titolo stesso del saggio, «Non guardate la vita dal balcone … », è parola dello stesso Bergoglio, pronunciata nel discorso rivolto a 10.000 studenti universitari romani: efficace sintesi dell’invito a impegnarsi, a battersi per i valori che ognuno di noi ritiene fondamentali. “In ogni società i ragazzi rappresentano il futuro, il domani. Devono essere però educati, stimolati a guardare verso i veri valori, a non lasciarci trascinare nel vittimismo e nel pessimismo, restando a guardare la vita dal balcone”, precisa Alessandra Ferraro, “questo è l’imperativo che Papa Francesco lancia, non solo ai giovani, ma a tutti: non guardate la vita dal balcone, per favore: non mettetevi nella coda della storia. Siate protagonisti!”. Un appello – rimarca la giornalista vaticanista – che coinvolge ogni persona a non restare fermi, subendo in modo passivo i problemi della vita e del mondo. Certo, non è facile, ma saper raccogliere l’invito «non abbiate timore di andare controcorrente» significa mettersi in discussione, interrogarsi, cercare ogni giorno di ricominciare. Alessandra Ferraro ha voluto non solo raccontare curiosità, aneddoti, linguaggi che rivelano lo spirito di Papa Francesco, ma raccogliere preziose significative testimonianze di figure prestigiose: Bruno Vespa, Pascual Chavez, Enzo Romeo del Tg2, Antonio Staglianò vescovo di Noto e Dario Viganò direttore del Centro Televisivo Vaticano. Riflessioni che accompagnano il lettore a scoprire sfumature inedite di un Papa che tutti sentono molto vicino.